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Tag: Curiosità e Cultura Erotica

Flirt in ufficio

FLIRT IN UFFICIO

L’ufficio: i segreti per sedurre la collega (spero)

Mea culpa! Mi capita di dare per scontato che tutti voi abbiate l’opportunità di esplorare un aggraziato corpo femminile e ricercare in esso quei punti che conducono a piacere eccelso o, quantomeno, a gemiti la cui emissione non sia causata da mera pietà nei vostri confronti o, che ne so, dalla voglia della vostra partner di mettersi alla prova con le proprie doti attoriali.
Facciamo un passo indietro. Oggi vi condurrò in ufficio. Sì, quel luogo dove si trascorrono ore interminabili tra riunioni e progetti, ma dove può nascere anche un interesse speciale. Credo proprio che la maggior parte di voi sappia di cosa sto parlando.
Tu, per esempio, hai notato una collega che ti fa sognare di sbattertela e scrivere con lei un kamasutra 2.0? Il solito porco! Oh, a te, invece, fa battere il cuore più velocemente? Che tenerone! Senti, hai già escluso problemi cardiaci? Ok, allora ti aiuto io! Yeah!
Comprendo perfettamente come questo possa divenire un serio problema, sai? In ufficio, dopotutto, la concentrazione deve sempre essere al massimo (sì, ok, a questo non ci ho creduto nemmeno io) e, diciamocelo, la scollatura di quella collega separata, la sua matita tra le labbra quando è assorta nei suoi pensieri, quello sguardo da gattina sognatrice, o quel piglio da “sì, non ce l’ho solo io ma la mia è più bella” (e tu ci credi), non giocano certo a tuo favore.
Tra una riunione e l’altra, tra scadenze da rispettare e file da inviare, potrebbe capitare insomma che, all’improvviso, una nuova collega (o una vecchia collega che oggi ha deciso di guardarti per più di un nanosecondo) faccia breccia nel tuo cuore (in questa sede lo chiameremo così) e tu ti renda conto troppo tardi di aver appena allegato il documento sbagliato al cliente più importante dell’azienda. Poverino! Vedi che succede quando lasci spazio al tuo personalissimo “cliente”?

L’arte del flirt tra un meeting e l’altro

Come destreggiarsi dunque nell’approccio con la tua collega preferita? Ecco, se mentre lei si avvicina tu stai cercando nella tua mente ormai andata frasi non scontate, se per caso ti balenasse anche solo per un istante l’idea di dirle “bello quel progetto del Capo, ma io ho altri progetti per noi due bella…”! Non finire nemmeno la frase, per carità, neanche nella tua mente!!
Abbi pietà di lei, non devi sembrare il classico collega che ci prova con tutte le mammelle-dotate, ti pare? La chiave è nell’arte del “flirt professionale”, quello che nessun manuale di risorse umane ha mai osato descrivere, una sfumatura tra “ti supplico, se esci con me sarò il tuo schiavo e leccherò tutte le tue scarpe” e “ti faccio un regalo e ti mando la foto del mio biscione, baby?”.
Ecco, per non rischiare di essere licenziato (o denunciato), dovresti riuscire a trovare il giusto equilibrio tra professionalità e simpatia, evitando magari di sfoderare sorrisi che a te paiono seducenti e che invece ti fanno sembrare un clown o beh, uno squilibrato che ha fatto a pezzi la madre e l’ha conservata nel congelatore di casa.
“Martina, ti andrebbe di collaudare le nuove scrivanie facendoci su del sesso selvaggio?” mentre sfoderi il più perverso dei tuoi sorrisi è un grande NO!
“Ma Ma Ma Mart Martina checchè bebelle cacalze che hai…” magari per il secondo appuntamento, e asciugati la bavetta, please!
Andiamo al nocciolo: devi essere abbastanza vago e furbo (se ce la fai, ma non ce la fai, non ce la fai) da sembrare suggerire proposte amichevoli “ambigue”. Ma prima, caro il mio focoso collega, devi rompere un po’ il ghiaccio. Nelle fantasie a Luxuryline era stato tutto facile eh? Ma lì, tra le scrivanie reali, le cose si complicano mi pare di capire!
Io credo in te! Puoi farcela! Potresti perfino uscirne vittorioso, potresti davvero riuscire a concretizzare un incontro che ti faccia sobbalzare più della chiamata perentoria del tuo capo nel suo ufficio (mi sa che ha scoperto che hai mandato il file sbagliato al cliente toppissimo dell’azienda…spero non fosse la foto che hai photoshoppato settimana scorsa col tuo capo in autoreggenti e caschetto nero).

Regole d’oro: sii professionale, ma non fare il pesantone, sorridi!

Ti fidi di me? Ok, mettiamola così: che hai da perdere? Che tu voglia divenire il protagonista di un film romantic-burocratic o di una commedia porn-soft (poi più in là chissà amico mio!), da qualche parte bisognerà pur iniziare: un decalogo, ci sta! In fondo, chi ha bisogno di un’app di incontri quando ha me dalla sua parte? Yeah!

  1. Sorridi, ma non esagerare, ti prego: un sorriso genuino è il tuo biglietto da visita. Esercitati allo specchio magari. Ecco, e magari quando sei da solo eh!
  2. Evita approcci banali tipo “posso offrirti un caffè?” (un euro dovrebbe averlo anche lei): prova con qualcosa di più originale, tipo “hai mai provato il caffè con un pizzico di cannella?” e non fare battute sul caffè macchiato, santo cielo!
  3. Non trasformarti in Sherlock Holmes: non stalkerarla sui social e non metterla nella difficile situazione di doverti seguire a sua volta per pietà (immagina la chat con le sue amiche “madonna, il Tizio ha cominciato a mettermi cuoricini ovunque, che sfigato!”). Un interesse genuino è apprezzato, ma senza invadere la sua privacy. Questo vale sempre eh, non solo in ufficio!
  4. Partecipa agli eventi aziendali o, perché no, organizzane uno: eventi o uscite informali sono ottimi modi per conoscere meglio la tua collega al di fuori dell’ambiente lavorativo.
  5. Sii te stesso (capisco che in certi casi il problema sia proprio questo): non cercare di fare il figo per impressionarla. Se sei un appassionato di Lego o un cuoco provetto, condividi le tue passioni ma per carità, non stare lì a parlarne per ore e non è indicata la dovizia di particolari a meno che non sia lei a chiederne (se passa la mano sulla bocca non si sta grattando il naso, sta cercando di coprire uno sbadiglio probabilmente, quello sarà il tuo segnale di STOP).
  6. Mantieni la professionalità: dicevamo…evita di fare battute inappropriate (non sei su una linea erotica) o di flirtare in modo eccessivo.
  7. Leggi i segnali: come accennavamo prima, se noti che la collega ricambia il tuo interesse con sorrisi e conversazioni prolungate, tutto ok, puoi andare allo step successivo, altrimenti non essere insistente!
  8. Evita il gossip: in nessun caso! Non parlare delle tue intenzioni con altri colleghi e non fare gossip con lei a meno che tu non voglia apparirle subito come un amico gay.
  9. Sii paziente: se davvero ti interessa…dai tempo al tempo e poi oh, se le rose non rosano, prova le margherite, che te devo di’!
  10. Non dimenticare il tuo lavoro: è già arrivata la strigliata del capo, ricordati che un’altra distrazione può costarti cara!! Sono troppo catastrofica? Va beh, dai, non trascurare le tue responsabilità professionali. Eh, a proposito, chiedi scusa al cliente megagalattico per quel documento sbagliato.

Direi che è tutto semplice, no? Impegnati!
Oh, la sottoscritta non risponde di eventuali fallimenti sia chiaro! Però, se hai sbagliato qualcosa, se ne può parlare. Racconta tutto a noi. Le mie amichette di Luxuryline saranno ben liete di consolarti e mandare a quel paese, insieme a te, Martina 103!

Martina

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La ricerca del punto G

LA RICERCA DEL PUNTO G

Il Punto G: le coordinate per trovare il piacere!

Magellano, Cook, chi sono loro dinanzi a tutti quelli (come alcuni di voi) che si sono concentrati in maniera spasmodica alla ricerca del Santo Graal del piacere femminile?
Il punto G: quella zona mitologica che spinge i nostri partner sessuali ad armarsi di dita, lingua, labbra, strumenti a cui non voglio nemmeno pensare (altro che Nina, Pinta e Santa Maria), che li porta a toccarci per ore intere nella speranza di poter raggiungere quella chiave che aprirebbe loro gemiti a profusione, urletti, ululati. Una soddisfazione che si tramuta in esaltazione mistica.
Volete anche voi entrare nel novero di quei pochi eletti che hanno detto “l’ho trovato!”? E beh, allora continuate la lettura e preparatevi però a scoprire che, come tante cose nella vita, non esiste una mappa precisa per trovarlo (e niente GPS, sigh).

Perché si chiama Punto G?

Partiamo dalle basi. Il nome “punto G” deriva dal medico tedesco Ernst Gräfenberg, che nel 1950 per primo lo identificò come una zona erogena particolarmente sensibile, capace di scatenare forti sensazioni di piacere. Ecco quindi che “G” nel punto G non sta per “Graal”, né per “Goduria”, né a quanto pare per “Ginecomania” (questa non ve la spiego e ma la tengo per il prossimo cruciverba). Gräfenberg potremmo immaginarlo un po’ come il primo colono di quest’isola sperduta, mai mappata nemmeno da coloro che si ritenevano grandi esploratori del corpo umano femminile.
Avete già imparato una cosa, contenti? Nell’attesa di portare a termine la vostra missione principale, potreste iniziare a vantarvi di questo al bar con gli amici. La prossima volta che qualcuno vi parla del punto G, rispondete con aria esperta: “Ah, sì, il punto Gräfenberg, certo!”, no? Oh, raga’, io propongo le idee, poi non siete mica obbligati a fare tutto ciò che vi consiglio, benché vi consigli anche questo: vi consiglio di seguire il mio consiglio e…ok, torno al punto G, seriamente!

Come iniziare la ricerca.

Esiste o non esiste? Questo è il dilemma. Iniziamo dalla scienza! Che dice?
Il punto G, scientificamente parlando, è una zona erogena situata sulla parete anteriore della vagina, a circa 5-8 cm dall’ingresso. Sembra facile detta così, o no? Illusi! Pensare di trovarlo subito come se fosse una X su una mappa è un po’ una fantasia da film, quelli che vedete voi, sì, quelli lì in cui pare che tutti siano sommi maestri a cui Vespucci spiccia casa.
Questa è più una caccia al tesoro (e che tesoro!) senza una bussola e senza stella polare. Ma tranquilli, per carità, non vi fate prendere dal panico e aggiungete alle vostre armi anche un po’ di pazienza e, perché no, il coinvolgimento della proprietaria del corpo potrebbe anche essere utile (sempre che non siate ancora alla bambola gonfiabile, ma in quel caso mi sa che cercherete per tutta la vita senza ottenere risultati).
La scienza, dopotutto, ci dice che è una zona particolarmente sensibile, con un’alta concentrazione di terminazioni nervose, che, se stimolata correttamente, può provocare un piacere intenso. Dovete mettervi in testa però che non tutti i sentieri portano alla stessa meta e che non è detto che tutte le donne lo sperimentino con la stessa intensità (insomma, potreste anche averlo già trovato con la vostra ex frigidina).
Studi recenti hanno anche suggerito che la percezione del punto G potrebbe essere legata a fattori psicologici e fisici. Insomma, il piacere non è solo una questione di “punto”, ma anche di “attitudine”. E qui ci stiamo avvicinando al nocciolo della questione: non basta cercare, bisogna saper esplorare e restare con le orecchie tese ad ascoltare i benefici del vostro impegno. Vi prego, fatelo bene!!! E se la ricerca non dà subito frutti? Beh, si sa, “non è il punto d’arrivo che conta, ma il viaggio”. E, credimi, mi sa proprio che tutte le ragazze di Luxury sarebbero d’accordo.
Certo, ci si può anche impegnare per la scienza (pensate come sono contente le mogli dei ricercatori che si occupano ancora di questa questione) e si potrà magari non arrivare mai a un consenso unanime sui modi e i motivi per intraprendere questo viaggio.
Le evidenze, ragazzuoli, suggeriscono che stimolare la zona anteriore della vagina possa provocare sensazioni uniche. Quindi, sì, il punto G potrebbe essere davvero lì…ma ricordiamoci che ogni corpo è diverso, e il piacere è qualcosa che si deve scoprire in modo personale.
Credo che ci possa chiedere anche un’altra cosa sull’argomento. Io, vi assicuro, me la sono fatta spesso questa domanda quando ho avuto a che fare con gente che ne pareva ossessionata.

Perché raggiungere la X è per molti uomini così importante?

In altre parole, perché il punto G è così intrigante? Da un certo punto di vista, femminile, si potrebbe pensare, in un certo senso, a una sfida: l’incontrollato versus la nostra capacità di mantenere un contegno per non urlare e gemere troppo quando è arrivato ieri il nuovo orribile vicino. È come quel “punto di non ritorno” che, se trovato nel modo giusto, può mandarti in orbita. Per voi maschietti, è sempre una questione di orgoglio mi sa, eh? Per voi la vostra mascolinità si misura in decibel femminili, ditela tutta. Raga’, non vorrei deludervi ma… Taccio, taccio. Continuate pure il vostro percorso. Anche perché è qui che sta il bello: anche se non lo trovate subito, il percorso è spesso così piacevole che forse vi dimenticherete che l’obiettivo è il punto Gräfenberg e il vero “punto” sarà Goduria!! E chi lo sa, magari lungo la strada vi potreste imbattere in altre zone erogene che non avevamo nemmeno preso in considerazione.

Conclusioni: cosa abbiamo capito?

Alla fine, il punto G è davvero una conquista per pochi eletti, ma il piacere non si misura solo su coordinate geografiche. Non preoccupatevi, non scoraggiatevi, non fermatevi. Parola d’ordine: divertiamoci!! Perché, come diceva Marco Polo, “Il viaggio è la ricompensa”. E in questa ricerca, ogni “passo” dell’esplorazione vale tanto quanto il traguardo finale.
Se poi credete di avere la risposta in tasca, beh, noi siamo pronte a lasciarci guidare da voi!

Martina

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Cazzo e genetica, Alessia racconta a Martina il risultato della sua prima analisi

Luxury Short Stories: Cazzo e genetica, Alessia racconta a Martina il risultato della sua prima analisi.

A: ciao Marty!

M: oh, Alessia! È da ieri sera che aspetto tue notizie. È mai possibile che devo sempre penare fino alle 6?!

A: e infatti sono tornata, docciata e adesso sarò tutta tua.

M: potevi chiamarmi da sotto la doccia. Non sarebbe stata la prima volta.

A: sì ma stavolta avevo altri pensieri lì sotto, senza offesa.

M: ahah, ok monella, allora deduco che stavi ripensando all’incontro con il cazzo di Riccardo.

A: sì, e di Arturo.

M: e chi è questo? Il fratello di Riccardo che ha il cazzo più grosso del suo? Lo hai testato per farmi un regalo di compleanno?

A: credo che il tuo compagno non sarebbe d’accordo.

M: beh, Ale, io lo farei per la scienza, giusto per capire se la dimensione del pene ha a che vedere con la genetica. Il mio compagno capirebbe.

A: non ho notizie sul fratello, ma se devo giudicare da quello del padre…

M: …la dimensione del pene è ereditaria? Ma ora capisci che devo assolutamente darti della troia? Come casso fai a sapere che il padre ce l’ha lungo quanto suo figlio?

A: oddio Marty, non so se sia proprio uguale, non avevo un righello a portata di mano. Però certo sono due begli esemplari della mascolinità italiana.

M: ah, beh, portano in alto la lunghezza media dei peni italiani. 

A: credo che risollevino la media mondiale della dimensione di un pene.

M: addirittura! Eh ma lo sai che io se non vedo, non credo. Hai fatto quella cosa che facciamo sempre?

A: sì, sì, lo so cosa vuoi porcellina. Adesso ti mando la foto di entrambi.

M: quando dici “la foto” non significa che li hai scopati contemporaneamente, giusto?

A: ma no. Al primo appuntamento? Non avevo bevuto abbastanza per quello. Come sei pignola. Ti mando LE foto dei loro cazzi, ok?

M: capisci che io da te mi aspetto di tutto? Hihi.

A: e fai bene! Fatto. Dunque, con Riccardo è andata bene, molto bene. Come puoi notare dalla foto n. 1 il suo cazzo è grosso, secondo me supera le dimensioni di un cazzo normale. Che dici?

M: mah, ecco, visto così non so. Non avevi una penna da mettere vicino per farmi capire meglio?

A: no, scusa, avevo solo la mia bocca lì vicino, ma non si vede nella foto.

M: la mia amichetta pompinara!

A: comunque fare un pompino a un cazzo così non è stato facile, sai?

M: ma pensa!

A: dai, sul serio. Comunque abbiamo scopato tanto e anch’io cavolo, sono venuta due volte. L’ultima volta gli sono venuta in bocca tenendo il suo cazzo enorme tra le mani.

M: wow, ha gradito?

A: direi proprio di sì, perché a distanza di qualche secondo è venuto pure lui e mi ha sborrato in faccia.

M: bella seratina. Sono curiosa di sapere cosa c’entri suo padre però.

A: va bene, va bene. Allora, l’unico difetto di Riccardo è che è uno di quelli che si addormenta subito dopo una bella scopata. Non sapendo cosa fare sono uscita fuori in terrazzo, con la sua camicia, a prendere un po’ d’aria e suo padre, che abita nella casa a fianco, mi ha notata.

M: abitano così vicini? Meno male che è solo una scopata. Beh, due a quanto pare. Quindi ti ha notata e…?

A: e…mi ha fatto un paio di complimenti. Ha lodato così tanto i miei piedini nudi che credevo fosse un altro feticista che si dimentica di scopare quando va con una donna.

M: ma invece tu glielo hai fatto ricordare, giusto?

A: oh sì, ripetutamente, a casa del figlio.

M: ma daaai!! Ale!!

A: cosa fai, ti scandalizzi?

M: no dico, ma daaai, continua!!

A: ah, ecco, mi pareva. Posso dirti che se penso a una dimensione ideale del pene per la mia fighetta senza dubbio è la sua, ma per quanto riguarda il lato B…ohi ohi.

M: non è un pene delle giuste dimensioni? Quindi non hai dato il culo né al padre né al figlio?

A: fossi matta! Al padre l’ho dato eccome. “Ohi ohi” ero io che lo prendevo il suo lungo cazzo nel mio sederino. Ho urlato così tanto quando ha iniziato a scoparmi dietro che credevo Riccardo si sarebbe svegliato, invece si è svegliato quando suo padre è venuto, pensa te! Quando mi ha raggiunto in casa di suo figlio mi ha subito sbattuta al muro, lì all’ingresso. Era venuto con la scusa di prendere un caffè insieme, invece ha preso subito la mia figa, lì, sbattendomi al muro. Ti rendi conto che porco?

M: hai capito il vecchio porco dal cazzo lungo. Niente caffè direi.

A: siamo andati in cucina ma poi mi appoggiata sul tavolo, lui si è seduto di fronte, io gli ho fatto una sega coi piedi e si è così tanto agitato che si è alzato e mi ha inculata come una puttana lì, sollevando le gambe e bagnandomi con non so cosa preso dalla dispensa del figlio. Ti giuro Marty che abbiamo anche fatto cadere delle posate che erano ancora sul tavolo.

M: e Riccardo se la dormiva mentre il cazzo più lungo del mondo ti scopava!

A: che scema! Non è il cazzo più lungo del mondo, però anche io mi preoccupavo che si svegliasse. Appena la sua sborra mi è entrata nel culo sento dalla camera… “Alessia…ci sei?” e io l’ho raggiunto con lo sperma del padre che ancora colava e gli ho detto che mi ero alzata per bere un bicchiere d’acqua. Mi ha visto con addosso la sua camicia ed è impazzito.

M: terza scopata di fila?

A: beh, prima mi sono divertita un po’ a farmi leccare di nuovo.

M: ma quanto sei stronza?!! Meravigliosa!! Ti ha detto nulla?

A: beh, non avrebbe potuto, ero proprio seduta sulla sua bocca. Poi ho pensato…visto che suo padre mi aveva aperto un po’ il culo…perché non provare anche il suo grosso cazzo?

M: e…hai preso anche il cazzo più largo del mondo in culo?

A: stupida!! Però oh, diciamolo pure: le dimensioni contano quando…

M: …quando si è una gran troia come te! Hihi.

A: te la faccio passare questa perché in effetti… Mentre mi scopava il culo mi sono totalmente dimenticata del padre che immagino sia uscito con la minchia ancora dura dall’appartamento.

M: dai, prossima volta fammi un video mentre scopi. Ho sempre detto al mio compagno che ha un cazzo enorme, grosso, lungo, devo proprio mettere a confronto.

A: ma se vuoi scopo pure lui e poi ti mando i tre video per comparare.

M: no no. Se proprio devi scopare una persona della coppia, devi scopare me, lo sai!

A: è vero, è vero! In effetti lo sai che ho sempre preferito le tue tette a quelle del tuo ragazzo.

M: ah beh, grazie. Sei un’amica. Uuuh, si è appena svegliato. Scusami, ora tocca a me prendere il cazzo, il cazzo più bello del mondo!

A: buona scopata troietta!

M: grazie puttanella.

Alessia e Martina

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TRANS: I PERCHÉ DI UNA PASSIONE IN CRESCITA!

TRANS: I PERCHÉ DI UNA PASSIONE IN CRESCITA!

Ciao a tutti e a tutte. Come il titolo ha spifferato oggi ci occuperemo di transessuali e del crescente interesse che suscitano nella mente (e non solo) dei maschietti. Pronti a partire? Buona lettura!

Mi è sembrato di vedere un trans!

Eh, hai visto male amico mio! Sono certa al 99% che tu ti riferisca a “una” trans.
Non è complicato: ha aspetto femminile ma nasconde una mazza da baseball tra le cosce? È una trans. Ha aspetto maschile ma lì sotto c’è un’umida caverna? Ecco, quello è un trans.
In questa sede intendo parlare del rapporto tra le trans e gli uomini eterosessuali (così dichiarati).
Potrei anche precisare la differenza fra travestito e trans, ma voi siete bravi, vero? Sapete perfettamente che i travestiti sono degli eterosessuali a cui piace più semplicemente vestire i panni dell’altro sesso, che non mirano a modificare il proprio corpo perché ci si rispecchiano. Visto che lo sapete così bene, allora non lo scrivo e vado avanti. Seguitemi, su!

La proliferazione di contenuti nella categoria

Noi tutti usiamo internet per i più svariati motivi, sì? Guardiamo anche tanti video: documentari, serie tv, film, gattini dolcini, le ricette per preparare le arancine, tutorial, recensioni, ecc…
Sicuramente resterete scioccati adesso, perché…ho scoperto che in rete si trovano anche siti pieni zeppi di video porno! Sì, sì, lo so, cadete dalle nuvole, voi non li guardate mai, e nemmeno io. C’è proprio gente che fa all’ammore, gente che fa sesso sfrenato, cose zozze e non come nei film in tv o al cinema, quelli che guardate insieme ai vostri amici, ragazza, parenti: qui si parla di vere penetrazioni, vi rendete conto?!
Su, su, adesso superate questo stato di turbamento perché siamo solo all’inizio.
Già, perché, i pochissimi frequentatori dei siti porno, avranno di certo notato che, da qualche anno, la categoria “trans” ha visto un notevole incremento dei video, andando a intrecciare buona parte delle altre categorie. Come mai secondo voi?
Io, che “opero” da un po’ di tempo, vi confesso che ho notato, anche al telefono, una maggiore richiesta di giochini fantasiosi con le trans o comunque un aumento di racconti che le riguardano. Vediamo un po’ le più probabili spiegazioni.

Curiosità…e non solo!

Consideriamo le ragioni più semplici, per iniziare.

Non tutti quelli che fantasticano sulle trans, andrebbero davvero a cercarne una e, dunque, guardare un video con trans e maschi rimasti del tutto tali, andrebbe solo a colmare una curiosità su un argomento che è sempre più sulla…bocca di tutti. Scherzi a parte, però, molto probabilmente la curiosità di un uomo rispetto ai rapporti nel deretano nasce anche un po’ dalle risposte non univoche date dai noi donne. Si passa da “no, ma sarai matto: il mio culetto non si tocca” a un “ma perché non me lo metti mai nel culetto amore?”. Insomma, ci sta che siate un po’ confusi circa ciò che si prova, e ci sta anche che un pennarello, una zucchina o il bastone della scopa non riescano a soddisfare questa curiosità con un semplice fai-da-te.

Un’ opinione diffusa, in merito anche alla voglia di sperimentare un incontro, riguarda la latente omosessualità dei “ricercatori”. In questo caso non si tratterebbe solo di soddisfare una curiosità su un fenomeno che va via via dilagando, quanto piuttosto il soddisfare un impulso, fino a quel momento ben nascosto, generato dalla lunga repressione della propria omosessualità. Il fatto di condividere una tale esperienza con una creatura sui generis, poi, lenirebbe il senso di colpa da tradimento della propria compagna (in quanto non la si sta sostituendo con un’altra donna), e allontanerebbe allo stesso tempo lo spauracchio dell’essere omosessuali (in quanto quella persona non ha fattezze maschili). Già, già, la mente umana ricerca sempre degli escamotage per giustificare atti che non avremmo mai pensato di compiere. Ok, se avete pensato di andare con una trans siete gay. Punto. Fine. O no?

Vladimir Luxuria, bella e arguta ex parlamentare, nonché poliedrica artista e attivista da sempre in difesa dei diritti LGBTQIA+ (e non solo), rigetta la teoria che gli uomini alla ricerca di una trans siano degli omosessuali latenti. Gli uomini gay, difatti, spiega Vladimir, non rifiutano il loro corpo da uomo, amano il corpo maschile; una trans, invece, appare molto femminile, anche nella sensibilità. Beh, ma allora? Si potrebbe trattare invece di bisessualità latente? Ok, siete bisessuali se ci avete pensato. D’accordo?
Aspettate, aspettate…

C’è anche l’ipotesi della pura trasgressione a tenere banco: niente di diverso dal farlo in modo “strano”, fuori dal comune (in alcuni casi anche fuori dal Comune, per non incorrere nel rischio di essere scoperti). In questo senso si potrebbe leggere anche il servirsi di prostitute trans, poiché queste, come le colleghe nate donne, sono più propense ad accettare richieste, in ambito sessuale, dinanzi alle quali le proprie compagne ufficiali storcono il naso. Perché preferire, però, prostitute in transizione piuttosto che quelle del tutto donne? Beh, potrebbe essere per il fatto che, essendo nata uomo – e dunque pendotata -, una trans potrebbe saper cogliere maggiormente le sfumature di piacere di un altro uomo. Insomma, avete provato una volta per curiosità, per far qualcosa di stuzzicante; poi vi è piaciuto perché la vostra amica trans o la prostituta trans ci ha saputo fare meglio di quanto abbiano fatto tutte le donne nate donne che avete provato nella vostra vita (non siete stati con me però, vorrei precisare!!). Direi che siamo a posto così. Cosa? Gli psicologi? Ah, volete pareri autorevoli? Più del mio? Contenti voi!

Persone più autorevoli di me in campo psicologico (che si contano sulla punta delle dita) ritengono che l’attrazione per il pene, in questi casi, non sia attrazione verso un altro uomo (e io l’avevo detto), ma attrazione solo verso il membro in sé, ritenuto la parte dominante nel rapporto sessuale. Il poter “giocare” con una trans sia in senso attivo che passivo, riprodurrebbe giochi di sottomissione e potere che, in camera da letto, sono fantasie sempre più frequenti con la propria partner ufficiale, sebbene non tutti siano ancora disposti a metterle in atto. Confessare, infatti, di voler provare certe esperienze consegnerebbe in un certo senso il potere nelle mani della donna, potere donatole dal possesso del membro (benché finto), che si unirebbe a un senso di sconfitta del maschio idiota che si è sempre ritenuto un alfa che batte i pugni sul petto dicendo “donna: tu inferiore, tu solo puttana, io sfondo te”. No, no, quest’ultima frase non sono le testuali parole degli psicologi.

Che siate o no in coppia, andare a fare pinki panki con una donna col pene andrebbe a soddisfare il desiderio di sottomissione che spesso non siete disposti a chiedere alla vostra partner o, più semplicemente, non avete una partner a cui chiedere. Dal punto di vista della sottomissione una trans è un mix perfetto perché sostituisce, con un bel membro di carne, lo strap-on dell’eventuale padrona, incarnazione femminile della perfezione, sempre curata in ogni dettaglio. L’inversione dei ruoli, che sia legata ad una ricerca di sottomissione e/o umiliazione, o che sia legata alla ricerca del puro piacere fisico, passivo (orale e/o anale), con una trans è alleggerita – come pesantezza psicologica – poiché offre anche la via d’uscita, consentendo in un battibaleno di riproporre, invece, lo schema consueto, sia oralmente che analmente. Insomma, siete salvi qualora voleste tornare indietro e ripensarci. Le trans sono “complete”, offrono il meglio, per i motivi sopra elencati, sia come uomo che come donna.

C’è chi ritiene, poi, che la passione per le trans possa essere annoverata, in modo molto semplice, tra le molteplici preferenze sessuali, al pari di chi predilige le teen, le cougar o tante altre “categorie” che voi che NON guardate i video porno, non conoscete.

Per concludere…

A quanto pare nessuna delle ipotesi è da scartare ragazzuoli, non c’è una ragione unica per l’attrazione verso le trans.
Ma a voi quale convince di più? L’idea vi ha mai stuzzicato?
Io adesso devo andare, ma se vi va, parlatene con le ragazze di LuxuryLine, ricordando due cose però:
1. non si parla male dell’articolista improvvisata,
2. divertitevi!!!
Ciao!

Martina

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Lato A e lato B: the winner is…

Lato A e lato B: the winner is…

la risposta ce la fornisce la scienza

Amici!
Alzate una mano, tutti quanti! Sì, dai! Sono talmente sicura di me che gioco d’anticipo: alzi la mano chi tra voi almeno una volta nella vita è stato distratto da un bel paio di tette. Avevo ragione? Qualcuno sente il bisogno di abbassarla? Ecco, appunto! E ora, se avete il coraggio, ditemi che non avete mai guardato un bel sederino sculettante.
Anche se non sculetta, in effetti, un culetto fatto bene attira l’attenzione.

LA SCIENZA SI INCURIOSISCE

È un dato tanto incontestato da suscitare anche la curiosità scientifica sull’argomento.
Sì, perché non tutta la scienza studia particelle subatomiche e si preoccupa di risolvere la Congettura di Toeplitz; un manipolo di sondaggisti si è posto una domanda seria, serissima: piace di più il culo o le tette?
Ok, ok, forse le due parole usate non sono proprio quelle, ma il concetto è lo stesso.

E tu? Tu che stai leggendo adesso? No, non tu. Lo so che guardi di nascosto il sedere della vicina del piano di sopra! Eh sì, come sale bene quelle scale, soprattutto con jeans attillati o gonnellina svolazzante!

I dati scientifici

Facciamoci seri, su! Un sondaggio ha rilevato che…rullo di tamburi…è il sedere ad attirare maggiori attenzioni rispetto al seno.
Niente paure ragazze esibizioniste del davanzale, più della metà degli intervistati dichiara comunque di essere attratto anche dalle tette. Se il seno catalizza l’attenzione del 61% (e avrei senza dubbio pensato a percentuali più alte), ben l’82% non resiste al sederino. Personalmente aggiungerei almeno un 10% che sarà stato messo a disagio dalla domanda e avrà negato di fissare chiappe e balconi fioriti con una certa attenzione.
Ma concentriamoci un attimo sull’esito e la schiacciante predominanza dell’interesse verso il nostro lato B.
Perché succede? Il mio ex fidanzato, sull’argomento, aveva le idee chiare: “il culo è più facile da guardare, non ve ne accorgete”! Ma io, per voi, sono andata oltre il senso comune e ho cercato la risposta della comunità antropologica! Contenti?

QUESTIONE DI EVOLUZIONE

Oh, semplicemente siamo animali (io lo sapevo), e come la maggior parte degli animali, ci piace proprio copulare da dietro. Voi lì dietro, cosa ridacchiate? Non stiamo parlando di sesso anale, ma di posizione nel fare all’ammmmore, per scopare, via! A dire il vero, antropologicamente parlando, l’istinto sarebbe quello, solo perché è più facile ingravidare in quella posizione. Oggi non è proprio la mission principale, concordate? Ma c’è di più.
L’evoluzione, consegnando all’essere umano la posizione eretta (salvo giochini particolari), ha posto un problema alle femmine: ok, ho un bel culetto lì dietro per eccitare gli ometti, ma come faccio ad attrarli sessualmente anche sul lato A? Puff! Ecco che le tette, decennio, centennio, millennio dopo millennio, si gonfiano. Detto-fatto praticamente! Oh, ragazze, se volete una taglia naturale in più, lì davanti…c’è da aspettare un po’.
Prendendo per buono questi studi, il seno non sarebbe altro che un’imitazione del popò!! Insomma, cerchiamo di convincervi a guardarci anche di fronte! Però, a giudicare dalle vostre reazioni…direi che lo scopo, un bel paio di tette, lo raggiungono egregiamente!

Io guardo con piacere entrambi i lati di una ragazza, sinceramente, e voi? Fatecelo sapere a parole o a gemiti, siamo qui ad accogliervi!
Ciao ragazzi!

Daniela

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Dimagrire godendo si può

Dimagrire godendo si può

LA PALESTRA E’ A PORTATA DI MANO

L’estate è ormai alle porte, siete pronti per la prova costume?

– si, ogni occasione è buona per togliersi la maglietta perché sono un uomo PLP (palestra, lavoro, pollo);
– ni, sono abbastanza in forma ma non so rinunciare all’aperitivo con gli amici;
– no, ho la pancetta perché non so dire di no alle lasagne della mamma.
Nel primo caso tic toc fai attenzione perché il minuto di rest tra una serie e l’altra sta terminando, se fate parte dei secondi due continuate a leggere perché ho trovato una dieta veramente goduriosa.

SPORT, SESSO E MASTURBAZIONE

L’attività sportiva aumenta il livello di endorfine, fa aumentare i battiti e aiuta a bruciare più calorie ma non sempre si ha il tempo o la voglia di fare sport. Per fortuna non è l’unico passatempo che scatena questi tre fattori. Il sesso, per esempio, li presenta tutti e tre ma siamo onesti, non sempre si ha un partner a disposizione pronto per sudare e darci dentro, e allora che si fa? Si chiede aiuto a colei che è parte di noi, sempre a disposizione senza obiettare: la mano!
Signori miei eccoci arrivati al punto, la masturbazione è la chiave di svolta per tornare in forma.

ISTRUZIONI PER L’USO

L’orgasmo maschile attiva il metabolismo dei muscoli, in questo modo si bruciano calorie e grasso (per noi donne mai una gioia) detto così sembra facile vero? Lo è realmente?
Hideo Yamanaka, il medico giapponese ideatore di questa particolare “dieta”, dice che perché abbia effetto bisogna prestare la massima dedizione e praticare autoerotismo un centinaio di volte al mese cioè una media di tre volte al giorno. Vabbè, Mi direte voi, capirai che sforzo, 5/6 minuti al giorno ed il gioco è fatto. No, no, affinché il corpo percepisca lo sforzo e quindi inizi a bruciare calorie ha bisogno di almeno 15 minuti questo vuol dire che ogni sessione deve durare almeno un quarto d’ora, eh… No pain no game ma io credo in voi!
Se proprio non riuscite a reggere questo duro workout non vi preoccupate per ogni minuto di fai da te si consumano circa 10 calorie al minuto, in questo caso abbinate l’attività fisica ad un’alimentazione adeguata e diventerete comunque dei figurini.
Non vi resta che mettervi comodi, rilassarvi, concentrarvi e iniziare a smaltire con piacere e se volete un po’ di compagnia noi saremo felici di allenarci insieme a voi.

Alessia

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Le dimensioni del pene: verità scientifica, leggende, dicerie e chiacchiere

Le dimensioni del pene

verità scientifica, leggende, dicerie e chiacchiere

è NECESSARIO AVERE UN SUPER PENE? ECCO LA VERITà!

Ciao maschietti! Oggi finalmente parlo di voi! Siete emozionati?
Inizio con il raccontarvi che su questa (hot) linea se ne sente di ogni… uomini con una dimensione del pene da fare invidia a Rocco Siffredi, altri che invece a fatica se lo trovano nelle mutande!
Se ci sia, una verità dietro le vostre descrizioni non è poi così interessante ai fini del gioco, come sempre vi scrivo, infatti, ciò che conta è divertirsi, anche e soprattutto usando la fantasia!
Oggi però mi va “di farmi i CAZZI vostri” e ho deciso, in prima istanza, di andare a vedere cosa dice la scienza in merito alle dimensioni medie e ideali del pene.

Cosa dice la scienza?

Nel corso degli anni sono state effettuate moltissime ricerche riguardanti la grandezza del pene e gli studi hanno messo in evidenza come la misura standard di un pene non in erezione (flaccido) sia tra gli 8 e i 12 cm. Queste misure cambiano quando si parla di peni eretti, misure ritenute normali sono una lunghezza di 12\15 cm con una circonferenza di 12 cm.
Si comincia a parlare di micropenia con peni che non superano i 7 cm in erezione.
Sapete che esistono due categorie di maschietti? Ci sono i “growers” cioè coloro che riscontrano un aumento della lunghezza del pene da quando è flaccido a quando è eretto e poi ci sono gli “showers” che, a differenza dei precedenti, non hanno una crescita così visibile. Cosa ci insegna questa storia? Che forse dovreste cominciare a provare pochino meno di invidia quando fate la doccia dopo il calcetto con gli amici.

CULTURA VS REALTà

Un altro aspetto che la scienza ci suggerisce è che il canale vaginale, cioè quel posto in cui inserire il vostro pisellino, misura in media 7\8 cm e che solo nei primi 2\3 cm dall’ingresso sono presenti i recettori del piacere femminile. Avete presente tutta quella storia delle due dita da usare nella vagina femminile per provocare lo squirting? Immaginate che il vostro pene sia lungo come le dita della mano, se bastano le dita per far squirtare una donna, ci potere riuscire anche senza un cazzo di 20 cm.
Questo è ciò che ci insegna la scienza! Altro ci dice la cultura, quella dei porno, delle chiacchiere tra uomini e dei pettegolezzi tra ragazze…
Ho deciso di tralasciare tutto l’aspetto culturale legato alla virilità maschile che viene spesso associata alle dimensioni del pene e di chiedere invece alle nostre ragazze (che hanno avuto la possibilità di rispondere in modo anonimo) che cosa ne pensassero di lunghezza e circonferenza dei membri maschili e quanta importanza questi aspetti hanno per loro ai fini della buona riuscita di un rapporto sessuale.

QUAL è IL PENE IDEALE DELLE LUXURY GIRLS?

Di seguito le risposte delle HOT GIRLS che hanno deciso di partecipare a quest’iniziativa…chissà magari le conoscete così bene da riconoscerle…

“Ai fini del piacere femminile, non sono importanti le dimensioni del pene ma il suo movimento durante l’atto sessuale: un uomo con il pene piccolo che si muove in un certo modo può dare più piacere di uno con il pene grande ma che si muove meccanicamente solo avanti e indietro”.

“Le dimensioni che contano per davvero, a mio avviso, sono quelle del desiderio e della generosità! E no! Questa non è una frase da concorso di bellezza… Un uomo che impara a conoscere il piacere femminile, che si impegna a far godere la sua donna vale più di un grande pisello usato maldestramente”

“Per me le dimensioni contano. Deve essere largo. La lunghezza non m’importa tanto più delle dimensioni della mia figa non entra. Poi non è vero che dipende da chi lo usa. Se un uomo ha un temperino non può mai colpire come chi ha una sciabola. Poi deve essere bello. Gli uomini hanno la convinzione che solo la figa debba essere bella mentre loro non si guardano mai nelle mutande se non per fare a gare a chi l’ha più lungo. Sarebbe ora che si rendessero conto che le donne scelgono anche in base alla forma del pene”.

“Mmmmmm è vero che l’importante è saperlo usare ma le dimensioni contano parecchio, soprattutto a livello visivo. Non chiedo per forza peni giganti ma almeno un 18 cm con una bella consistenza è richiesto”.

“Secondo me le dimensioni non sono importanti è vero! Però averne uno di 5 cm non è il massimo!! E sarà banale ma vale sempre la frase “l’importante è saperlo usare!!!”

“Ritengo che la perfezione stia nel mezzo: troppo piccolo non si sente e troppo grande in certe posizioni si sente anche troppo e fa male più che piacere.
Però signori miei, che l’abbiate piccolo, medio o grande dovete imparare a usarlo! Perché da questo punto di vista la media è più tragica della media dei centimetri”.

Ragazzi miei come vi sentite dopo le affermazioni delle nostre ragazze? Orgogliosi del contenuto delle vostre mutande o tremendamente preoccupati? Magari qualcuno di voi sarà pure eccitato al pensiero che una giovane donzella possa insultare il suo pisellino…niente è da lasciare al caso qui su Luxury Line!

Cercherò di essere breve, ma come avrete notato l’argomento di questo articolo è stato particolarmente appassionante per me.
Vorrei però sottoporvi a un esercizio prima di terminare: chiudete gli occhi e ripetete più volte come un mantra: “le zone erogene femminili sono molteplici, prometto che mi occuperò di molte di loro con tutta l’attenzione che si meritano e non mi limiterò ad un fastidioso fuori-dentro”.

Con questo non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima settimana, nell’attesa, divertitevi insieme alle ragazze di Luxury Line!

Mia

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SQUIRTING: ISTRUZIONI PER L’USO

SQUIRTING: ISTRUZIONI PER L’USO

entriamo insieme nel magico mondo dello squirting

Ci sono molte leggende che riguardano la sessualità femminile, alcune delle quali mostrano avere un fondo di verità, altre, invece, sono del tutto prive di evidenze scientifiche. Il tema di oggi, oltre ad essere in assoluto il più discusso, risulta essere anche il più controverso quando si parla del piacere femminile seducente. Alcuni sostengono, infatti, che si tratti della manifestazione più pura dell’appagamento sessuale femminile, altri, invece, vivono nella convinzione che non sia altro che un mero effetto speciale montato in post produzione nei porno.
Signori e Signore… Ecco a voi…LO SQUIRTING!
Lo squirting è l’emissione di liquido, talvolta sotto forma di forte getto, che può precedere, accompagnare o seguire l’orgasmo femminile.
La ricerca scientifica, in quest’ambito, è ancora in corso ed esistono pareri discordanti riguardo alla vera natura dello squirting.
Ciò che è sicuramente vero, è che solo una piccola percentuale di donne nel mondo occidentale sembra averne accesso, anche se, per natura, ogni donna ha la potenzialità di squirtare.
Ma cosa succede quindi prima, durante e dopo l’orgasmo?
In concomitanza con l’orgasmo, le donne possono emanare due tipi differenti di fluidi che si differenziano tra loro per composizione e consistenza: lo squirting è infatti molto liquido, non ha né odore né colore e contiene acido urico, urea e creatinina. L’eiaculazione femminile è, al contrario, più densa e bianca, assomiglia allo sperma e contiene una concentrazione più alta di PSA (antigene prostatico). Le ghiandole che secernono l’eiaculato femminile sono le ghiandole di Skene, che alcuni assimilano alla prostata maschile.
Entrambi i liquidi attraversano l’uretra in quanto si generano all’interno dell’apparato urinario che si trova dietro la vagina.
Il punto nevralgico del dibattito scientifico sta proprio qui! Lo squirting è assimilabile alla pipì? Una ricerca pubblicata nel 2014 da Salama (ginecologo francese), ha cercato di fare chiarezza tentando di comprendere la composizione dell’arcano fluido che si produce durante lo squirting. Il campione della ricerca era composto da 7 donne capaci di squirtare una grande quantità di liquido: i soggetti sperimentali sono stati sottoposti ad esami medici e i risultati hanno evidenziato come in 5 donne su 7 era presente, sia nel liquido dello squirting sia nell’urina emessa post orgasmo, il PSA, antigene prostatico specifico, usualmente generato dalla prostata maschile.
Il liquido prodotto dallo squirting, quindi, contiene sì urea e creatinina (sostanze che compongono la pipì), ma sono molto più diluite ed in più sono presenti tracce di PSA.

Veniamo adesso alle cose serie però! Non è un segreto che i maschietti, molti almeno, desiderino donne capaci di annaffiare letto, faccia, camera, corpo e chi più ne ha più ne metta, al momento dell’orgasmo e sono quasi certa che almeno una volta anche tu abbia provato ad informarti per tentare di stimolare nella tua partner (occasionale o abituale) questo Santo Graal del rapporto sessuale.
Tuttavia, vorrei ricordarti che noi ragazze riusciamo a provare grande piacere anche in assenza di squirting e che, a meno che tu non abbia a che fare con donne davvero in grado di maneggiare il proprio corpo, non è così scontato che il tutto possa accadere con facilità.

Se però stai leggendo, e desideri provare a far squirtare la tua partner, devi sapere che la condizione più importante affinché questo fenomeno possa realizzarsi, è il completo relax: fisico ed emotivo di lei.
Vale anche al telefono con noi! Mettici a nostro agio, chiedici se ne siamo capaci, prova a sperimentare con noi!

Le donne, infatti, possono sperimentare questa pratica attraverso l’autoerotismo (perfetto in telefonata!) e nel rapporto con il partner, sia con la masturbazione sia con la penetrazione.
La zona da stimolare è la CUV (area clitoride, uretra, vagina).
Conoscete il gesto del “richiamino”? Inserisci due dita della vagina rivolte verso l’altro per stimolarne la zona anteriore, sii delicato ma anche deciso.
Cerca di stimolare contemporaneamente il clitoride.

Fai eccitare la tua partner, falla sentire desiderata, sexy, libera di esprimersi e goditi il viaggio con lei. Ciò che davvero conta è come si arriva alla meta, se poi è bagnata, in questo periodo di caldo, tanto meglio!

Mia

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5 cose che (forse) non sai su noi donne

5 cose che (forse) non sai su noi donne

Un viaggio in 5 tappe nei meandri più nascosti della sessualità femminile

Non sarai mica uno di quelli che si vanta di conoscere perfettamente le donne? Sai che abbiamo piccoli e grandi segreti che non sempre sveliamo a voi maschietti?
Se la questione t’incuriosisce e hai voglia di approfondire il magico mondo della sessualità femminile, continua a leggere questo articolo perché sto per rivelare qualcosa che (forse) ancora non sai su noi donne!

1 – Anche a noi “capita” di tradire

Ricerche stimano che le donne tradiscono maggiormente con l’avanzare dell’età: dati mettono in evidenza che oltre il 75% delle donne fra i quaranta e i quarantacinque anni tradisce abitualmente il proprio partner.
Ci immaginavi come delle santarelline?

2 – Amiamo i sextoys

Noi donne acquistiamo più giochini erotici di voi maschietti!
A quanto pare il nostro preferito è il modello “Rabbit” che riesce a stimolare sia il famigerato “punto G” che il clitoride.
Tu che ne pensi? Non sarai mica geloso!

3 – Le nostre fantasie erotiche sono più “estreme” di quello che pensi

Una ricerca dell’Università di Montréal (Canada) ha mostrato come le donne abbiano fantasie sessuali insospettabili: un esempio? Spesso immaginiamo di essere dominate dai nostri partner.

4 – “Ciao! Scopiamo?”

Sei ancora convinto della nostra innocenza? Ci immagini ancora come degli esseri angelici scesi direttamente dal paradiso?
Se sì allora forse ti sarà utile sapere che il 43% di noi desidera un rapporto sessuale nel totale anonimato! Festa in maschera?

5 -Gli orgasmi sono salutari

L’orgasmo agisce sulla produzione di ossitocina che aiuta a combattere lo stress, delle endorfine, antidolorifici naturali, e del testosterone che contribuisce al  rafforzamento del sistema immunitario. Insomma avere orgasmi ci fa bene a livello fisico e mentale!

Considerando che il record di orgasmi femminili ottenuti nell’arco di un’ora è di 134 e che l’orgasmo multiplo è spesso solo una questione di pratica, dovresti alzare la cornetta e chiamare contribuendo in tutto e per tutto alla nostra felicità.

Spero che questo articolo ti abbia fatto scoprire qualcosa di “piccante” su di noi e che proverai a testare queste tue nuove conoscenze nelle nostre telefonate, così da renderle davvero speciali.

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Mia

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