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Trasgressioni a Ferragosto parte 2

Trasgressioni a ferragosto (SECONDA PARTE DI DUE)

Dopo circa un’ora, mentre il silenzio ovattato del villino era rotto solo dal frinire ostinato delle cicale e dal ronzio monotono del ventilatore, Marina sentì bussare alla porta.
Si alzò lentamente, stanca per il caldo che avvolgeva ogni cosa, e andò ad aprire.
Elio era lì, in piedi sull’uscio, con lo sguardo fisso nei suoi occhi, intenso, quasi a voler scavare dentro di lei.
«Tu mi devi un pranzo,» disse, con voce calma ma ferma, quasi fosse una sentenza.
Poi, all’improvviso, il gelo di quella serietà si sciolse in un sorriso disarmante.
«Dopotutto,» aggiunse con un’aria complice, «i giocattolini sono sottovalutati. Usami pure, ok? Lo so… resistermi è un’impresa.»
Marina gli mise una mano dietro la nuca, lo attirò a sé e lo baciò. Il bacio fu rapido a trasformarsi in qualcosa di più: le lingue che si cercavano, i corpi che si avvicinavano fin quasi a fondersi.
Si ritrovarono a spogliarsi lungo il corridoio, disseminando gli abiti sul pavimento, spia del loro desiderio non più celato. Le mani di Elio esploravano ogni curva, la bocca scivolava dal collo al petto, indugiando sui capezzoli tesi, mentre lei gemeva piano, le dita intrecciate tra i suoi capelli, il corpo che si arcuava ad ogni carezza, ad ogni colpo di lingua, finché il piacere le attraversò la schiena come un’onda lunga.
Sul divano, sul tappeto, contro la parete: ogni passo era un invito, e ogni carezza bruciava più del sole di agosto.

Quando la spinse sul letto, lei lo accolse senza esitazione. Entrò in lei con un movimento lento, profondo, che la fece sussultare e affondare le dita nei suoi fianchi. I loro corpi trovarono subito un ritmo, lento all’inizio, poi via via più veloce e affamato. Ogni spinta li avvicinava di più al punto di rottura.
Marina lo fissava negli occhi, le labbra socchiuse in un respiro irregolare, finché il piacere le esplose dentro, facendole stringere le gambe attorno ai suoi fianchi e gemere forte. Sentendo il suo corpo fremere sotto di sé, Elio cedette alla stessa marea, ansimando il suo nome, e venne su di lei, lasciando colare il caldo sperma sul suo ventre e tra le sue cosce.
Restarono così, abbracciati e ansanti, mentre il sudore si raffreddava lentamente sulla pelle. Elio le sfiorò il viso con le labbra, un bacio leggero dopo la tempesta, prima di rotolare di lato. Continuò a cercarla con le dita, con lo sguardo, tentando invano di comporre parole intere, ancora avviluppato in quel piacere che gli inceppava il fiato e i pensieri.
«Sì, è stato bellissimo Elio…» e poi avvicinandosi come se stesse per sussurrargli qualcosa di romantico, aggiunse: «Però prima che me ne vada, un po’ di sano sesso orale lo facciamo eh!» e gli stampò un bacio sulle labbra. Elio sgranò gli occhi per prenderla in giro e ritrovò le parole.
«Una brava ragazza come te vuole leccata la figa e vuole farmi addirittura un pompino con ingoio?»
«Non ho detto anche “ingoio”, ma sì.»
«Quanto sei porca!»
«Tanto, a dire il vero, ma adesso corri dai tuoi amici o ti daranno per disperso.»
Si rivestirono con calma, invece, ancora sorridenti e stanchi.
«Tu mi distruggi fisicamente, meno male che domenica vai via.»
«Infatti. Meglio per te.» Si diedero un ultimo bacio sulla porta e lui le strizzò le tette. «Porco. Ah, Elio. Il classico bagno di mezzanotte, lo farete?» chiese Marina, mordendosi appena il labbro.
Elio la guardò con un mezzo sorriso. «Io sono lombardo doc…col mare non ho nulla di “classico”.»
Lei si avvicinò, provocante, piegando appena il capo. «Un peccato…perché la tradizione vuole che si faccia completamente nudi.» Lui rise piano. «Solo per la tradizione, eh?»
«Solo per quella» ribatté lei, sarcastica e maliziosa.

L’appuntamento per rispettare insieme l’antico rito era stato fissato alle 23:30 ma alle 23 in punto Elio era già di nuovo davanti alla sua porta. Camminavano verso la spiaggia, il passo leggero, senza fretta. Le mani si cercarono, le dita si intrecciarono con naturalezza. Ogni tanto uno sguardo, un sorriso silente, mentre il mare, placido, li accompagnava con una melodia dettata dal lento rovinare delle onde sulla riva.
Lo scoccare della mezzanotte li trovò vicini, iniziarono a spogliarsi lentamente l’uno con l’altro. Ogni gesto era un fremito, una promessa d’estasi a cui entrambi bramavano di tenere fede. Nell’acqua, ogni passo rompeva il velluto del mare, e spruzzi d’argento alla luce della luna, si infrangevano sui loro corpi caldi, nudi. Lui la attirò a sé, la voglia saliva, il membro penetrò in Marina, le mani su quel culo che tanto gli piaceva. Le labbra si incontrarono in un bacio più urgente, e la notte di Ferragosto li avvolse, cancellando ogni altra cosa.
Uscirono dall’acqua gocciolanti, Marina gli prese la mano e lo trascinò al villino. Chiusero la porta alle loro spalle e, senza asciugarsi, si lasciarono cadere sul divano. Lo fissò con uno sguardo velato di lussuria, con un sorriso lento che le piegò le labbra mentre si lasciava scivolare in ginocchio; le mani percorsero le cosce bagnate prima di accogliere in bocca il suo cazzo con movimenti misurati e profondi, sempre più profondi. Elio gettò la testa all’indietro, un gemito basso che la fece sorridere. Lo leccò per bene, sotto alla cappella, quella parte che le piaceva così tanto, e lo guardò per spiare le reazioni sul suo viso. Quando lui provò a tirarla su, lei lo riprese ingorda e strinse ancor più con le labbra quel grande membro, continuando finché lo sentì irrigidirsi, le vene pulsare sotto la sua lingua e venne, venne forte, ansimando il suo nome, e Marina accolse tutto, fino in gola. Si fece sollevare, adesso sì, gli si sedette addosso e poggiò la testa sul petto ancora palpitante di Elio. «Ora mi riprendo eh.»
«Tranquillo, non c’è fretta. Elio…» sussurrò con voce dolcissima.
«Sì?»
«Cosa ne pensi del sesso anale invece?» sorridendo.
«Amore, sei una troia!» e risero insieme dell’apparente dissonanza di quelle due nuove parole.

Al mattino il telefono di Marina vibrava senza sosta sul tavolo in cucina.
«Ma se non rispondi a Mister Tempismo…cosa fa, manda giù i caschi blu?» ironizzò Elio, aggrovigliato a Marina nel lettone dove avevano passato insieme tutta la notte.
Marina lo baciò per zittirlo, ridendo. Giocarono, lei lo bloccò sotto di sé colpendolo ripetutamente coi suoi seni sul viso e intimandogli nuovamente di fare silenzio. «Signorina Marina, guardi che lei sta rischiando che la mia furia si abbatta sul suo culetto. Com’era quella cosa del sesso anale?» Fu allora che sentirono una voce: «Mariiii?»
Era Danila, rientrata in anticipo per farle una sorpresa. Marina ebbe appena il tempo di scavallare da Elio, lasciando il suo membro visibilmente eretto puntare il soffitto. Danila entrò nella stanza, restò ferma qualche secondo, mentre Marina fece prendeva il vestito dalla sedia e lo strinse contro il petto; a Elio, invece, non rimase che coprirsi con una mano.
«Ah.» Poi, con un mezzo sorriso, Danila aggiunse: «Ehm…non sono mai stata brava a fare le sorprese, continuate pure.» Richiuse la porta alle sue spalle. Marina ed Elio si guardarono impietriti. Poi lui disse: «Ma ha davvero detto “continuate pure”?» e scoppiarono insieme in una risata sommessa. Marina tornò subito seria e lo invitò a vestirsi. Lui ribatté che, poche ore prima, una certa ninfomane glieli aveva già sfilati in cucina. Marina infilò il vestitino ed uscì.

Trovò Danila in cucina, intenta a scrivere al telefono. «Stavo rispondendo ad Andrea, un attimo. “Sì, sì, è ce l’ha più grosso del tuo”. Non si capacita» scherzando, poi aggiunge «forse il tuo amico ha dimenticato qualcosa.» Le indicò i vestiti ordinatamente ripiegati sulla sedia. «Le mutande però no, quelle non me la sono sentita di raccoglierle.»
Marina ringraziò, aprì distrattamente la porta della camera e, senza nemmeno guardare, lanciò tutto addosso a Elio. «Che modi sono?» rise lui.
Dopo qualche scambio reciproco di scuse e battute, Danila dichiarò che aveva proprio bisogno di farsi una doccia. Marina bussò alla porta della camera da letto. «Puoi uscire» disse, aprendo appena uno spiraglio. Elio apparve sulla soglia con un mezzo sorriso malizioso. «Vado a lavarmi le mani…visto che le ho messe in certi posti.»
«Ok.» rispose lei distratta, ma un istante dopo spalancò gli occhi. «Nooo, aspetta!»
Troppo tardi. Elio aveva già aperto la porta del bagno. Dentro, Danila era chinata, intenta a sfilarsi la gonna.
«Oh, scusa, scusa!» disse Elio, ritraendosi di colpo e richiudendo la porta. Dal bagno arrivò la voce di Danila, divertita: «Sei un bel ragazzo, ma le cose a tre non mi piacciono. Grazie lo stesso!» Scoppiarono a ridere.
Più tardi, Danila propose un pranzo in spiaggia, invitò anche Elio, ma il pesce siciliano lo aspettava su una bella griglia fumante e a malincuore rifiutò. «Ah, allora stasera. Dovremo pur scambiare due chiacchiere entrambi coi vestiti addosso noi due.»
Marina si confidò con l’amica, parlarono di Andrea, del loro rapporto perfetto, del dispiacere nel dover chiudere la porta a un ragazzo come Elio ma, dopotutto, lo aveva conosciuto solo tre giorni prima.
La serata scivolò leggera, tra risate e confidenze sui colleghi, ricordi di viaggi, amori passati, animali e buon cibo, fino a perdersi a parlare di modelli d’auto. C’era la smania di chi non si è ancora avuto abbastanza. Andrea sembrava distante, e non solo fisicamente, quando gli sguardi di Marina ed Elio si incrociavano, improvvisamente seri.

La mattina dopo, appuntamento all’alba in spiaggia. L’acqua era fredda e trasparente. Giocavano, parlavano, si inseguivano. Poi Elio l’abbracciò: «Potrei innamorarmi follemente di una persona come te.» Un fremito le attraversò il corpo, ma soffocò i pensieri e lo baciò, un bacio dolce e breve, dietro cui si celava la tristezza di dovergli chiudere quella porta.
Il giorno passò tra momenti con Danila e attimi rubati da soli. Ma, durante il pranzo insieme, Andrea chiamò. Marina rispose. Elio distolse lo sguardo, malinconico. Danila, con la sua solita ironia, disse: «Prima o poi dovrete parlare dell’elefante nella stanza…e non sto dicendo che Andrea sia grasso eh. Che poi come animale al momento è più simile a un cervo.»
Marina la fulminò con lo sguardo, ribadì che non avrebbe lasciato Andrea e che Elio ne era informato, e lui sorrise amaramente: «Sì, consapevole di essere stato solo un passatempo di Ferragosto.» Danila smorzò: «Però che bel passatempo…guarda che bonazzo!»
Elio comunicò che aveva deciso di lasciarle del tempo per restare con l’amica, che si sarebbero salutati l’indomani, per sempre, prima della partenza di Marina. Marina non gradì, ma capì. Anche Danila tentò di dissuaderlo, dicendogli che le cose belle vanno vissute fino alla fine. Elio fu irremovibile. O quasi.
Ore dopo, mentre le due amiche gustavano un gelato in terrazzo, Marina vide in lontananza una figura familiare.
«Che mi è saltato in mente di venire in Sicilia con sto caldo? Dovevo andare in Alaska!» disse lui scherzando. Marina replicò che era ancora in tempo. «Eh, forse domani…oggi me la godo con una splendida fanciulla che domani va via, ho deciso di seguire il consiglio di una vecchia saggia.» Danila lo punzecchiò: «Vecchia a chi?» e sparì.
Elio baciò Marina. «Non è giusto che sia sempre io a venire da te però. Se mi fai dare una leccata ti perdono. Al gelato, sciocchina!»
L’ultima notte insieme fu intensa, ma stavolta i sospiri e i gemiti furono più cauti, quasi pudichi, come se il desiderio avesse imparato a parlare sottovoce. Dopo aver fatto l’amore, lui giocò le sue ultime carte: «E se fossi io l’uomo per te e non Mister Tempismo? Sicura che non vuoi essere convinta?» Marina sorrise, gli disse che gli sarebbe mancato, ma non aggiunse altro.
La mattina, Danila la accompagnò all’aeroporto. Dall’altra parte dell’Italia, Andrea la accolse con un bacio, ma il sapore non era lo stesso, pensò Marina.

La domenica seguente anche Elio fece ritorno al Nord. Il lunedì, già immerso nella routine, uscì dall’ufficio borbottando contro qualche collega insopportabile. Con lo sguardo fisso sul cellulare, stava per avvisare sua madre che non sarebbe passato da casa. Poi alzò gli occhi: Marina era lì, appoggiata con disinvoltura alla sua macchina.
«Tu sei matta!» le disse, lasciando affiorare un sorriso.
Lei sorrise: «Stavolta sono venuta io, vedi?» Lo baciò. «Convincimi che sei tu.»
«Marina…» dolcemente.
«Sì?»
«Com’era quella storia dell’anale? Dici che si può fare anche qui?» indicando con lo sguardo i sedili della sua auto.
«Sei proprio stupido.»
«E la mia autostima continua a salire…»
«Bene, ora pensiamo a lui allora.»

Fine

Martina

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Trasgressioni a Ferragosto parte 1

Trasgressioni a ferragosto (PRIMA PARTE DI DUE)

L’aeroporto Falcone-Borsellino era un brulicare di trolley trascinati di fretta, annunci all’altoparlante e odore di caffè bruciacchiato. Marina camminava tra la folla con il telefono stretto in mano, il pollice che saltava veloce da una chat all’altra.
Appena atterrata, amore — inviò ad Andrea.
Sei arrivata? Io sì — scrisse all’amica Danila, che se ne stava in giro per Parigi.
Troppo concentrata sullo schermo, non si accorse dell’uomo davanti a sé. Ci sbatté contro, il seno urtò contro le sue spalle.
«Scusami» disse d’istinto. Lui si voltò di scatto, lo sguardo rapido, quasi automatico, scese sul décolleté. «No ma figurati…è la prima volta che mi piace un tamponamento».
Marina colse l’occhiata e sbuffò, roteando gli occhi al cielo. Non aggiunse altro e lo superò, diretta verso l’uscita.

Il taxi la lasciò davanti al cancello bianco del villino di Danila, a Cefalù. Il sole era già alto, e il vestitino corto e scollato che indossava le aderiva leggermente alla pelle per via dell’umidità.
Recuperate le chiavi dal vicino indicato dall’amica, entrò.
Dentro, il villino era caldo e silenzioso. Sul tavolo dell’ingresso, un biglietto: Divertiti…ma non con il vicino, che è sposato. La calligrafia tonda e un piccolo cuoricino a fine frase erano tipici di Danila.
Marina sorrise tra sé, lasciò il trolley e iniziò ad abbassare le spalline del vestito mentre si avviava verso una tanto agognata doccia. Il tessuto le scivolò giù dai fianchi, rivelando la pelle già leggermente dorata. Il vestito le si impigliò ai tacchi — la solita pasticciona — e si piegò per slacciare le cinghiette delle scarpe, che lanciò vicino a sé per poi far fare un lungo volo al vestitino. Un passo dopo l’altro, si liberò anche delle mutandine che lasciò cadere vicino alla porta del bagno.

Aprì l’acqua fredda della doccia: il primo getto colpì il seno, facendole contrarre i capezzoli. Rimase immobile per un istante, respirando piano, lasciando che il fresco si diffondesse dalla pelle all’interno del corpo. Passò le mani sul collo, risalendo alla nuca, poi scese lentamente lungo i fianchi, seguendo la curva dei glutei e lasciando che le dita si insinuassero appena tra le cosce.
Le gocce le accarezzavano il ventre e si infrangevano contro il monte di Venere, per poi scivolare giù tra le gambe, unite e rilassate. Sciolse i lunghi capelli che, bagnati, aderirono alla schiena, scivolando come una seta pesante fino a sfiorarle le natiche. Inclinò il capo all’indietro, lasciando che l’acqua le lambisse le labbra socchiuse e si mescolasse al respiro caldo che le usciva dalla bocca.
Insaponò lentamente i seni, giocò con movimenti circolari, facendo scivolare la schiuma intorno ai capezzoli turgidi e indugiando su di essi finché abbandonò il destro per far scorrere la mano verso il ventre, superandolo e continuando oltre, proprio lì, dove il calore e il fresco si incontrarono in un brivido. Chiuse gli occhi, inspirando a fondo quell’aria densa di mare, sentendo il cuore batterle lento ma forte, assaporando il piccolo paradiso nato dal contrasto tra l’acqua fredda e la pelle ardente.

La mattina seguente, seduta su una sdraio con un libro aperto fra le mani, Marina stava già perdendosi tra le righe quando un’ombra si allungò sulla pagina. Sollevò appena lo sguardo, infastidita dal cambiamento di luce: c’era una figura che osservava la copertina. Poi sentì quella voce maschile, calda e vagamente ironica, rompere il silenzio.
«Se è interessante come la copertina…quasi quasi vado a vedere il film appena esce.»
Alzò lo sguardo, gli occhi azzurri che lo fissavano da sopra gli occhiali da sole.
«Ti dispiace?» gli disse Marina tornando subito al libro, infastidita dall’ennesimo disturbatore.
«Dispiace un po’ alla mia autostima. Non ti ricordi di me?»
Lei sollevò di nuovo lo sguardo, abbassò gli occhiali da sole e sì, lo riconobbe.
«Ma certo!» sorrise sarcasticamente. «Sei il tizio che ama guardare le tette delle sconosciute all’aeroporto.»
«Sì, e anche al mare» e di nuovo lo sguardo fece capolino sul seno procace su cui poggiava un sottile filo dei capelli neri di Marina, «però puoi chiamarmi Elio, per abbreviare lo dico. Metti che stai affogando, se devi star lì a gridare “aiutami tizio che ama guardare le tette alle sconosciute in aeroporto e al mare”, capisci bene che rischi la vita, anche perché io perdo pure il mio tempo a indossare i braccioli, il salvagente…»
Finalmente Elio riuscì a strapparle un sorriso. E non fu certo l’ultimo che Marina, in quelle ore, gli restituì.

Il resto della giornata lo passarono insieme, tra tuffi in mare e giochi in acqua, tra un gelato e una granita, la complicità tra i due cresceva di ora in ora, semplicemente, alternando sberleffi a veloci aneddoti delle proprie vite.
Dopo cena lo rivide al chiosco, con due birre in mano. Gliene porse una senza chiedere. Era con degli amici, ma, stranamente, con loro parlò poco, le sue attenzioni erano tutte dirette verso Marina che stava giocando col cagnolino di un’amica che l’aveva raggiunta. Anche lei lo controllava a distanza, ogni tanto, attenta a non farsi scoprire.
Quando tornò al villino, Marina passò la lingua sulle labbra come se volesse ricercare ancora il sapore della birra offerta da Elio. Sorrise. E se ne accorse.

I due si cercarono la mattina successiva, si trovarono. La spiaggia era ben viva nutrita di voci e risate.
Marina stava all’ombra dell’ombrellone, un libro in mano, quando Elio, appena uscito dall’acqua, le passò davanti e, senza preavviso, si scosse i capelli bagnati proprio sopra di lei.
«Ehi!» protestò, stringendo il libro per non bagnarlo.
«Ops…» fece lui, con un sorrisetto che non lasciava spazio a dubbi sul fatto che fosse un gesto calcolato. Si sedette accanto a lei, ancora gocciolante, e lasciò che lo sguardo scivolasse con disinvoltura verso il costume di Marina, uno spettacolo per i suoi occhi ingordi.
«Ma sicuro che i tuoi amici non sentano troppo la tua mancanza? Sentiti libero di andare a infastidire anche loro, eh.»
«Ti ignoro perché so che mi adori. Oh, ma lo sai che domani a pranzo con i miei amici ci facciamo una bella grigliata di pesce siciliano? Finalmente!» disse, allargando le braccia come se stesse annunciando un evento memorabile. «Non vedevo l’ora.»
Poi, inclinando la testa verso di lei, aggiunse: «Avevo pure pensato di invitare una siciliana…ma ne conosco solo una, ed è antipatica.»
Marina, senza alzare lo sguardo dal libro, replicò con finto distacco: «Quella siciliana lì, oltre a essere antipatica, è pure vegetariana. Quindi, secondo me, non avrebbe accettato.»
Elio rise. «Pure vegetariana? Meno male che è carina, guarda…perché i difetti li ha tutti.»
«Aspetta, aspetta…devo segnare sul diario che mi hai fatto un complimento» disse lei, voltandosi verso di lui con un mezzo sorriso. Posò il libro accanto a sé, poi si girò lentamente, lasciando che il sole le accarezzasse la schiena. Piegò un braccio sotto il viso, facendo scivolare i capelli su un lato, e slacciò piano il laccetto del costume, liberando la pelle alla luce. Corrucciò lo sguardo, scherzosamente. «Per celebrarlo, a pranzo potrei persino cucinare qualcosa per te. A tuo rischio e pericolo, ovvio.»
Gli occhi di Elio seguirono il movimento, soffermandosi sul sedere pieno e dorato dal sole. Un lampo malizioso gli attraversò lo sguardo. «Beh, se me lo chiedi così…accetto la sfida, ma se muoio, dico a tutti che è colpa tua.»
Andarono insieme a comprare il necessario. Tra i banchi affollati, una venditrice sorrise a Elio, indicando le cassette di pomodori. «Alla sua fidanzata diamo i pachino o i datterini?» Marina trattenne un sorriso, fingendo di concentrarsi sulla scelta di altro. «Pachino, grazie.» Elio le lanciò uno sguardo di traverso, ma non replicò.

Arrivati al villino, Marina si mise subito ai fornelli. Elio la osservava muoversi canticchiando, con i capelli raccolti, il costume ancora addosso e quella gonna così aderente che disegnava il suo culo alla perfezione.
«Se continui a muoverti così, rischi di farmi venire certe voglie» mormorò lui.
«Parliamo ancora del pranzo?» ribatté lei, voltandosi appena con un sorriso sornione. Riempì di nascosto un cucchiaio con del couscous e glielo lanciò addosso. Lui la guardò storto ma lei continuò a provocarlo «non avevi fame scusa?»
Lui prese un pomodoro, si avvicinò con calma dietro di lei, le mise la mano sotto il mento e lo strizzò proprio in mezzo ai seni.
«Visto che ti piacciono così tanto i Pechino.»
Lei lo corresse: «Pachino!» fingendosi scandalizzata dal gesto. Lui mosse ancora il pomodoro sulla spalla nuda di Marina e cominciò ad assaggiarlo dal suo corpo. «In effetti è molto buono.»
Strofinando il proprio bacino verso quello di Elio, Marina si girò e aggiunse «e adesso chi pulisce qui?» indicando con gli occhi le strisce e gli schizzi del pomodoro sulla sua pelle. Lui scostò col dito il costume e iniziò a leccarla. «Proprio lì era pulito, Elio» con un rimprovero scherzoso. Spostò con la mano la testa di Elio, lui scivolò con la lingua sul suo collo le afferrò la vita, la guardò per qualche secondo e le disse: «Hai ragione, sono un cafone, assaggia anche tu» e le baciò le labbra mentre il suo membro sempre più gonfio poggiava tra le cosce di Marina. I due si baciarono a lungo, le mani di lui passeggiarono sotto alla gonna di Marina, arrivando a stringerle quel bel sederino su cui tanto aveva fantasticato in quei giorni. Quando la bocca di lui scese di nuovo sul collo, Marina fece scivolare le sue mani sotto la maglietta di Elio, accarezzandogli la schiena possente, fino alle spalle.
«Ti voglio», le sussurrò all’orecchio. Lei camminò col corpo aderente al suo, spingendolo contro il tavolo da pranzo, gli sfilò la maglietta, portò la testa di lui più giù e gli permise, stavolta, di leccarla, liberamente.
«Dimmi che non hai messo una zucchina nei pantaloni» disse lei scendendo a toccare Elio in mezzo alle gambe.
«Ho un cazzo lì, va bene lo stesso? Ed è tutto per te. E sta diventando durissimo».
Continuarono a sentire la loro voglia, stretti, sudati. Lui sollevò le cosce di Marina attorno a sé, e stretti così la fece sedere sul tavolo.
Il respiro di entrambi si fece più veloce, i corpi ancor più vicini…in una danza di continuo cercarsi e scontrarsi.
Poi, sul tavolo, il telefono di Marina vibrò. Entrambi si girarono. Lo schermo illuminato mostrava due parole: Amore mio.
Elio cambiò espressione. Marina lo guardò, ma prese il telefono e rispose. «Andre…posso chiamarti dopo?»
Elio intanto aveva già raccolto la sua maglietta e stava uscendo dalla porta. Marina, chiuse con Andrea inventando una scusa. Gli gridò di aspettare, ma Elio non lo fece.
Gli corse dietro. Lo chiamò per nome, lui si fermò, attese che lei gli si mettesse davanti e le disse: «Guarda, non voglio essere il giocattolino di nessuno.»
«Hai ragione…avrei dovuto dirtelo.»
«Da quanto state insieme?»
«Quasi due anni e mezzo. Viviamo insieme in realtà.»
Il disprezzo negli occhi di Elio fu netto. La dribblò e andò via.

Martina

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Godere con la bestemmia

Godere con la bestemmia

Godere con la bestemmia: perché alcuni trovano eccitante offendere il divino?

C’è chi sussurra “ti amo”, chi geme “più forte”…e chi, a un certo punto, esplode con una bestemmia che farebbe arrossire anche il parroco più di manica larga. Succede. Spesso. Più spesso di quanto pensi.
Lavorando per una linea erotica, vi assicuro, noi ragazze ne sentiamo di tutti i colori. Alcuni chiamanti vogliono dolcezza, altri sottomissione, e poi ci sono loro (forse anche tu): quelli che nel momento di massimo piacere…pensano a Dio, a Gesù, a sua madre e magari anche al bue e all’asinello. Ma perché?
Perché bestemmiare può eccitare? Dietro questa voglia di avere il sacro mentre si scopa, c’è molto più di quanto sembri: storia, antropologia, parecchia libido repressa.
Per alcuni è solo uno sfogo impulsivo, per altri è quasi piacevole, come se si regolasse un conto in sospeso. Può essere liberatoria, forse, per chi la pronuncia, ma perché persino eccitante? Andiamo alla scoperta di un fenomeno con radici profonde e notevolmente sfaccettate.

La bestemmia come valvola di sfogo

Partiamo dal primo livello: lo sfogo emotivo. Da sempre, l’essere umano ha bisogno di scaricare tensioni. Dalla clava lanciata in aria dal cavernicolo furioso al pugno sul tavolo del laureando che perde ore di scrittura della tesi (imposta il salvataggio automatico a un minuto, su), il bisogno di liberarsi da una pressione interna è universale. La bestemmia, in questo senso, è una bomba verbale perfetta: rompe un tabù, genera un picco emotivo, e al contempo offre sollievo (anche se su questo punto se ne potrebbe discutere parecchio).
Probabilmente, in un’epoca in cui tutto dev’essere controllato, filtrato, autocensurato, l’atto di bestemmiare rappresenta una trasgressione pura come quegli insulti dei leoni da tastiera verso il vip di turno. Ma questa trasgressione, il bestemmiare, rientra tra quelle che, a quanto pare, hanno un certo sex appeal che odora di ribellione.

Antropologia del sacro e del profano

Antropologicamente parlando, la bestemmia non è altro che un’inversione rituale. In molte culture, infatti, esiste l’idea di rovesciare l’ordine sacro per esorcizzare il male, per ridere della morte, o per ridefinire i confini della normalità. Capito? Dai su, un piccolo sforzo. È un po’ come in quei carnevali medievali in cui il buffone interpreta, diventa re, ma anche gli insulti alle divinità nei riti dionisiaci, sono testimonianze del fatto che l’essere umano ha sempre giocato col sacro per ristabilire un equilibrio col profano, per “umanizzarlo”.
La bestemmia, in fondo, è questo: un’irriverenza rituale. Un modo per confrontarsi col divino, per ridurlo a misura d’uomo. Ora è più chiaro? Possiamo proseguire? Lo so cosa si aspetta.

Bestemmia e libido: un’accoppiata che non ti aspetti

Eccoci qui. Iniziamo da una verità scomoda: la bestemmia è un atto proibito. E cosa c’è di più eccitante del proibito? Andiamo un po’ indietro nel tempo: ricordi quando ci dicevano “non toccare”? Uuuhh, che voglia di toccare, no? E appena si poteva, che cosa facevi tu? Toccavi il proibito.
Le parole proibite scatenano qualcosa di profondo: un a volte irresistibile connubio tra paura, trasgressione e piacere. Quando ti viene voglia di bestemmiare o farci bestemmiare nel bel mezzo di una chiamata hot, non è solo un insulto rivolto a chi dai deciso di mettere in mezzo, è una sorta di colpo di reni verbale, lo accompagni con la foga dell’averci (o del farti prendere), un modo per trasgredire al quadrato mentre la mogliettina dorme magari.
Ci può stare? Va bene, intanto che ci si riflette un po’ aggiungo anche un’altra cosa eh.

Un po’ di storia, tra forche e fantasie

Se oggi ti squalificano dal Grande Fratello, nel Medioevo, dove si stava bene senza i reality, bestemmiare era un affare molto molto serio. Si rischiava non solo di venire multati, ma perfino la tortura, pensa te. Mica te lo sto dicendo per perdere tempo eh, ma perché questo può farci riflettere di come, nel tempo, magari, possa essersi consolidata come quasi una sfida al potere, una sorta di inno alla libertà.
Diciamo pure che poteva essere un modo per non inginocchiarsi, per non prostrarsi…va bene, ho pensato al sesso orale e adesso devo concentrarmi un attimo. Ci sono quasi…ok! Dicevo che era come un gesto che gridava: “io non mi inginocchio davanti a nessuno, nemmeno a Dio!”.
Se il desiderio di inginocchiarsi può richiamare a noi maialini una immagine sessuale, in questo caso si tratta proprio del contrario. L’eccitazione che nasce dal non inginocchiarsi perché non si deve chiedere permesso a nessuno per fare certe cose. Mi spiego? E meno male che avete noi al telefono come valvola di sfogo eh! Monellacci.
Allora, abbiamo fatto storia, ora passiamo alla geografia?

Una parentesi geografica: dove si bestemmia di più

Pronti per verificare se alcuni luoghi comuni sono fondati? Quali sono le città italiane che hanno il B factor?
Secondo un recente studio di Preply, Venezia è la capitale della bestemmia con una media di 19 imprecazioni al giorno. Seguono Brescia e Padova (17), poi Genova (14), Messina (12) e Milano (11). Bah. Io mi aspettavo di trovare la Toscana, posso dirlo caro Preply? Chissà se mi legge. Penso di sì, chi non mi legge del resto?
Se pensate che questi siano i soliti anziani col dialetto pesante a far alzare l’indice B, vi sbagliate: tra i 16 e i 24 anni si bestemmia in media 14 volte al giorno. Gli over 55, invece, si limitano a un più casto 3,9 (sarà che non finiscono la parola?). Prima o poi mi metterò d’impegno per contare quelle dette con qualcuno di voi. Mi sembrano numeri davvero ridicoli questi. Perché in fondo la bestemmia, nel lavoro da operatrice telefonica (ma non insistete se vi dicono che non vogliono), per qualcuna di noi, è quasi prassi.

La bestemmia come dirty talk estremo

Se il dirty talk è un’arte che tutte noi pratichiamo quando richiesto, alcuni si spingono oltre qualche parolina piccante, desiderano che l’eccitazione si mescoli con il proibito.
In fondo, la bestemmia erotica forse è solo l’ennesima prova che l’essere umano ama godere con tutto se stesso: corpo, anima, e anche le parole. Sono una brava ragazza e ho scritto “corpo” e non “cazzo” eh.
Per concludere torniamo a noi: qui a LuxuryLine nessuno giudica le tue bestemmie, e se durante una telefonata ti scappa qualcosa che scandalizzerebbe la tua fidanzata, cambia fidanzata! No, no, scherzo, scherzo, per carità.
Bah, qualsiasi sia il motivo alla base delle bestemmie, troverai sicuramente delle molto dirty e sexy ragazze che condivideranno questa tua passione. Il consiglio che posso darti, però, è di mettere alla prova anche le non-bestemmiatrici: fidati, le conosco, e hanno molti modi per farti toccare il cielo con un…dito.

Scusate, redazione, ma io non avevo scritto “dito”, chi è che mi ha cambiato il file? No, no, non va bene, ma porca puttana!!

Divertiteviiii.

Martina

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Il piacere voyeuristico

Il piacere voyeuristico

Guardare (senza toccare): il piacere voyeuristico

C’è chi ama essere accarezzato, chi leccato, chi frustato, chi appeso a testa in giù con una pallina in bocca e un’asta tra le cosce (o peggio). E poi c’è lui: il voyeur! Discreto, silenzioso, che riesce a mimetizzarsi nell’ombra col fiato sospeso o fingersi un animaletto sbirciando da un cespuglio una coppietta che scopa inconsapevole in auto. Mimetizzato nell’ombra o tra la carta da parati a fiorellini della nonna, il voyeur non tocca, non parla. Guarda. Con desiderio, con foga, con una fame tutta sua.
Il voyeurismo è quindi, tanto per cominciare, quell’eccitazione che nasce dallo sguardo. Ma non si tratta di un guardare qualsiasi. È uno sguardo affamato, ancor più eccitante se rubato, clandestino, quello che si insinua attraverso una tenda socchiusa o dal buco della serratura del bagno dove la zia tettona sta facendo la doccia. È il brivido dell’invisibilità, l’ebbrezza del proibito, l’adrenalina dell’accesso non autorizzato (ma su questo aspetto faremo qualche precisazione).

Voyeurismo: definizione clinica e realtà sensuale

In termini clinici, il voyeurismo è definito come una parafilia, ovvero una deviazione sessuale, quando l’eccitazione deriva principalmente dall’osservare persone ignare di essere guardate durante atti intimi. Questa definizione, per certi aspetti rigorosa, non racconta tutti gli aspetti di questa storia. Al di là dell’aspetto medico, il voyeurismo ha radici che si immergono nell’esperienza erotica e culturale, rappresentando un desiderio sensoriale e mentale che può essere vissuto, oggi più che mai, in modo sano e consensuale.
Lasciamo da parte la psicopatologia e guardiamo quindi all’essenza erotica, culturale, sensoriale del fenomeno. Molti di noi potrebbero affermare di non aver mai sbirciato un corpo altrui con un certo fremito? E, dall’altro lato, chi non si è mai eccitato un po’ di più all’idea di essere spiato in atteggiamenti intimi col proprio partner o con la propria sessualità? Spesso, una situazione ambigua, riesce ad accendere la nostra voglia più di una notte di sesso con la persona più eccitante del mondo.
Il voyeurismo, nello specifico, non è solo “guardare”. L’eccitazione è data più dall’immaginare di entrare senza bussare, con gli occhi, una forma sottile di possesso mentale e carnale. E, se vissuto con consapevolezza e consenso, può diventare uno degli afrodisiaci più potenti del repertorio erotico umano, trascendendo il mero guardare. Perché?

Il piacere dello sguardo

Perché guardare è già un atto erotico. Non lo dice solo la semiotica, lo dice anche il nostro corpo quando si accende senza essere sfiorato, solo per aver indirizzato lo sguardo su qualcosa di particolarmente gradito ai nostri ormoni. Lo sguardo non è mai neutro, ma ha direzione, peso, intenzione. Può spogliare più di quanto riesca a fare una mano, può entrare sotto pelle, tra la pelle.
Il voyeur trasforma lo sguardo in orgasmo. Non ha bisogno di toccare. Gli basta esserci. Immobile, silenzioso, presente. Ogni dettaglio è suo. Ogni movimento diventa parte di un suo film interiore, girato solo per lui. A volte il corpo accompagna (una mano, un respiro…), a volte è solo la testa che parte e non torna più.
C’è chi guarda per gioco, chi per trasgressione, chi per solitudine. C’è chi lo fa dal vivo (dal balcone, da una fessura, da dietro una tenda) e chi preferisce l’esperienza digitale, per vivere l’emozione di osservare senza nessun timore di essere visti, magari perché dopo quella denuncia della vicina di casa che lo ha beccato col binocolo…

Voyeurismo consapevole: si può fare

Però no, non tutto il voyeurismo è molestia. Esiste una dimensione erotica consapevole e condivisa, lo abbiamo accennato. Non solo è ormai ampiamente possibile, ma a quanto pare anche molto eccitante. Ed è molto flessibile, diciamo così, come “applicazione”.
In molte pratiche BDSM, per esempio, il voyeurismo serve a potenziare il desiderio. C’è chi ama farsi guardare, chi gode a restare nell’ombra, ma entrambi sanno cosa fanno, entrambi ne traggono piacere. Non c’è invasione, c’è gioco, un gioco in cui il livello di perversione è nelle tue mani.
Immagina: una donna nuda al centro di una stanza. Intorno a lei, altri corpi che la osservano, senza toccarla. Lei è l’oggetto del desiderio: osservata, non invasa. Ed è proprio questa distanza a eccitarla, sul serio.
Oppure sei proprio tu a guardare dal vivo: due sconosciuti che si accoppiano davanti ai tuoi occhi, anche tu, per loro, un perfetto sconosciuto di cui non riescono nemmeno a scorgere il viso, ma tu sei lì, coinvolto, e questo ti infuoca e infuoca la coppia che finge o no di non essere osservata.

Voyeurismo 2.0: il digitale tra frontiere abbattute e frontiere da rispettare

Se un tempo si spiava dai buchi delle serrature, dai cespugli o dalle tende, oggi invece basta una connessione internet.
Il voyeurismo digitale si manifesta attraverso contenuti condivisi in tempo reale e non, cam erotiche, piattaforme a pagamento, aree segrete (a proposito, hai già dato un’occhiata alle foto sexy nella pagina dello Shop?). Sei comodamente a casa, con una mano tra le cosce e l’altra sul mouse, mentre guardi arrapato degli scatti di alcune delle ragazze sexy di LuxuryLine che si mostrano, si offrono a te e alle tue perversioni. Il gioco del vedere e non essere visti diventa ancora più potente, soprattutto se poi puoi anche chiamare al telefono quella ragazza.
È sempre bene tener presente che, nell’esperienza generale del web, deve esistere un confine invalicabile. Quando si parla di fantasie, tutto (sapete a cosa ci si riferisce) è consentito, ma attenzione, perché, nel web, i video rubati, i contenuti “leaked”, e le pubblicazioni senza consenso sono violazioni gravi. Qui finisce l’erotismo e comincia la violenza.
Spiare qualcuno senza il suo consenso può essere particolarmente eccitante, siamo d’accordo, ma è una violazione. Punto.
Il voyeurismo può essere una fantasia potente, ma deve restare fantasia o diventare un gioco condiviso tra adulti consapevoli.
I guardoni non devono preoccuparsi però, perché esistono spazi sicuri, anche dal vivo: club privati, community online, giochi di ruolo in coppia. Basta saper dire cosa si vuole, cosa no, e con chi. Da lì si può esplorare uno dei piaceri più raffinati della psiche erotica.

Letteratura, cinema, cultura pop: il voyeurismo è dappertutto

Non è certo di un fenomeno nuovo quello di cui ci siamo occupati. È ormai ovunque. Lo avete notato? Eccone degli esempi allora. Hitchcock ne ha fatto un capolavoro sul tema con “La finestra sul cortile”, ma la lista è lunga: “Eyes Wide Shut”, “Shame”, “L’uomo che guarda”, certi episodi di “Black Mirror”. Il voyeurismo è uno specchio del nostro tempo. Siamo una civiltà che guarda e si fa guardare. I social sono una forma accettabile e sterilizzata di esibizionismo. Le stories di Instagram sono finestre sul desiderio altrui, solo meno sudate.
Anche la letteratura non scherza: Bataille, Anaïs Nin, Nabokov. Tutti, a modo loro, hanno raccontato l’ebbrezza dell’occhio che spia e gode.
Resta allora una domanda da porsi, infine.

Perché il voyeurismo ci accende così tanto?

Perché è una tensione perfetta tra lontananza e intimità. Ti ecciti senza esporti, ti senti parte di qualcosa senza esserne coinvolto fisicamente. È desiderio puro, non filtrato. Nessuna dinamica di coppia, nessuna performance. Solo un occhio che guarda, un corpo (o più) che si muove, un desiderio che cresce.
Guardare senza toccare è una forma altissima di autocontrollo erotico. Un esercizio di tensione. Un gioco di potere. Chi guarda ha il dominio. Ma anche chi si fa guardare ha il controllo della scena. È un equilibrio che funziona e che diventa sublime.
E tu? Hai mai guardato qualcuno in silenzio, con l’aria di chi sta per fare qualcosa…ma non la farà?
Oppure ti sei mai spogliato lentamente, sapendo (o sperando) che qualcuno ti stesse osservando?
Raccontaci le tue esperienze e fatti sorprendere da quelle delle calde ragazze di LuxuryLine. Ti aspettano.

Astarte

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Eva 107

Sono Eva, la distrazione che stavi cercando e il pensiero da cui non riuscirai a liberarti.
Posso essere un sussurro dolce o una scossa improvvisa, dipende tutto da te.
Sono pugliese, e come la mia terra, sono calda e intensa.
Ti basta una chiamata per capire che il peccato, a volte, ha un nome semplice…Il mio.

Se sei curioso di sapere quando mi puoi trovare in turno clicca QUI

 

Specialità
  • dirty talking
  • fetish
  • blowjob
  • Mistress

Vacanze e infedeltà: quando le ferie accendono i desideri proibiti

Vacanze e infedeltà: quando le ferie accendono i desideri proibiti

Le vacanze sono sinonimo di relax, svago e libertà (anche quella di fare scelte discutibili, ammettiamolo). Lontano dalla routine, senza il peso dei soliti compromessi, la mente si libera, e a volte anche il cuore, portandoci a fare scelte che, durante l’anno, avremmo fatto fatica a giustificare. Lontani da tutto, è il momento perfetto per un po’ di “libertà creativa” nelle relazioni, dove la tentazione è costante e il confine tra libertà e trasgressione diventa sempre più labile. Le vacanze, insomma, possono essere più che un’occasione per rilassarsi: possono essere l’opportunità per cedere ai desideri più nascosti.
Nel corso degli anni, vari studi (e un po’ di “confessioni” online) hanno messo in luce come l’estate sembri essere la stagione preferita per il tradimento. La separazione dalla quotidianità, l’atmosfera vacanziera e la voglia di socializzare sembrano alimentare la tendenza a esplorare anche le “libertà sentimentali”. Ma come mai le ferie rendono così vulnerabile la fedeltà? E cosa succede nella mente di chi tradisce mentre è in viaggio? Facciamo chiarezza (e magari qualche risata nervosa).

Perché l’estate spinge verso l’infedeltà

La vacanza offre la possibilità di sperimentare nuove dinamiche relazionali e abbattere le inibizioni. Lontano dalla propria casa e dalla routine, molte persone si sentono libere di agire senza pensare alle conseguenze. La bellezza dei luoghi esotici e il contesto rilassante offrono l’occasione di esplorare se stessi e i propri desideri senza il peso dei vincoli sociali.
Dal punto di vista psicologico, la vacanza può fungere da vero e proprio “reset emotivo”. Allontanarsi dai ruoli abituali come partner, genitore, lavoratore permette di distaccarsi temporaneamente dalle aspettative e dalle pressioni quotidiane, consentendo di vivere una versione più “libera” di sé. Il cambiamento di scenario favorisce una sensazione di rinnovamento e di evasione, un po’ come se si avesse la possibilità di ricominciare da capo. Lontano dai legami e dalle routine, ci si sente più disinibiti e pronti a sperimentare emozioni nuove, come il desiderio di avventura e di trasgressione.
La vacanza, quindi, stimola l’impulso di fuggire dalle convenzioni, facendo emergere il desiderio di esplorare nuovi orizzonti, anche al di fuori dei confini della propria relazione. Il viaggio diventa una sorta di spazio sicuro dove le emozioni vengono amplificate dalla novità del contesto, e l’esplorazione di sé passa anche attraverso l’incontro con l’altro. La mente, rilassata dal distacco dalle preoccupazioni quotidiane, diventa più aperta, più disinibita e più incline a cedere a quelle tentazioni che, nella vita di tutti i giorni, sarebbero vissute con maggiore cautela. Così, il senso di libertà che deriva dal viaggio spinge a cercare esperienze che, seppur brevi, possono sembrare prive di rischio o di conseguenze per la relazione.

Chi tradisce, quando e come

La pratica del tradimento è ormai così diffusa da aver dato vita a diverse piattaforme online, nate proprio per chi cerca relazioni extraconiugali. Le più conosciute sono Gleeden e Ashley Madison, che raccolgono utenti impegnati in relazioni stabili e alla ricerca di esperienze al di fuori dei propri legami ufficiali. Che, detto tra noi, si trovano benissimo in vacanza.
Tuttavia, sebbene entrambi i portali mostrino una correlazione tra vacanze e tradimento, i dati raccolti da ciascuna piattaforma offrono sfumature diverse: Gleeden mette in luce la frequenza degli incontri fugaci e “senza impegno”, mentre Ashley Madison segnala che molti tradimenti estivi si trasformano in storie più lunghe e coinvolgenti. Insomma, che sia un incontro che si consuma in una notte o una passione che dura oltre la stagione estiva, i dati dicono una cosa chiara: la vacanza è un catalizzatore di scelte sentimentali poco ortodosse.
In generale, questi studi suggeriscono che, sebbene molti tradimenti in vacanza si limitino a episodi fugaci, ce ne sono anche altri che si sviluppano in storie più durature, con ripercussioni che vanno ben oltre la “semplice” fuga estiva. E forse, a fine estate, si torna a casa con più di un souvenir da raccontare (o, più probabilmente, da nascondere).

Gli italiani e i tradimenti estivi

In Italia, l’estate è particolarmente connotata da un certo spirito di libertà che favorisce comportamenti trasgressivi, e non sorprende che molti italiani la considerino come il periodo ideale per l’infedeltà. Non c’è da stupirsi se il caldo, il mare e un bel piatto di spaghetti possano creare l’atmosfera giusta per un’avventura “temporanea”. Secondo un sondaggio di Tinder del 2020, circa il 50% degli italiani ritiene che le vacanze siano l’occasione perfetta per esplorare nuove relazioni senza compromettere quelle già in corso. Questi dati, pur provenendo da piattaforme di incontri, mostrano un legame chiaro tra il periodo estivo e la voglia di nuove esperienze romantiche (e un po’ piccanti).
Le spiagge, i villaggi turistici e le feste estive sono tra i luoghi più comuni dove i tradimenti si consumano. Un ambiente dove l’atmosfera di festa e leggerezza, accompagnata da qualche cocktail di troppo, aumenta la possibilità di flirtare, scambiarsi sguardi (e chissà, anche numeri di telefono). Secondo un sondaggio del 2024, l’88% degli intervistati ha dichiarato di aver programmato di tradire durante un viaggio estivo. Tra questi, il 45% ha ammesso di tradire da solo, il 30% in compagnia di amici, e il 13% pur essendo in vacanza con il proprio partner.
In generale, la vacanza crea un ambiente dove le inibizioni si abbassano, e la separazione dalla routine quotidiana rende più facile agire su impulsi che normalmente sarebbero “accantonati” (e a volte anche su quegli stessi impulsi che si nascondono dietro la voglia di scoprire il mondo… e un po’ altro).

Vacanze come specchio della relazione

Un aspetto interessante dell’infedeltà in vacanza è la percezione di cosa sia effettivamente il tradimento. Per molte persone, una scappatella estiva, se breve e senza coinvolgimento emotivo, non è considerata un vero tradimento.
In definitiva, le vacanze sono un periodo vulnerabile per la fedeltà. Sebbene molti tradimenti in vacanza siano legati alla leggerezza del momento e all’emozione del viaggio, non si può negare che questi episodi spesso evidenziano problematiche più profonde in una relazione. La chiave per prevenire che una vacanza diventi la scusa perfetta per un tradimento sta, come sempre, nella comunicazione di coppia. Parlarne prima di partire, senza prendere troppi impegni con il destino, potrebbe evitare che una semplice fuga estiva si trasformi in una fuga emotiva duratura.

Yuria

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OLTRE IL FETICISMO. IL PIACERE SEGRETO DEI PIEDINI

OLTRE IL FETICISMO. IL PIACERE SEGRETO DEI PIEDINI

I piedi, spesso relegati in fondo persino nel linguaggio della sensualità, nascondono un potenziale erotico sorprendente e multiforme. Per alcuni sono un semplice oggetto di desiderio estetico, per altri un autentico feticismo dei piedi che scivola nel terreno della dominazione e della sottomissione. In una dinamica BDSM, il piede si fa simbolo di potere, di abbandono, ma anche di desiderio e controllo. Non è solo una parte del corpo, è un linguaggio fisico che parla di piacere, di dominio, di sottomissione.

Zone erogene del piede, un corpo da riscoprire

Il piede non è solo simbolico, è anche un concentrato di sensibilità fisica che, se stimolato nel modo giusto, può generare risposte corporee ed emotive straordinarie. Le zone erogene del piede sono molteplici, e scoprire come stimolarle può aprire nuovi orizzonti nel gioco erotico di coppia.
L’arco plantare è una delle aree più sensibili. La pelle qui è delicata, ricca di terminazioni nervose che rendono il piede una zona incredibilmente reattiva al massaggio piedi o anche al “foot licking”. Sia con le mani che con la lingua, questo spazio può regalare sensazioni di piacere intenso, rilassamento profondo o un’eccitazione crescente.
Le dita dei piedi, protagoniste del “foot fetish”, sono forse l’elemento più amato in assoluto. Pratiche come il “toe sucking”, il leccare e succhiare le dita sono tra le più diffuse tra i feticisti. Secondo alcune teorie neurologiche, la stimolazione di questa parte del corpo è legata a sensazioni che coinvolgono anche i genitali, accrescendo così il piacere.
Il tallone, pur essendo meno sensibile, trova il suo posto nella riflessologia plantare, dove viene stimolato per alleviare tensioni nella parte bassa della schiena.
La caviglia e la parte superiore del piede, spesso ignorate, sono zone altrettanto sensuali. La pelle sottile e il profilo delicato si prestano a carezze leggere, baci passionali e sfioramenti lenti che possono scatenare un desiderio silenzioso ma incredibilmente intenso.

Il piede nel gioco del potere: dominazione, sottomissione e ritualità

Quando il piede entra nel gioco del BDSM, diventa un vero e proprio strumento di potere. Inginocchiarsi per baciargli le dita, leccarlo o semplicemente adorarlo sono gesti di assoluta devozione, ma anche di riconoscimento di un potere dominante. La pratica del “foot worship”, tanto amata nella scena dominazione/sottomissione, include una vasta gamma di atti: baci, carezze, annusamenti, massaggi, e a volte il “footjob”, dove il piede diventa strumento attivo di stimolazione sessuale.
In contesti più estremi, il piede può anche diventare il protagonista di pratiche come il “trampling” (calpestamento erotico), dove il corpo si sottomette letteralmente a quello del dominatore, che utilizza il piede come mezzo di controllo e stimolazione. Questi atti, tuttavia, non si limitano a un semplice piacere fisico. Rientrano in un gioco psicologico complesso, dove potere e sottomissione si mescolano fino a diventare rituali erotici in cui la fiducia e il consenso sono fondamentali.

Storia, cultura e simbolismo: un gesto antico, un desiderio moderno

L’adorazione dei piedi non è certo una moda recente. Nelle tradizioni antiche, baciarsi i piedi o inginocchiarsi per toccarli era un segno di umiltà e rispetto. Nel Medioevo, ad esempio, solo inginocchiandosi si potevano toccare i piedi di un re o di un vescovo. Questo stesso simbolismo è stato traslato nel contesto erotico contemporaneo, dove baciarsi i piedi di una persona rappresenta una forma di sottomissione consapevole, ma anche un atto di intimità e devozione.
L’adorazione del piede, in questa chiave, diventa quindi un atto che unisce potere e vulnerabilità, fascino estetico e desiderio viscerale. Un “footjob”, un “toe sucking”, un semplice “foot kiss” possono diventare, in questo contesto, gesti incredibilmente erotici e carichi di significato.

Perché i piedi piacciono tanto? Neuroscienza, estetica e desiderio primordiale

Dal punto di vista neuroscientifico, il neurologo Vilayanur Ramachandran ha evidenziato come nel cervello le aree che rispondono alla stimolazione dei piedi siano adiacenti a quelle che elaborano le sensazioni provenienti dai genitali. Per molte persone, questa vicinanza può portare a una forte connessione tra il piacere fisico suscitato dai piedi e quello sessuale.
A questo aspetto neurologico si aggiungono le caratteristiche estetiche dei piedi: dita affusolate, unghie curate, pelle liscia, caviglie sottili e muscolatura tonica. Tutto ciò contribuisce a una bellezza alternativa e discreta, che però suscita un desiderio viscerale per chi apprezza il “foot fetish”. La pelle del piede, il suo odore naturale dopo una lunga giornata in scarpe chiuse o calze aderenti, può essere una fonte di attrazione irresistibile, un’ulteriore dimensione del piacere che scivola nel “fetish olfattivo”.

I numeri non mentono

Non è solo una questione di desiderio personale, ma anche di numeri. Secondo un sondaggio condotto da “YouGov” nel 2022, quasi il 50% degli adulti ha dichiarato di provare una qualche forma di attrazione verso i piedi. Tra questi, il 22% ha ammesso di aver partecipato attivamente a pratiche di “foot fetish” o di “foot worship”. Le stesse tendenze sono in crescita anche in Europa e in Italia, dove gruppi come “Foot Fetish Italia” e forum online dedicati al feticismo dei piedi raggiungono migliaia di utenti.

Consenso, fiducia e gioco consapevole

Tutto questo, però, funziona solo se le regole sono chiare. Come ogni pratica BDSM, anche quella legata al “foot fetish” deve basarsi su comunicazione, ascolto, sicurezza e consenso. Le parole di sicurezza, il dialogo aperto, la comprensione reciproca dei limiti, sono fondamentali.
Chi si sottomette non lo fa per essere umiliato, ma per esplorare con fiducia una forma di abbandono. Chi domina non cerca controllo assoluto, ma il potere consapevole di guidare un piacere condiviso. Questo rende ogni gesto, dal più lieve al più audace, un frammento di una relazione profonda e rispettosa.

Un piede non è solo un piede

Il piede, in questa luce, smette di essere semplicemente un’estremità del corpo. Diventa uno spazio di desiderio, una chiave simbolica, un territorio condiviso dove si incontrano estetica, erotismo, dominazione, sottomissione e ritualità.
Nel gioco della sensualità adulta, libera e consapevole, anche un gesto semplice (come un bacio sul piede, un massaggio lento, o il tocco della lingua tra le dita) può trasformarsi in qualcosa di profondo. Non è solo piacere fisico, ma un linguaggio del corpo che parla di fiducia, ascolto e potere.
In una relazione basata sul rispetto, sull’intesa e sul desiderio reciproco, il piede può diventare molto più di un dettaglio anatomico: può essere uno spazio sacro, uno strumento di seduzione, o il fulcro di un’intimità che sfida i confini della normalità.
Perché sì, a volte, è proprio sotto i tuoi piedi che nasce il piacere più autentico.

Astarte

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Coregasm: quando il core ti sorprende (molto più del previsto)

Coregasm: quando il core ti sorprende (molto più del previsto)

Amanti del fitness o semplici frequentatorə del tappetino della domenica, benvenutə nel magico, e un po’ assurdo, mondo del coregasm! Se questa parola vi suona come un neologismo del beep di qualche fitness guru illuminatə e forse un po’ fuori di testa, tranquillə: ci sono qui io pronta come sempre a regalarvi spunti di riflessione che nessuno ha chiesto, ma che, fidatevi, in questo caso vi saranno assolutamente utili. E sì, preparatevi perché il coregasm è…curiosə? Bravə!
Dovete sapere che c’è un fenomeno là fuori che poche persone conoscono, ma che, una volta scoperto, potrebbe far guardare i crunch con occhi nuovi. Che poi, oh, già la parola, coregasm, come suono promette bene, no? Ma avrà a che fare con quello o vi sto fuorviando? Prima di rispondere a questa domanda bisogna parlare del protagonista assoluto di tutta questa storia: il core.

Ascolta il tuo core

Facciamo ordine. Se non siete amanti della palestra (o, come me, pensavate che fosse una abbreviazione napoletana per dire “cuore”), vi spiego in due parole: il core è la centrale operativa del corpo. Ok, erano otto parole.
È l’insieme dei muscoli centrali del nostro corpo, il punto da cui parte ogni movimento e che comprende addominali, obliqui, muscoli lombari e, udite udite, il pavimento pelvico. Tutto questo è il sistema di sostegno interno che ci tiene in piedi, ci stabilizza, ci permette di respirare, piegarci, sollevare pesi, danzare e pure scoprire sensazioni nuove; ed è proprio lì, al centro, che si nasconde un potenziale spesso sottovalutato. Pensa te che io ero stanca già al “piegarci” (anche se può aprire degli scenari interessanti come posizione).
È da lì che parte ogni movimento, ogni gesto atletico, ogni torsione sexy sul tappetino ed è da lì che partono anche… emozioni extra, diciamo. Sì, a quanto pare è proprio una questione di orgasmo!

Standing ovation per il core!!

Allenare il core, a prescindere dall’orgasmo, pare sia una delle cose più utili che si possano fare: migliora la postura, riduce il mal di schiena, potenzia ogni altro movimento del corpo. Ma c’è questo lato meno noto (e molto più intrigante direi) che a volte si manifesta quando il core viene stimolato intensamente. Uhh, riuscite a immaginare che bello? A un certo punto, mentre siete lì tuttə concentratə a fare un plank, un hip thrust e qualsiasi altra parola assurda come queste che mi ha suggerito una mia amica di Luxury più esperta di me (sicuramente non esistono davvero), improvvisamente…crunch! No, ho sbagliato. Ciak 2: improvvisamente…coregasm! Non è immaginazione, e nemmeno una leggenda metropolitana: succede che il vostro corpo, stimolato nel punto giusto, con l’intensità giusta e magari anche nel momento giusto, decide di premiarvi con un orgasmo inatteso!! Ma su, tuttə in piedi per una decina di minuti di applausi al core! Eh, guardate che dico sul serio oh!
Ebbene sì, il coregasm è una cosa reale: una sensazione che parte dal centro (letteralmente), sale, si espande, e vi lascia lì, perplessə e soddisfattə con una vera e propria esplosione di piacere del tutto inaspettata, frutto di un’iperstimolazione muscolare profonda. Non è magia. È biomeccanica. Non lo dico io eh!!

E chi lo dice?

La scienza, ovviamente. La dottoressa Debby Herbenick, per esempio, sessuologa e ricercatrice, nel 2012 ha condotto studi su questo fenomeno (chiamala scema!) scoprendo che circa una persona su dieci ha vissuto spontaneamente questa sensazione proprio durante l’attività fisica, e non durante il sesso come vi aspettereste. Insomma, mentre cercavano disperatamente di non cadere da un plank, il loro corpo stava già facendo i suoi comodi verso l’estasi. Verrebbe quasi da dire “wow”, o no?
Ma non è stata l’unica a indagare questo strano fenomeno: altri studi, come quelli alla Temple University o più recentemente alla Northern Illinois University, hanno raccolto dati e testimonianze confermando che esercizi come crunch, sollevamenti delle gambe e mountain climber (non so cosa sto dicendo eh) sono spesso associati a queste risposte di piacere. C’è anche una ricerca pubblicata nel 2020 sul Journal of Sexual Medicine che approfondisce il legame tra la stimolazione profonda del core e le risposte neurologiche al piacere, ipotizzando che a scatenare orgasmi indotti da esercizio sarebbe il mix tra attivazione simpatica e parasimpatica, chiaro? No? Va beh, allora! Significa che durante alcune esperienze, come il coregasm appunto, nel nostro corpo coesistono contemporaneamente elementi di eccitazione e di rilassamento. Per esempio, i muscoli sono attivi, la respirazione può farsi più intensa (tipico del sistema simpatico), ma allo stesso tempo c’è una sensazione di piacere, rilassatezza e benessere (tipico del sistema parasimpatico).
Insomma, un plank che tanto fa imbestialire potrebbe davvero nascondere qualche sorpresa piacevole, e se vi è già successo senza capirne bene il motivo, benvenutə nell’elitario club “sperimentatorə direttə del coregasm”!

Gli esercizi più adatti

Tranquillə, se vi state sentendo un po’ a disagio pensando di poter macchiare i vostri pantaloncini preferiti davanti alla figura dirigenziale più toppissima che frequenta la vostra stessa palestra, non è che basti fare due addominali per vedere le stelle. Ma è vero che certi movimenti hanno una maggiore predisposizione a far succedere cose e io ora vi dico quali perché in fondo che ci sto a fare?
Parliamo, per esempio, dei crunch, il caro vecchio solleva-busto che vi fa sudare come se steste scalando l’Etna; o i super plank, dove restate lì immobili come un’asse di legno, cercando di non crollare mentre tutto il core si contrae come se fosse l’ultima volta.
Nel novero dei portati verso il piacere orgasmico abbiamo anche gli hip thrust, sono campioni indiscussi in questa gara segreta. Beh, beh, dai…potevate arrivarci, perché quel sollevamento ripetuto del bacino, quella pressione lì…sì, proprio lì…fa il suo effetto, no?
Anche gli squat, se fatti con intensità e attenzione alla respirazione, possono diventare dei potenziali candidati.
Ma chi l’avrebbe detto? Attenzione! Attenzione anche alle discipline più zen voglio dire.
La posizione della barca nello yoga, sì, quella in cui sembrate un tavolino traballante in equilibrio sul coccige, e il ponte, sia nella versione yoga che Pilates, fanno parte del club.
Insomma, quei movimenti che spesso detestate, e che maledite mentre li fate, potrebbero essere gli stessi che un giorno vi faranno dire: “Ma che…è successo?!”. E sarà tutto assolutamente normale: non siete stranə, non siete rottə, non siete pervertitə (beh, beh…).

Allenatevi ma ascoltatelo

Che meraviglia il corpo eh? Non solo da guardare e da toccare, è proprio internamente super! Yeah!
Raga’, allenatevi pure, però sia chiaro che io non vi prometto che ogni plank o tutte quelle altre cose strane su cui mi ha istruita quella mia amica della linea (a buon rendere) sarà un’esperienza mistica e orgasmante.
E adesso, però, detto ciò, sul serio, mi rivolgo singolarmente a ognunə di voi: vi è mai capitato? E secondo voi sarà capitato alla vostra preferita su LuxuryLine? Sì, sì, lo so a chi state pensando e vi assicuro che ci farei sesso al telefono pure io con lei. Concludiamo dai, così andate a cercarla.
Ascoltate il vostro corpo da oggi, meglio di come abbiate fatto ieri e chissà…potreste scoprire che ci sono cose che vogliono uscire fuori nei momenti più impensati! E ringraziate il vostro bel core! Hihi.
Divertitevi in palestra e fateci sapere!
Ciau.

Martina

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Slip o boxer, cosa preferiscono le donne

Slip o boxer, cosa preferiscono le donne

Slip o boxer? La guerra in spiaggia

Vi siete mai soffermati a riflettere su cosa provochi in noi donzelle il vostro abbigliamento da mare? No? Eh, perfetto.
Io infatti sono qui proprio per distruggere le vostre certezze di essere figoni da paura e seminare dubbi laddove prima regnava solo spensieratezza. Brutta e cattiva Martina, lo so!
Oggi si esplorerà insieme il magico mondo dell’outfit estivo che vi accompagna sulla sabbia, quel dettaglio che, a volte in modo mooolto spietato, ci racconta di voi più di quanto crediate. Eppure, voi uomini, vi atteggiate come se scegliere un costume fosse un impegno da niente, poveri tesorini ingenui. Adesso vedremo come le vostre scelte potrebbero condizionarci. Partiamo però dal “cosa vi mettete addosso per andare al mare”.
Non sto parlando delle sexy ragazze di LuxuryLine, anche se sono ben consapevole che le vorreste addosso (e non solo al mare). Intanto conosciamo meglio gli sfidanti!

Boxer: discrezione?

Allora, voi avete sempre pensato che i boxer fossero solo una questione di comodità, vero? Beh, fidatevi, vi sbagliate di grosso! Quei “pezzi di stoffa” discreti lì comunicano un messaggio bello chiaro, almeno nella vostra testa: “Io non ho bisogno di urlare per farmi notare, capite?”. È un po’ come quel linguaggio silenzioso di chi crede che la sicurezza non si sbandieri, ma si lasci all’immaginazione. Bah. Sì, ok, questo giochino del vedo-non vedo in spiaggia, spesso coglie nel segno. Quel tessuto che accarezza i fianchi, quella linea che dovrebbe definire la gamba, e poi quella vestibilità che, piano piano, ci inviterebbe a scoprire cosa si nasconde sotto. Quante fantasie con le nostre ragazze al telefono sono iniziate così? Con voi che, poco a poco, le immaginavate sempre più “svelate”?
Piccolo spoiler: anche noi siamo fatte di carne, ossa…e desiderio.
Il boxer potremmo allora definirlo come il trionfo del “less is more” applicato alla moda da spiaggia e, difatti, non è certo un caso se tantissime donne associano i boxer a una mascolinità super sobria, un equilibrio che, ve lo giuro, potrebbe colpire molto di più rispetto a un tipo che cerca l’attenzione con uno slip super-aderente.
Ma passiamo al prossimo concorrente, appunto.

Slip: passato che ritorna (e magari non doveva)

Allora, l’uomo anni ’80 col suo slip, diciamocelo, ha lasciato il segno. Non possiamo mica ignorarlo, vero, raga’? Parliamoci chiaro però eh: quello slip ha spesso quella connotazione culturale un po’ “vintage”, da “vecchio playboy” da pubblicità un po’ kitsch che, sinceramente, anche no!! Gli slip, pur essendo pratici, per carità, sono spesso visti come più ehm…rischiosi, quantunque siano un po’ come l’ostentazione di chi se ne frega degli sguardi e dei giudizi e questo potrebbe anche piacerci. Ma attenzione, miei cari maschioni: se l’idea dello slip vi stuzzica, non dimenticate che solo un fisico scolpito è la condizione ideale per non rischiare di finire nel ridicolo. E sì, la maggior parte di voi sa già di non possederlo. Se volete “apparire” c’è questo rischio, ok? Siete consapevoli?
Perché lo slip, diciamocelo, tende a valorizzare solo certi tipi di fisico, e può facilmente fare l’effetto “pugno nell’occhio” soprattutto quando viene coperto da “un po’” di pancina penzolante (non è body shaming, è osservazione).
I boxer sono molto più democratici, no? Il corpo maschile, lo ribadiamo, non ha bisogno di essere messo sotto un riflettore con uno slip strizzato per risultare attraente. Diciamo che se è vero che molte di noi vengono conquistate da un uomo che ci fa ridere, non è questo il modo. Ops, scusate. Troppo cattiva?

Avete capito? Vi giudichiamo

In sintesi, la vostra scelta del costume da bagno rivela più di quanto pensiate. Credevate che noi donne guardassimo e giudicassimo come delle bullette solo i bikini delle altre ragazze? Eh no, ci piace molto anche guardare il vostro outfit da mare, fidatevi. Già, avete capito bene. Vi osserviamo, e non ci facciamo problemi a commentare! Anzi, se andiamo al mare in branco, le chiacchiere sulle vostre scelte si sprecano. Poveri voi! E sappiate che siamo molto più impietose di quanto vi immaginiate quando si tratta di stimare l’aspetto di un uomo sulla sabbia, specialmente quando vi atteggiate un po’ troppo da “figaccioni” con tanto olio addosso da poter far scivolare la più equilibrista delle padrone se vi calpestasse.
Ok, ok, passiamo al sondaggio serio. Io sono un po’ stronzetta, si sa, yeah!

Cosa preferiamo, davvero?

E adesso, raga’, arriviamo al punto che vi sta tanto a cuore: cosa preferiscono le donne?
Secondo un sondaggio di GQ (sì, proprio quel GQ, che magari leggete anche voi) alla domanda “Qual è il costume da uomo più sexy?”, il 61% delle donne ha risposto…boxer! Oh, sorpresa! Solo il 19% ha scelto lo slip.
Questo dato è piuttosto significativo, direte voi. Ma, miei cari maschioni, non è che si tratti solo di percentuali, eh. Non illudetevi.
I boxer da mare, soprattutto quelli a metà coscia, potrebbero essere percepiti come più eleganti, più “a modo”, e ci lasciano un po’ di spazio per sognare, lo abbiamo detto. Gli slip, invece, magari mettono troppo in mostra, creando a volte un effetto molto “esplicito”, benché almeno non si corra il rischio di restare deluse se si andassi allo step post-granita. I boxer invece possono illuderci e poi…sigh! Però, in una fase iniziale stimolano la fantasia senza essere invadenti, ed è proprio questa “giusta misura” (chissà poi se la misura è giusta andando più a fondo) che probabilmente conta sulle preferenze delle intervistate, ma chiariamo che l’effetto che il costume ha su di noi dipende anche da come lo indossate!!

Questione di stile

Magari un boxer scelto con cura può risultare meno peggio di uno slip mal portato, ma è vero anche che uno slip indossato con maestria potrebbe suscitare “emozioni” evidenti in noi fanciulle. Insomma, non è tanto cosa indossate, ma come lo indossate. E lì, la partita si gioca a vostro rischio e pericolo.
Quando vi presentate in spiaggia, non indossate solo un costume, ma fate una vera e propria dichiarazione di stile. Non voglio essere gratuitamente impietosa però: in fondo qualcuno di voi ha i numeri per farsi apprezzare. È il modo in cui portate e sentite quel costume che, in teoria, dovrebbe dire molto di voi. La spiaggia è il luogo dove tutto può succedere, dove ogni sguardo conta, e spesso, conta il nostro sguardo critico. Quindi, quando vi preparate per il mare, ricordate: ciò che vedete voi nello specchio quasi certamente sarà diverso da ciò che coglieremo noi.

E ora, a voi la scena!

Visto che io ho fiducia in voi e nelle mie colleghe di LuxuryLine, visto che a voi maschietti piace sempre di più farvi ammirare e visto che le sexy girls qui da noi sono maestre di provocazione e sincerità (presente esclusa), dico a te ora, nello specifico: se ti va, manda pure una tua foto in costume alle tue preferite all’indirizzo contattami@luxuryline.it. Potrai ricevere consigli, insulti, quello che vuoi o, perché no, anche solo farti guardare.
In estate, con o senza costume (mmmm), il gioco resta sempre lo stesso!
Quale? Osare, sorprendere, far immaginare e poi…chissà!
Divertitevi!

Martina

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Luxury short stories: vita da padrona

Luxury short stories: vita da padrona

Eccomi finalmente a casa dopo un estenuante pomeriggio di shopping. Butto tutte le borsine sul divano tranne una: il mio autoregalo. Tolgo gli stivali e li lascio disordinatamente nel corridoio prima di entrare in camera.

Mi siedo sul bordo del letto ed estraggo il contenuto dal sacchettino: è ricoperto da una velina profumata che scarto con impazienza! Bello, bellissimo il mio nuovo completino intimo!!
È composto da reggiseno, perizoma e reggicalze di pizzo nero decorato da piccoli Swarovski. Non vedo l’ora di vedere come mi sta quindi tolgo il giubbino e sfilo il vestito di velluto.
Mi metto davanti allo specchio e, guardando il mio riflesso compiaciuta, tiro via la lingerie che stavo indossando e la sostituisco con il mio nuovo acquisto, aggancio il reggicalze alle autoreggenti che già portavo e voilà, sono pronta!

È stupendo, mi sta a pennello e comincio a fantasticare sull’effetto che farà a chi me lo vedrà addosso e, visto che il solo pensiero mi eccita, inizio a toccarmi.
Comincio dal seno soffermandomi con i polpastrelli sui capezzoli, disegno piccoli movimenti circolari, poi scendo tra le gambe e mi accarezzo da sopra le mutandine.
Sono così bagnata che decido di sdraiarmi sul letto. Ora le dita scivolano sotto il tessuto per stuzzicare il clitoride e per entrare nella mia fighetta calda. Le muovo velocemente su e giù fino a raggiungere l’orgasmo.

Ho ancora il respiro accelerato quando una voce mi riporta alla realtà. “Padrona”. Mi ero completamente dimenticata della sua presenza.
“Schifoso guastafeste, mettiti in ginocchio ai miei piedi e leccali. Non osare guardarmi o ti schiaccio quella faccia di merda che ti ritrovi”.
Mi siedo sul bordo del letto per permettergli di eseguire il mio ordine.
“Allora… Ti eccita guardarmi vestita così vero? Guarda che muso da cane affamato, sei patetico! E sai qual è la cosa più divertente? Che potresti supplicarmi per ore, potresti essere l’ultimo uomo sulla faccia della terra e comunque non me ne fregherebbe niente di te”.

Lo obbligo con un calcio a sdraiarsi per terra. “Giù, forza, quello è il posto dove stanno i vermi come te”. Lo osservo dall’alto, non è neanche degno di essere calpestato quindi mi limito a sfiorare il suo corpo camminando verso la porta. Mi volto e gli sibilo: “ricordati chi comanda”.

Dopo qualche minuto suona il campanello, finalmente è tornato il mio ragazzo, era proprio lui la persona alla quale stavo pensando toccandomi.
Scopiamo in salotto e…mmm quanto mi fa godere! Intanto quella nullità è costretta a sentirci, è costretta ad assistere a ciò che non potrà mai nemmeno immaginare di fare!

Clarissa 69

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OROSCOPANDO CON VOI

OROSCOPANDO CON VOI

L’estate è arrivata e, con essa, il nostro oroscopo hot per un’onda di piacere sotto il sole! 🌞
Pronti a farvi scaldare dai raggi (e non solo quelli del sole)? Quest’estate, le stelle non solo ti dicono cosa succederà nella tua vita, ma ti svelano anche dove finirà la tua lingua…e non solo quella! Da avventure infuocate a scoperte piccanti, ogni segno zodiacale ha il suo “clima sessuale” perfetto. Perché, diciamocelo, il caldo fa salire la temperatura…e le voglie!🔥
Preparatevi a navigare tra costellazioni, onde di piacere e un po’ di follia cosmica. E ricordate: il miglior segno dell’estate non è quello che brilla nel cielo, ma quello che accende la passione nella stanza. 🌙💋
Leggete e scoprite cosa dicono le stelle per voi…e se vi consigliano di scoprire qualcosa di nuovo sotto le lenzuola! 😉

♈ Ariete

(21 marzo – 19 aprile)

Lavoro: Con Marte che ti spinge come un cazzo in erezione, hai la testa piena di idee che vanno come un treno. Ma attenzione: non è sempre la velocità che conta. Se corri troppo, rischi di bruciarti e finire come uno che si butta a letto senza sapere cosa fare dopo. Lavoro e sesso non vanno sempre di pari passo, ma se li gestisci bene, il piacere di arrivare prima sarà solo il primo di tanti.

Amore: Sei come un cane in calore, pronto a scopare da mattina a sera se te lo chiedono. Non hai paura di lanciarti in una relazione di fuoco, ma occhio, Ariete: non tutte le fiamme devono essere accese con la benzina. Se vuoi mantenere il ritmo, fai attenzione a non perdere il controllo o finisci per essere solo un altro caso di sesso senza senso.

Si consiglia: Posizione dell’Antilope
Tu non hai tempo per strategie complesse: vedi, desideri, prendi. Ti ritrovi avvinghiato alla partner da dietro come un’antilope in calore durante il documentario di National Geographic. Selvaggio è dire poco.

♉ Toro

(20 aprile – 20 maggio)

Lavoro: Toro, sei come il cazzo in un angolo: solido, potente, ma a volte lento a muoversi. Però quando scatti, ti schianti come una spinta da cavallo. Ma attenzione: non passare tutto il giorno a pensare e ripensare. A volte, la cosa migliore è andare dritto al punto senza troppi preparativi. La pazienza è la chiave, ma nel sesso, ogni tanto devi essere pronto a sfogarti senza perdere tempo a fare i calcoli.

Amore: Ti piace il sesso lento e profondo, ma non sempre la calma è il massimo. Ogni tanto un po’ di frenesia non guasta. Se non prendi ogni tanto la botta giusta, finisci per sembrare uno che si fa domande su ogni movimento. Non essere un freno al piacere! Smettila di pensare troppo e comincia a scopare senza vergogna.

Si consiglia: Posizione del 69 Classico
Per te il sesso è come un buon pranzo: niente piatti esotici, solo roba gustosa e ben fatta. Cominci dal dessert, ovviamente, stendendoti comodo a ricevere (e magari resti lì tutto il giorno).

♊ Gemelli

(21 maggio – 20 giugno)

Lavoro: Mercurio ti fa sembrare uno che pensa troppo e agisce poco. Ma, hey, quando si tratta di sesso, sei un maestro nel fare tutto e niente allo stesso tempo. Se parli di lavoro, sembri un mago dell’inganno, ma quando si tratta di fare l’amore, ti piacerebbe essere il tipo che fa tutto di fretta e poi scappa senza dire niente. Sii un po’ meno incasinato.

Amore: Sei il tipo che ama sedurre con le parole e poi lascia che siano gli altri a fare tutto il lavoro sporco. Ma, credimi, non sempre va bene farlo solo con la lingua… Ogni tanto, scopa senza parlare! Vuoi fare l’amore in modo scatenato e impetuoso, ma poi parli così tanto che rischi di finire nel disastro. Un po’ di silenzio ti farebbe bene.

Si consiglia: Posizione della Libellula
Giocoso e curioso, come un bambino in un negozio di caramelle erotiche. Ti sdrai e lasci che la partner si giri, si muova, faccia… boh, cose. L’importante è che tu possa dire: “questa non l’avevo ancora provata!”
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♋ Cancro

(21 giugno – 22 luglio)

Lavoro: Con la Luna che ti fa sentire il grande protettore, sei sempre pronto a fare tutto per gli altri. Ma, cazzo, qualche volta devi fare qualcosa per te! Non pensare troppo al lavoro, fai l’amore, scopati la vita ogni tanto. Se metti troppo cuore nel lavoro, rischi di non sentirti più vivo. Così, quando arrivi a letto, sei solo un po’ stanco. Non è che il lavoro ti frega sempre? Lascia perdere ogni tanto!

Amore: Sei il tipo che ama profondamente, ma quando il sesso è sul tavolo, non si scherza. Ti piace fare le cose con calma, ma in estate, con Venere che ti bacia, datti da fare! La sensualità ti esploderà addosso. Basta parlare troppo e scopa come se fosse l’ultima volta! Sii un po’ più sfacciato, non perdere tempo.

Si consiglia: Posizione dell’Ostrica
Tu vuoi le coccole, i cuoricini e il contatto pelle a pelle. Ti avvolgi intorno a lei come una coperta emotiva e rimani lì, magari chiedendole se ha freddo. Più che sesso, è un abbraccio con dei bonus.

♌ Leone

(23 luglio – 22 agosto)

Lavoro: Sei il re della Giungla, Leone, e quando entri in una stanza, tutti lo sanno. Ti piace domare il lavoro, ma non pensare che il sesso sia lo stesso. Non puoi sempre essere il capo a letto. Ogni tanto, devi lasciar andare un po’ il controllo e farti dominare. Sesso da fuoco, non da farsa. Se non ti prendi una pausa, finirai solo per essere un’ombra di te stesso.

Amore: Ti piace il sesso da dominatore, ma lascia che ti dica: non sempre la forza è la risposta. A volte basta che ti lasci andare e fai scivolare la passione senza essere un cocky bastardo. Fai vedere quanto puoi essere selvaggio, ma fallo con classe. È il tipo di sesso che ti farà urlare il suo nome e il tuo. E sì, piacerà anche a te.

Si consiglia: Unione della Tigre
Tu non fai sesso, tu conquisti. E mentre lei ti avvolge con le gambe come una piovra affettuosa, tu ti senti re della giungla. Anche se siete sul letto di una casa Ikea.

♍ Vergine

(23 agosto – 22 settembre)

Lavoro: Sei il tipo che si perde nei dettagli, ma per favore, non farlo anche a letto. A volte devi smettere di fissarti sul perfezionismo e farti schiantare dal piacere. Se pensi troppo al lavoro e alla perfezione, quando arrivi a letto rischi di diventare solo un robot che fa sesso senza passione. Lascia perdere ogni tanto! Goditi la vita, il sesso, le avventure e smetti di fare sempre il perfetto ragioniere.

Amore: Ti piace il sesso ordinato, ma quest’estate è il momento giusto per mollare tutto e fare qualcosa di scatenato. Non essere così gentile! A volte hai bisogno di farla impazzire e non solo con il cervello, ma con il cazzo. Prenditi il piacere che meriti e lascia che la tua mente si rilassi per un po’. Basta con la ricerca della perfezione!

Si consiglia: Posizione del Gatto
Appari riservato, ma a letto sei un ninja affettuoso. Ti sdrai tutto sopra di lei, nascondendo la faccia dietro al collo come se avessi appena detto qualcosa di imbarazzante e ora vuoi scomparire.
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♎ Bilancia

(23 settembre – 22 ottobre)

Lavoro: Con Venere nel tuo angolo, sembri una divinità della diplomazia, ma quando si tratta di sesso, sei un po’ troppo carino. Cazzo, basta con le maniere dolci! Al lavoro, sei un perfezionista, ma a letto? Devi lasciare perdere i freni e goderti il momento. La vittoria arriva solo se smetti di fare il bravo ragazzo e ti butti, senza vergogna.

Amore: Sei il tipo che sa come sedurre con uno sguardo, ma a letto? Mi sa che sei un po’ troppo timido. Fatti sentire ogni tanto, Bilancia, dai tutto senza tenere nulla per te. Ogni tanto un po’ di rumore ci vuole! Lascia che la passione ti scivoli addosso, non fermarti troppo a pensare. E sì, fai le cose con un po’ più di velocità, lascia che il piacere ti invada senza chiedere permesso.

Si consiglia: Posizione della Rana
Tu lasci fare a lei, che sale, scende, dirige e magari nel frattempo risponde anche a una mail. Tu? Guardi negli occhi e sorridi. Non sei pigro, sei raffinato.

♏ Scorpione

(23 ottobre – 21 novembre)

Lavoro: Il tuo approccio al lavoro è da sex symbol, e te lo dico senza mezzi termini: sei un mago del potere e del controllo. Ma non pensare che la tua intensità sia solo da usare in ufficio. In amore, ti piace dominare, ma occhio a non sembrare solo un stronzo possessivo. Se non impari a rilassarti, finirai per bruciarti. E il sesso? Se non hai il tempo di sfogarti, stai solo costruendo tensione che ti farà impazzire.

Amore: Ti piacciono i giochi sporchi, e non ti vergogni di essere diretto. Ma, cazzo, Scorpione, ogni tanto lascia che anche l’altro prenda il comando. Non sempre devi essere tu a stravolgere la situazione: ogni tanto ti piace sedurre con le mani, con un sorriso che fa perdere la testa. Ma non esagerare! Se non sfoghi la passione, rischi di diventare solo un vulcano pronto a esplodere.

Si consiglia: Posizione della Pesca
Tu ami il sesso come uno chef ama cucinare: con dedizione, passione e zero limiti. Ti sdrai, lei si accomoda sulla tua faccia e tu inizi il tuo “lavoro” con la devozione di un monaco tantrico.

♐ Sagittario

(22 novembre – 21 dicembre)

Lavoro: Sei il tipo che ama correre e viaggiare. Non ti fermi mai, ma attenzione a non fare lo stesso in ufficio. Se ti spingi troppo, rischi di fare un buco nell’acqua. Non devi per forza essere il leader di ogni riunione. Ogni tanto, allenta un po’ la presa e lascia che qualcuno prenda il comando.

Amore: Ti piacciono le avventure. E se parliamo di sesso, non hai paura di provare di tutto. Ma attenzione, non essere sempre il tipo che scappa! Ogni tanto ti piace scoprire l’intimità, non solo il piacere effimero. Non devi sempre fare il cacciatore… lascia che ogni tanto ti facciano diventare preda. L’amore può essere anche un gioco di seduzione più sottile.

Si consiglia: Posizione dell’Incudine
Tu sei il tipo che entra in camera e dice “preparati a volare”. Lei si stende con le gambe piegate sul tuo addome e tu parti come un martello pneumatico in missione. L’azione prima di tutto!
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♑Capricorno

(22 dicembre – 19 gennaio)

Lavoro: Il tuo approccio al lavoro è spietato, e questo non ti fa stancare mai. Ma nel sesso, devi smettere di fare il calcolatore! Ogni tanto, il Capricorno deve imparare a rilassarsi e a perdersi. Non è sempre il caso di fare sesso da manuale. A volte basta semplicemente goderselo, senza pensare a tutto il resto.

Amore: Ti piace il sesso serio, ma ogni tanto devi essere un po’ meno serio. Se non impari a scioglierti, finirai per sembrare solo un robot che scopa senza passione. Lasciati andare! Se smetti di essere sempre così perfetto, il piacere ti esploderà dentro come una bomba.

Si consiglia: Posizione del Reverse Missionario
Classico, serio, efficace. Per te il sesso è come compilare un bilancio: preciso, ordinato, senza troppe sorprese. Ma ehi, funziona da secoli, quindi perché cambiare?

♒Acquario

(20 gennaio – 18 febbraio)

Lavoro: Se c’è qualcuno che può fare qualcosa di diverso, quel qualcuno sei tu. E mentre nel lavoro spingi per rompere le regole, a letto ti piace un approccio alternativo. Ogni tanto ti piace scoprire nuovi orizzonti, ma non lasciare che la tua testa voli via e ti faccia perdere il focus. Devi anche capire che la passione è un gioco che si fa in due.

Amore: Sei il tipo che non ha paura di fare sesso strano. Ma, fai attenzione: ogni tanto, rallenta, non è sempre necessario sperimentare con ogni posizione che vedi su Internet. A volte, è bello fare anche il semplice, lasciandosi andare con del sano, puro sesso.

Si consiglia: Posizione dell’Aeroplano
Tu sei troppo alternativo per i soliti occhi negli occhi. Lei si inginocchia, si lancia a braccia aperte come un deltaplano erotico e tu… decolli. Altro che missionario, questa è aviazione sessuale.

♓Pesci

(19 febbraio – 20 marzo)

Lavoro: La tua testa è sempre nelle nuvole, ma non puoi sempre sognare! A volte devi scendere un po’ e mettere i piedi per terra. Anche tu, Pesci, devi imparare a mantenere il controllo. Ogni tanto, prendi il comando senza pensare troppo e senza perdere tempo.

Amore: Sei il tipo che vive per il sesso romantico, ma problemi a lasciarti andare e seguire il flusso, ma attenzione a non perderti nel tuo mondo di sogni e desideri. Devi risvegliare il fuoco e mettere un po’ di frenesia nel mix. Il sesso non è solo poesia, Pesci, ogni tanto devi sentirlo sulla pelle e godertelo come se fosse l’ultimo.

Si consiglia: Posizione della Foglia
Tu sei poetico, tenero, avvolgente. Ti sdrai di lato, lei ti si incolla tipo velcro e vi intrecciate in un origami umano che include sospiri, sussurri e forse anche un po’ di pianto commosso.
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E così, le stelle hanno parlato e ci hanno permesso di giocare insieme! Ora tocca a voi verificare dove vi porterà davvero questa estate caliente. Non dimenticate però di fare un salto dalle ragazze di Luxury Line, pronte a soddisfare ogni vostro desiderio più bollente e magari ascoltare le vostre avventure estive. 💋🔥
Alla prossima, e che la passione sia sempre con voi e…con noi! 😉

Tuleena 🌟

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La coinquilina che non sapevo di volere

Racconti erotici lesbiche: la coinquilina che non sapevo di volere

Io e Martina siamo amiche da anni, quasi dieci, e da un paio di mesi sto vivendo a casa sua mentre fanno dei lavori di ristrutturazione nella mia. Entrambe lavoriamo in smart quindi passiamo tantissimo tempo insieme e qualche volta mi è capitato di partecipare alle sue chiamate erotiche. Certo, l’ho trovato divertente, a tratti stuzzicante, ma mai avrei pensato ad un’esperienza saffica, eppure…

Sarà stato a preparare insieme le arancine, sarà stato qualche bicchiere di Marsala di troppo, sarà stata la playlist degna di un porno lesbo ma quella sera c’era qualcosa di diverso.
La partita dell’Inter ebbe inizio e noi ci accomodammo sul divano, le cosce e le braccia a contatto e i nostri sguardi che indugiavano l’una sull’altra.
“Hai mai pensato a…” disse lasciando la frase in sospeso.

Storie erotiche lesbiche – Il primo bacio tra donne

“A cosa?” domandai e lei sorridendo “a noi in un altro modo”. Le parole restarono a mezz’aria, come un sussurro erotico in una stanza ferma, nessuna delle due si mosse, forse per paura che il desiderio di intimità femminile potesse spezzare qualcosa.
Allungai la mano verso la sua coscia, un gesto apparentemente semplice ma bastò per accendere la scintilla.

Lei mi prese il polso e mi guidò sul suo corpo. “Non so ancora bene cosa voglio ma di certo so con chi” mi sussurrò all’orecchio e in quel preciso istante capii l’effetto che la sua voce aveva sulle lesbiche e sui clienti del telefono erotico: era come il ghiaccio sulla pelle d’estate, un brivido percorse la mia schiena. Volevo ancora che mi parlasse così.

Invece mi baciò, fu lento, un po’ timido ma pieno di curiosità. Non avevo mai pensato di baciare una donna ma in quel momento mi sembrò la cosa più naturale del mondo, avevo solo voglia di assaggiarla, assaggiarla dappertutto.
Il ritmo cambiò in fretta, le labbra si cercavano e le lingue si intrecciavano come se si conoscessero da sempre.
Visto che il desiderio di quel bel corpo femminile stava aumentando in modo esponenziale decisi di farmi più audace.

Coinquiline e passione – Un’esperienza saffica inaspettata

Le sfilai la maglietta e, dopo averla ammirata per qualche istante, baciai la sua pelle morbida, proprio come si legge nelle storie erotiche tra lesbiche, mmm sapeva di buono.
La leccai dal seno verso l’addome, mi bloccai sul bordo dei suoi pantaloncini sentendola tremare. Tremava, sì, ma per il desiderio.

“Ti voglio” disse, così, crudo e semplice, perché bastano due parole a trasformare una fantasia erotica in una vera e propria esperienza saffica.
Andammo in camera da letto, mi fece stendere dolcemente e si mise sopra di me. Mi sentii scoperta ma al tempo stesso bruciavo dalla voglia.
La sua lingua ha disegnato traiettorie che non dimenticherò mai e quando arrivò tra le mie cosce ogni timore svanì.

Le sue dita erano lente e sapienti, trovarono subito il mio ritmo, il mio bisogno.
E la sua bocca, dio la sua bocca, mi assaggiava come fossi stata un succulento frutto maturo e io ho gemuto il suo nome, pregandola di continuare.
Il mio corpo si muoveva al suo ritmo, senza pudore, senza vergogna e quando venni fu un’ondata travolgente.

Lei mi guardava mentre mi riprendevo e si succhiava le dita bagnate del mio piacere. “Sei bellissima così ma adesso voglio sentire cosa sai fare tu”.

Intimità femminile e relazioni lesbiche segrete

Ci scambiammo di posto, volevo riprendere da dove ero rimasta ma le sue mani affamate mi tirarono a sé, mi limitai a baciarla ma non la assecondai, volevo godermi ogni centimetro di quel bel corpo.

Scesi sui seni, morbidi e tesi, li accarezzai con la lingua poi andai più giù, verso il punto nel quale il piacere pulsava più forte. “Ti prego continua, leccami”. L’ho assaporata lentamente ma avidamente. I suoi gemiti mi guidavano, il suo corpo si arcuava sotto di me e io mi sentivo potente.
Le mie dita dentro di lei, la mia lingua su di lei e il suo respiro che accelerava. La sua intimità femminile era mia e adorai farla venire ma non contenta volli farla venire ancora. Era come una droga.

Alla fine restammo lì in silenzio, nude ed intrecciate, con le mani che ancora cercavano il contatto.
Quella notte non dormimmo, sperimentammo nuovi modi per desiderarci.
“Ma l’Inter?”

Hai mai desiderato scoprire il piacere di una voce femminile che ti capisca davvero?
Chiama Martina e lasciati guidare in una fantasia tutta al femminile: guarda nei turni e sul semaforo quando la puoi trovare.
Se invece vuoi leggere un’altra storia, lasciati andare alla fantasia con questa storia erotica con accenni lesbo (bentornato amore).

Alessia

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Chiacchiere piccanti con Sara

IL SALOTTO HOT DI LUXURYLINE: CHIACCHIERE PICCANTI CON SARA

INTERVISTA A SARA: TRA DOLCEZZA, PASSIONE E TANTO CARATTERE

Martina: Ed eccoci di nuovo qui, nel magico mondo delle chiacchiere piccanti. Ormai lo sapete anche voi: nella grande famiglia di Luxuryline resta solo il meglio, yeah! E se è vero (è vero, è vero) che una voce sa accendere desideri, fantasie e far volare l’immaginazione, oggi abbiamo il piacere di farci raccontare il proprio mondo da uno degli ultimi acquisti della vostra linea erotica preferita, una voce giovane e fresca che vi fa volare alto, mettendo un po’ di sale (e tanto pepe) anche nelle giornate da mensa ospedaliera.
Per me, ma soprattutto per voi…Sara 119! Pronti a scoprirla?
Ciao Saretta! Benvenuta nel nostro salottino hot.

Sara: Ciao Martina, che presentazione, grazie! E ciao anche a tutti i nostri lettori! È un piacere essere qui a raccontarvi un po’ di me…o almeno quella parte che magari in chiamata non si ha tempo di affrontare.

M: Eh, lo so io cosa affrontate in chiamata, monellacci. A me invece interessa sapere una cosa che non chiedo proprio mai a nessuna (bugia). Com’è iniziata la tua carriera nella linea erotica più meravigliosa del mondo? Ricordi la tua prima chiamata?

S: È iniziata quasi per caso: ho digitato su Google “lavori che si possono fare online” ed eccomi qui. Ricordo benissimo la mia prima chiamata: ero tesa come un filo di lingerie appena allacciato. Ma dopo i primi minuti ho capito che mi stavo divertendo davvero, mi sono lasciata andare…ed è andata.

M: Perché hai scelto proprio il nome “Sara”? C’è un significato?

S: Nessun retroscena complicato. Mi piaceva il suono: dolce, semplice, diretto. L’ho detto a voce alta, e ho sentito che mi somigliava. Funzionava. E così, da quel momento, per chi sa come cercarmi, sono Sara.

M: E voi sapete come cercarla, sì? Codice 119, solo qui su Luxuryline (quando esagero coi mini spot ditemelo eh).
Sara è un personaggio o c’è molto di te?

S: Sara è un personaggio, certo…ma con le mie curve e il mio cervello ben acceso, “con le mie discese ardite e le risalite”. Non è una maschera però, diciamo che è una versione “selettiva” di me: mostra solo ciò che vale la pena svelare, in base a chi ho dall’altra parte. C’è chi mi provoca con intelligenza, chi entra in punta di voce, chi osa davvero. E io rispondo di conseguenza.
Sara è fatta di sfumature, di pieghe, di pulsazioni. Non è mai uguale, perché non c’è un copione da seguire (e anche se ci fosse non credo lo seguirebbe).
Insomma, non sono mai la stessa due volte. Perché ognuna delle persone che chiama è a suo modo unica. E io lo sento.

M: At the face! Va bene, ma in generale, tutti questi “unici” maschietti, cosa ti chiedono più spesso al telefono?

S: Di sentirmi godere. È la richiesta più frequente sì.

M: Sì, in effetti è un classico intramontabile. 

S: Per molti c’è qualcosa di profondamente eccitante nel sentire il nostro piacere, come se fosse una conferma, una conquista, un piccolo trionfo personale. No? E del resto spesso…lo è.

M: Ti vedo sempre rossissima, immagino che ormai tu abbia dei clienti abituali. Ci sono quelli che ti raccontano anche i drammi con la suocera?

S: Con la suocera? Beh, sì, ho clienti che mi chiamano regolarmente e con alcuni si è creato anche un legame carino, di confidenza, ma scusa eh…difficilmente con me pensano alla suocera. In questo mondo, la suocera sparisce come un brutto ricordo e lascia spazio solo a pensieri molto più…interessanti.

M: Ahahah. Hai ragione, hai ragione. Sei un pensiero molto interessante tu. Ma invece la fantasia più assurda che ti abbiano mai raccontato?

S: Ho ascoltato così tante fantasie che ormai “assurdo” è diventato un concetto molto elastico. La verità? L’assurdità sta negli occhi…anzi, nelle orecchie in questo caso, di chi ascolta. Per me, tutto è credibile. Basta crederci!

M: In effetti siamo tutte ragazze di fede. Abbiamo fede in voi raga’, che non ci diciate maaai cazzate! Hihi. Va bene, mi assumo la responsabilità per quanto detto. E la fantasia più dolce, Saretta?

S: Qualcuno è stato sorprendentemente dolce, e non solo perché ha evitato la parola “scopata” (che già di per sé è un piccolo miracolo), ma perché ha parlato di “fare l’amore”. E dopo, mi ha detto che avrebbe voluto abbracciarmi. Rimanere lì, un attimo in silenzio, con il respiro ancora addosso. L’ho trovato tenerissimo. E un po’ raro.

M: Sssì. Tieni d’occhio la glicemia però eh. Dimmi, dimmi, c’è qualcosa che non faresti mai, nemmeno per gioco, al telefono?

S: Una volta avrei detto “sì”. Ora so che tutto dipende dal contesto, da chi ho davanti e da come mi sento. Certi limiti cambiano forma.
Ma c’è un punto fermo: i minorenni sono off-limits. Sempre. Senza eccezioni. Senza giochi.

M: Ecco! E ribadiamolo a quelli duri d’orecchio!! ‘Nnamo avanti, va!
Quanto conta la voce in questo lavoro secondo te e cos’altro conta?

S: La voce eh, conta eccome. Ma conta di più come la usi. La voce è uno strumento, ma non basta avere un’arpa se non sai suonarla. Il contenuto, il ritmo, l’ironia, anche la sfrontatezza…quelli fanno la differenza.
Non esiste una “formula segreta”. Ma accogliere l’altro, in tutti i sensi, funziona sempre, no?

M: Eh certo. Non ti parleranno dei loro piani per far fuori la suocera, ma ti sarà capitato però di sentirti una psicologa sexy?

S: Eheh. Sì, quello capita spesso in effetti. Ci sono chiamate in cui faccio più terapia che dirty talk. Ma lo ammetto: mi piace scardinare le corazze. È sexy anche quello, o no?

M: Sì sì, assolutamente. 

S: E poi, se posso aggiungere una cosa, diciamolo, stare sdraiati sul lettino o sul divanetto può avere risvolti ben più…stimolanti di una semplice seduta! Naturalmente, massimo rispetto per chi la psicologia la fa davvero: io al massimo li spoglio dell’anima. E qualcos’altro.

M: Ma chissà cosa sarà mai questo “qualcos’altro”! Ve l’avevo detto che è una peperina raga’. Parliamo un attimo della tua vita…extra-telefonica sotto le lenzuola? Dopo tutto quello che senti ogni giorno, riesce ancora qualcosa a sorprenderti davvero, a lasciarti a bocca aperta?

S: Diciamo che, dopo certe telefonate, il mondo reale fatica a tenere il passo. Non mi scandalizzo più da un pezzo, e no, non spalanco la bocca facilmente…a meno che non ci sia un motivo valido. Ci sono ovvi validi motivi e, ogni tanto, funziona eccome l’ovvio, quando trova il ritmo giusto.

M: Ovvio! Ovvio! Che consiglio daresti a chi chiama la nostra linea erotica per la prima volta?

S: Non preoccupatevi di fare bella figura o di sembrare “perfetti”. Qui non vi conosciamo e, credetemi, è proprio questo il bello: potete essere esattamente come siete (o come vorreste essere), lasciarvi andare senza filtri, confidare qualche segreto che non direste a nessun altro. Insomma, fatevi questo regalo senza paura.

M: E a chi giudica il tuo lavoro senza saperne nulla?

S: Consiglio una bella doccia fredda. O un hobby, possibilmente non giudicante. Il bigottismo è noioso, ma soprattutto sterile. La sessualità repressa fa danni. Noi però li ripariamo e direi che ci divertiamo pure.

M: Amen sorella, yeah! Dimmi sorella Sara, usi oggetti o suoni per rendere tutto più credibile quando fai sesso al telefono?

S: Oh sì. Il dildo è un ottimo attore non protagonista: realistico, coinvolgente. A volte più eloquente di certe parole.

M: Non ho dubbi. Hai mai ricevuto proposte fuori dal telefono tipo “molliamo tutto e fuggiamo insieme”?

S: Proposte tipo “molliamo tutto e fuggiamo insieme”? No, ancora niente di così romantico. Però, sai com’è, Martina, capita spesso che chi chiama confonda questo lavoro con un’agenzia matrimoniale o un servizio di escort ed è una cosa che mi scoccia parecchio. Il nostro è un lavoro, e va rispettato come tale! Il mio regno è la voce: con quella, senza nemmeno vedersi, riesco a creare un’intesa erotica e coinvolgente da fare invidia a “Bridgerton” o “Sex/Life”!

M: Ahahah. Provare per credere cari ragazzi! Chiamate Sara 119 e non ve ne pentirete. Dopo lo spot, andiamo avanti. Una fantasia che ti sei portata a casa, c’è?

S: Ce n’è una che non riesco a lasciar andare, quella di avere qualcuno al guinzaglio da “torturare” un po’…e allo stesso tempo da cui farmi servire. Mi piace il gioco di potere, la sensazione di controllo che dà quella dinamica, la sottomissione che si nasconde dietro. Mi stuzzica quel mix di dominazione e intimità, anche quando il turno è finito. Una specie di piccolo segreto che porto con me, perché dai: chi non ha voglia, ogni tanto, di comandare un po’ e farsi viziare?

M: Viziateci, viziateci! E hai un outfit “segreto” o un capo d’abbigliamento che ti fa sentire subito più sensuale, anche quando sei al telefono?

S: Sì: biancheria di pizzo nero abbinata a pantaloncini di raso con dettagli in pizzo. Anche se sono al telefono, indossarli mi dà quella carica in più, come fosse un piccolo rituale che mette in moto tutta la magia.

M: Chiamiamola “magia”, sì. Fuori dal lavoro, quali sono le tue passioni o abitudini quotidiane? C’è qualcosa di semplice o normale (escludiamo il portare al guinzaglio i maschietti) che fai e che nessuno si aspetterebbe da un’operatrice di linea erotica?

S: Di cose semplici e normali ne faccio tante, perché amo la semplicità. Ad esempio, mi rilassa ascoltare le sigle dei cartoni animati! Per rilassarmi davvero, invece, pratico yoga e faccio lunghe passeggiate in città con la musica a palla nelle orecchie. Una mia grande passione sono le lingue asiatiche e la cultura in generale: tra lingue e cul…tura, direi che sono sempre “sul pezzo”.

M: Un bel “pezzo” sì, sì. Non so se hai avuto la (dis)grazia di leggere qualche mia intervista passata…ma ormai è tradizione che io concluda in panni marzulliani. Significa semplicemente: fatti una domanda e datti una risposta!

S: Ahah, ok. Allora, la domanda che mi faccio è: “Ma perché esisto?”.
E la risposta, adesso, la conosco: per far felici i miei ascoltatori, accendere la loro fantasia…e, beh, anche darmi piacere. D’altra parte, se non mi diverto io, come posso far divertire loro?

M: Ecco, lo sapevo che mi tiravi fuori la perla finale! Giusto! Sei proprio un bel mix di dolcezza, ironia e sexytudine. Grazie davvero, Saretta, è stato un piacere chiacchierare con te.

S: Anche per me. Magari ci si sente in orgia con te. E a tutti voi lettori un saluto e un grande bacio dalla vostra Sara!

M: Oh, e a me cosa resta da dirvi se non che potete chiamare Sara 119 e darle il vostro feedback solo qui su Luxuryline la linea erotica che più erotica non si può? Questo: controllate la pagina del semaforo per vedere se Sara è in linea e, se non lo fosse, date pure una sbirciata ai suoi turni. Nella sua pagina, poi, potete ascoltare la sua voce quando volete ma non riceve commenti, quindi, se voleste scriverle qualcosa, anche per un appuntamento fuori turno, dovete passare per la mail contattami@luxuryline.it

Fate divertire la nostra Saretta e divertitevi con lei!
Adesso è davvero tutto! Ciau.

Martina

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Chiacchiere piccanti con Serena

IL SALOTTO HOT DI LUXURYLINE: CHIACCHIERE PICCANTI CON SERENA

Intervista a Serena: il ritorno della voce che non si dimentica

Martina: Alcune voci non si dimenticano. E la protagonista di questa intervista è proprio una di quelle. Ironica, carnale, colta, diretta, è tornata su LuxuryLine dopo una lunga pausa. Col suo tono caldo e disinvolto e il mix esplosivo di energia ed erotismo ha già sedotto molti di voi. Di lei so che non si censura mai, e allora vi va di conoscerla meglio attraverso questa chiacchierata? Ecco a voi…Serena! Ciao Sere, benvenuta nel salotto hot di LuxuryLine.

Serena: Ciao a te e a tutte le persone che ci leggono.

M: Iniziamo subito con una domandina facile facile. Come e perché sei nel mondo delle linee erotiche? E nel tuo caso, aggiungo, perché poi sei andata via e soprattutto, perché sei tornata (nel senso buono eh)?

S: Ho cercato online lavoro da casa a pagamento perché era un periodo abbastanza difficile e avevo bisogno di una distrazione e qualche soldo in più. E ho trovato casa. Sono andata via perché purtroppo negli anni ho conosciuto una persona sbagliata, che mi ha risucchiata nel suo buco narcisista e manipolatore e mi ha convinta che non potevo assolutamente lavorare in una linea così per rispetto al mio onore. Cavolate! Il giorno dopo che l’ho lasciato ho ricontattato la responsabile scusandomi per l’abbandono di anni prima e chiedendo se fosse possibile riavere il mio posto, perché tutto ciò mi mancava.

M: Beh, perdonami il gioco di parole, è un onore riaverti qui! Qual è la cosa che trovi più divertente di una linea erotica?

S: Ci sono alcune fantasie che ho scoperto grazie alle persone che chiamano e ogni tanto quando le metto in pratica, rido.

M: Sarà contento il tuo partner quando gli ridi in faccia!
Ricordi ancora la prima chiamata a LuxuryLine? È stato un battesimo di fuoco o “soft”?

S: É stata divertente. Ero in giro, per un’emergenza, stavo mettendo la benzina, il benzinaio mi guarda e mi chiede: “quanto faccio?” e io per rispondere sia a lui che al cliente al telefono dissi: “metti dentro tutto e pompa”. 

M: Sono morta dal ridere.

S: È stata sicuramente indimenticabile.

M: In tema di cose che non si dimenticano, c’è un personaggio letterario in cui ti ritrovi?

S: Madame Bovary, perché come lei condanno apertamente quelli che per me sono gli aspetti più deleteri del Romanticismo e cioè la tendenza a evadere la realtà privilegiando l’illusione, quando la realtà è inadeguata.

M: E invece ti faccio evadere un attimo: se, nella realtà, potessi scegliere di essere una supereroina, chi saresti e perchè?

S: Vorrei essere Wonder Woman solo per la possibilità di non ammalarsi mai, sono una persona molto ipocondriaca.
L’ipocondria è il mio blocco più grande, mi fa andare in ansia e di paura. Questo é molto invalidante nella mia vita.

M: Però, se posso permettermi, ti conosco come una ragazza tosta. Immagino che avrai le tue tecniche per supportarti. Anche i nostri Utenti aiutano?

S: Il mio aiuto é la 4-7-8, una tecnica di respirazione. Appena sento che il panico sta per arrivare inspiro 4 secondi, trattengo 7 e butto fuori 8 secondi. E gli utenti sì, mi aiutano, soprattutto se rischio di soffocare durante un rapporto orale. (ride)

M: Ti amo. (rido anch’io raga’)
Hai qualche paura, qualche fobia, a che ci siamo?

S: Molte. Moltissime. Quanto tempo hai?

M: Va bene, te ne suggerisco una io e vediamo se l’hai provata. Ti è mai capitato di fare sesso con la paura di essere scoperta?

S: Non ho paura di essere scoperta, anzi la trovo una cosa super eccitante.

M: In generale, c’è un posto singolare dove lo hai fatto e/o dove ti piacerebbe farlo?

S: L’ho fatto nella sala ristoro dove mangiano i miei colleghi a lavoro.

M: Ti chiederei maggiori dettagli ma lascio ai lettori il piacere di scoprirli chiamandoti.
Oltre che coi nostri amici sulla linea, guardi spesso porno da sola o con eventuale partner?

S: Assolutamente, ovvio.

M: Hai un genere preferito o saltelli un po’?

S: Medical, lesbo e orgia.

M: Restiamo in tema sesso. La cosa che più ti irrita che faccia l’eventuale partner?

S: Chiedere con insistenza sesso anale. Non apprezzo.

M: Non apprezzi l’anale o le richieste “martellanti”?

S: Le richieste martellanti. Ma qui ho risposto in modo troppo personale credo, perché il mio ex era uno schifoso di merda quindi mi é venuto di istinto. Comunque mettiamo le richieste martellanti e quelle che provocano dolore, perché sono convinta che il sesso non debba fare male.

M: E se l’eventuale partner dovesse “sbagliare”, glielo diresti?

S: Sì, non sono una che si tiene niente in gola.

M: Eviterò di fare battute scontate. E ti è mai capitato che qualcuno si sia sentito “offeso” dalle tue osservazioni? Anche qui in linea?

S: Assolutamente sì. C’è qualcuno che non vuole che “fingi” ma si arrabbia quando sei estremamente onesta.

M: Eheh e lì ti verrebbe da… Ti piacciono le parolacce? Quella che ti scappa più spesso? Non per forza mentre sessi eh.

S: Mi scappano tante parolacce e tante bestemmie. Quasi sempre porca troia, puttana ladra e p**** Dio.

M: Parlando invece in generale di Serena come compagna di letto, quali aggettivi useresti?

S: Divertente, leggendaria, erotica.

M: E oltre all’essere molto umile (hihi), nella vita quotidiana invece com’è Serena? Ti riconosci pregi o difetti che spiccano?

S: (sorride) Tantissimi. Un pregio è che sono sincera, non mento mai, non dico bugie, anche perché la mia faccia parla. Questo ti dirò è proprio uno dei miei più grandi difetti: non sapendo controllare le espressioni facciali, spesso mi metto nei casini!

M: Non menti mai a parte quando dici che non mi sopporti, giusto?

S: (ride) Che stupida! Se mi conoscessi dal vivo…

M: Chissà, prima o poi magari avrò anche questo onore!
Come ricorderai, al telefono invece ci è capitato di orgiare insieme, e lì ho scoperto la tua passione per le scarpe. Facci qualche esempio di mise per uscire in contesti variegati, dalla testa ai piedi appunto: uscita con amici, primo appuntamento, supermercato. Fai tu.

S: Oh sì, adoro le scarpe!! Ne ho più di 100 paia di tutti i tipi (in questo preciso momento ne ho appena comprato un altro online). Allora…
Amici: mocassino con tacchetto, jeans e top croppato e giacca.
Primo appuntamento: abito nero con schiena scoperta accollato, intimo di pizzo nero senza reggiseno, scarpa tacco 12 di vernice nera e suola rossa.
Supermercato: jeans, canotta, scarpe da tennis.

M: E chissà dal benzinaio!!
Che voto daresti a Serena da 1 a 10 nei diversi ambiti della tua vita? Anzi no, fatti una recensione, vai!

S: Serena è un’anima particolare: rigida su alcuni argomenti e super flessibile su molti altri; dà estrema importanza ai rapporti personali e alla persona come essere umano; ama il sesso in ogni sua piccola sfumatura ed è sempre curiosa nello scoprire cose nuove. Insomma, sono affamata, curiosa, gentile. Ma non conviene mai farmi arrabbiare.

M: Capito ragazzi? Trattatemela bene, grazie!
Sere, abbiamo terminato e, come i nostri affezionati lettori sanno, è il tuo momento all’interno del tuo momento: poniti una domanda (qualcosa che avresti voluto dire ma non ti ho dato modo per via delle mie sciocche domande) e dacci la risposta.

S: Serena sei arrivata dove volevi arrivare, ti vergogni o penti di qualcosa?
No, ancora no. Mi mancano troppe cose, ho quasi vissuto 10 vite ma ne voglio vivere ancora altre 10. Non voglio morire la più ricca del cimitero e nemmeno la più puritana.
Meglio una vita di rimorsi che rimpianti.

M: Perfetta Sere! Che dire? Grazie della disponibilità. Non avevo dubbi che mi avresti dato soddisfazioni!
Vuoi salutare i nostri lettori? 

S: Ciao ragazzi! Vi aspetto caldi e numerosi al codice 111. Non dimenticatevi mai di me, sono tornata e non ho intenzione di andare via.

M: No, no, non va da nessuna parte. E per le persone ansiose più che mai di chiamare Serena 111, ricordo che potete controllare quando trovarla online visitando la pagina dei turni e se volete potete visitare la sua pagina e scriverle un commento. In alternativa, come già saprete, potete mandare una mail a contattami@luxuryline.it per scriverle in modo più privato o magari per concordare un appuntamento fuori turno.

A me non resta che salutarvi e ricordarvi, come sempre, di divertirvi e farla divertire.
Ciau!

Martina

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Omosessualità. Non dirmi che…

Omosessualità. Non dirmi che…

Miti da sfatare

Cosa mi tocca fare ancora nel 2025! Sebbene la società abbia fatto tanti passi avanti (non ancora abbastanza, a mio parere) rispetto ai diritti civili, purtroppo (e lo sottolineerei mille volte se non rendesse poi difficile la lettura) pare che il cervello di alcune persone perda il contatto con la realtà pronto a nutrirsi solo di favolette e pregiudizi.
Bel belle e a mani giunte molte persone difatti si ritrovano ancora a pronunciare frasi che non solo risultano essere del tutto prive di fondamento, ma che corrono il rischio di essere dannose.
In queste righe, cercando di mantenere un certo contegno, vi riferirò di quelle che, ahimè, mi è toccato sentire di recente: “l’omosessualità è contro natura”, “si sceglie di essere omosessuali, per moda o imitazione”, “il sesso esiste per procreare” (non ridete per favore, il meglio deve ancora venire) e dulcis in fundo “Dio ha creato Adamo ed Eva, un uomo e una donna”.
Parrebbe inutilissimissimissimo ribadire che nessuna di questa affermazione è supportata né dalla signora Scienza né dalla signora Chiesa, ve’ raga’? Eh! Eppure…

L’omosessualità è naturale. Punto.

Visto che a certe persone piace tanto parlare di “natura”, sappiano allora che l’omosessualità è presente in oltre 1.500 specie animali: pinguini, elefanti, leoni, ma anche (e non dovrebbe sorprenderci) in tanti uccelli. Non sto qui ad elencarli tutti ma fate pure una qualsiasi ricerca nel web per averne conferma. Riflettete un attimo prima di sparare cazzate, no? La natura è ricchissima di esempi di individui attratti dallo stesso sesso. E non osate dire che sono “scherzi” della natura eh!

La scienza lo dice da mo’: l’omosessualità non è una malattia né una scelta

Le principali organizzazioni scientifiche mondiali, come la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’American Psychiatric Association (APA), hanno ormai da decenni appurato che l’omosessualità non è un disturbo da correggere, né una “devianza” da curare. È semplicemente (sentite come suona bene questa parola?) un orientamento sessuale, proprio come l’eterosessualità. È stato ampiamente dimostrato che l’orientamento sessuale non è il frutto di una scelta cosciente, né di un’influenza esterna, ma è determinato da una complessa interazione di fattori genetici, ormonali e ambientali. Tutti questi fattori, attenzione per favore, non è che ci rendano omosessuali se qualcosa va storto. Ci rendono anche eterosessuali. È chiara la differenza? Non si nasce in un modo determinato a priori per tutti! Secondo la genialità sopraffina di talune persone poi, se io vedo due persone dello stesso sesso baciarsi, di lì a boh, tre mesi, mi verrà voglia di baciare una ragazza a caso. Cervello in pappa proprio: l’unica che slinguazzo sempre con piacere si sa, è Alessia, e non solo in bocca (ma questo è un altro discorso). Non si diventa gay per imitazione o per influenze sociali!!! E se proprio dobbiamo dirla tutta, con tutti i rischi che corrono le coppie gay a girare per strada anche solo tenendosi per mano, sarebbe piuttosto masochistico, da parte loro, sbandierare un orientamento sessuale solo per capriccio.

Il sesso non è solo per procreare

L’argomento “il sesso serve solo per procreare” è interessante…mi fa davvero tanto ridere perché è argomento mooolto ricorrente contro l’omosessualità solo finché non si ricorda che anche le coppie eterosessuali sterili, anziane o con preservativi fanno sesso. Ma perché lì non si grida allo scandalo? Stranamente, chi invoca la “natura” contro l’omosessualità spesso dimentica le crisi di panico quando la scatola dei preservativi nel comodino è vuota o si ha un minuto di ritardo nel ciclo benchè si sia sessato con preservativo, pillola, retromarcia e preghiere (classico, no? “Oh dio, sì, sì, ancora”)! Ma evidentemente, l’indignazione funziona a intermittenza. Al di là del piacere della carne quando si sessa, e dei benefici ormai universalmente noti di una bella scopata, il sesso è anche un atto di intimità, affetto e connessione. Non è solo puro istinto biologico quello che ci spinge a venirci addosso l’un l’altro. Ma sarebbe troppo facile parlare della bellezza del sesso scrivendo su un Blog di una linea erotica (chiama le sexy ragazze di Luxury Line…e questo era dovuto).

La contraddizione della “Genesi” e della scienza

La cosa buffa? Alcuni cattolici rifiutano ciò che dice la signora Scienza anche quando la stessa signora Chiesa lo ha accettato. Ma si sa, a volte scrollarsi di dosso determinate credenze è più difficile che fare un backup di Whatsapp. Però qui mi faccio seria perché non vorrei offendere nessuno. Molti dei critici dell’omosessualità si rifanno alla Genesi come a una verità assoluta, interpretando letteralmente i racconti biblici e quando gli si nomina l’evoluzione rispondono con un allarmante “ma evoluzione cosa?”. Ohmmm. Manteniamo la calma! Contrariamente a quanto pensano in molti, la signora Chiesa cattolica non è rimasta “fossilizzata” sull’idea che l’uomo sia stato fatto con un po’ di fango in un pomeriggio e, pur mantenendo una posizione tradizionale su certi aspetti morali, ha accettato ufficialmente la teoria dell’evoluzione rifiutando al contempo l’idea di un universo creato in sette giorni letterali. L’enciclica Humani Generis del 1950, ad esempio, sancisce che l’evoluzione non sia incompatibile con la fede cristiana (a patto che Dio ci metta l’anima, letteralmente) e che, anzi, essa sia parte del suo piano. In breve: sì, l’uomo viene dalla scimmia, ma l’anima viene da più in alto. Insomma raga’, certe persone paiono cadere, a mio parere, in una contraddizione piuttosto evidente: da un lato, si rivendica la “verità” dei testi sacri, ma dall’altro si ignora l’evidenza scientifica e i progressi della loro stessa fede.

Se tutta questa buona volontà nel cercare azioni peccaminose nel comportamento altrui venisse indirizzata nel sorridere di più alla vita, nel godere con l’altro e dell’altro, forse, e dico forse, staremmo tutti davvero meglio e io non avrei sentito l’esigenza di scrivere questo articoletto.

Che dire infine a voi che siete arrivati fino in fondo?
Oh, sì, il mio solito consiglio: divertitevi (nel rispetto dell’altro, ovvio) e fate divertire!
☮&♡

Martina

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Racconti erotici di dominazione: la mia prima volta da sottomesso

Racconti erotici di dominazione: la mia prima volta da sottomesso

Non credevo nei racconti erotici di dominazione, pensavo fossero esagerazioni, quelle cose che si leggono solo nei romanzetti, fantasie estreme distanti anni luce dalla realtà. Poi… Poi è arrivata lei che con una sola parola ha sgretolato tutte le mie certezze.
“Inginocchiati!” Non c’era rabbia nella sua voce, solo controllo e io ho obbedito, senza pensare, senza riflettere, come fosse un automatismo.
Mi aspettavo di vederla sorridente, avvolta da un sexy vestitino colorato, pronta per la nostra prima uscita; invece indossava un completo di latex nero, il sorriso era più da pantera affamata che da gattina emozionata e altro che tavolo a lume di candela! Le candele c’erano ma per essere usate su di me.
Ed è così che ebbe inizio la mia prima volta da sottomesso.

Dominazione femminile: tutto inizia con un sì

Eretta e bellissima di fronte a me che sono prostrato ai suoi piedi, la classica immagine che viene alla mente quando si pensa alla relazione mistress slave, appoggia l’estremità del frustino sulla mia guancia. Dice che imparerò il significato di provare piacere nella sottomissione, che capirò che cosa vuol dire essere spogliato di tutto tranne del desiderio e, con un tono di voce più scottante della sabbia a mezzo giorno in pieno agosto, mi chiede se sono pronto per cominciare.

Un brivido mi ha attraversato come un colpo netto, la voglia di cedere ha preso il sopravvento e il sì è arrivato senza che me ne accorgessi, non ad alta voce, non in modo chiaro, semplicemente il mio corpo ha parlato per me. Il respiro accelerato, la pelle tesa, gli occhi bassi, tutto gridava deferenza totale per la mia padrona.

“Molto bene, bravo, lo sguardo deve rimanere a terra, non sei autorizzato a distoglierlo dal pavimento. Ora spogliati, ti voglio nudo a mia completa disposizione. Fallo lentamente, devo godermi lo spettacolo”.
La mia esperienza di sottomissione entra così nel vivo.

Giochi di potere e desiderio estremo

Ogni gesto diventa parte integrante del rituale mentre gradualmente tolgo tutto senza fretta. Mi sento esposto e vulnerabile sotto il suo sguardo fisso ma non ho paura, anzi, questa circostanza ha qualcosa di ipnotico e io non posso far altro che lasciarmi incantare.

Ora sono totalmente nudo, lei fa un giro completo intorno a me poi si ferma e mi lega i polsi sopra la testa. Il nodo è saldo e ben studiato e il contatto con la corda risveglia in me un bisogno primitivo di arrendermi, una sensazione nuova difficile da spiegare, probabilmente solo chi ha avuto una storia erotica di dominazione può capire.
Schiaccia un capezzolo con le dita dopodiché afferra una fascia appoggiata allo schienale di una sedia e mi benda.

Ogni suono, ogni respiro risultano amplificati e io sono in balia delle sue decisioni, dei suoi desideri estremi, dei suoi giochi di potere e il punto è che è tutto perfetto così.

“Sei mio, sei il mio giocattolino, non ti muoverai, non implorerai, non farai niente di niente finché io non te lo permetterò”.
Le sue mani mi stringono le palle, le unghie graffiano petto e schiena. Continuavo a pensare a quella frase come un martello. Mi dava fastidio, lei non è delicata ma il dolore si mischia al piacere.
Non sento niente per qualche secondo, il suo è controllo puro, attesa distillata in aspettativa. Ecco il fruscio della frusta che si abbatte sulla scapola destra e io mi sento finalmente marchiato, sento finalmente di essere una sua proprietà.

Cedere del tutto all’esperienza BDSM

“Apri la bocca”. Eseguo senza chiedere spiegazioni, mi infila in bocca un oggetto metallico e mi ordina di succhiare, non capisco cosa sia ma eseguo. Lo sfila e lo passa sul collo, ha una punta tagliente e la pelle brucia al suo passaggio. Scorre fino all’addome e prosegue sul cazzo. Si stacca da me e sento la mancanza di quella lingua pungente.

La sento maneggiare con una bottiglia e un bicchiere. “Apri di nuovo”. Le labbra si schiudono e un liquido dolce mi pervade. Mmm buono, è vino. Ripete l’azione altre due volte.
“Adesso appartieni a me” mi sussurra all’orecchio sinistro e ha ragione, sono sovrastato dalla dominazione femminile: è un patto, un giuramento non scritto che si crea nella relazione tra mistress e slave, e io mi sento più vivo che mai.
Mi spinge obbligandomi a sdraiarmi a pancia in giù. I tacchi riecheggiano nella stanza mentre camminando lentamente disegna cerchi perfetti intorno alla mia figura. So bene che cosa sta per accadere, sarò il suo tappeto, lo so e lo voglio. Quante volte l’ho letto nei racconti di dominazione ed ora sono io il protagonista.

Forse sono solo stanco di avere io il controllo, forse scoprirò che abbandonarsi è più potente che dominare ma quando sento la pressione della suola sulla mia schiena capisco di essere stato sommerso nell’abisso di piacere che solo la resa può donare.

Dopo il BDSM il legame che resta

Sto gemendo mentre la cera si raffredda e le sue dita sciolgono il nodo ai polsi. “La benda toglitela da solo”. Ci metto qualche istante a mettere a fuoco la sua figura e wow! Seduta sul divano, con le gambe accavallate e il calice di vino in mano, negli occhi la stessa fermezza di quando mi aveva legato e un lieve sorriso orgoglioso, come se sapesse perfettamente di aver raggiunto il suo obiettivo.

“Ora vieni qui, in ginocchio”. Questo comando suona come una carezza alle mie orecchie. Non ci sono più corde e fruste eppure sento che il gioco BDSM non è finito, ha solo mutato forma, perché questo tipo di abbandono non finisce con i lacci che vengono slegati o con la chiusura di una porta. È un senso di appartenenza che ti incide nel profondo.

“Per essere stata la prima volta devo dire che hai retto bene, più di quanto pensassi” dice accarezzandomi i capelli. La gola chiusa dall’emozione, perché in fondo so bene che la resa è stata più emotiva che fisica e in fondo so anche che non servono parole.
Lei è riuscita a far emergere, con la sua dominazione femminile impeccabile, un lato di me che non sapevo di possedere, senza forzare, con naturalezza.
Mi sento in pace, una pace nuova fatta di confini superati e giochi estremi.

Le bacio la mano che mi porge per aiutarmi ad alzarmi. “Mi vorrai ancora dominare vero?”, le chiedo sentendomi più nudo di prima, soprattutto quando la sento ridere in risposta. “Tu sei mio, quando schioccherò le dita tu mollerai qualsiasi cosa tu stia facendo e correrai da me”.

Luca 86

Chiama una delle Luxury girls e vivi il tuo racconto BDSM in diretta. Trova la tua padrona preferita e controlla nei turni quando la potrai trovare.

Per approfondire il tema della dominazione femminile su una linea erotica leggi mistress al telefono schiavizzano sottomessi.

Ti è piaciuto questo racconto? Leggi anche la mia esperienza proibita con la suocera

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Racconti erotici: la milf della porta accanto

Racconti erotici: la milf della porta accanto

Finalmente è stato rimosso il cartello “vendesi” dall’appartamento accanto al mio e da divoratrice di film porno e racconti erotici con milf (soprattutto da quando mi sono separata) mi sto già immaginando mille scenari piccanti con il futuro inquilino. Meglio tornare con i piedi per terra, sarà una coppietta di Sposini, o una donna single come me o, nella remota possibilità che si tratti di un essere maschile, un ometto alto un metro e cinquanta con un’anguria al posto della tartaruga.

Se la realtà dovesse deludermi, per fortuna c’è sempre la fantasia e qualche chiamata erotica per rendere tutto più interessante…

Passano i giorni e rientrando dalla palestra noto due signori sulla settantina che maneggiano con la mia cassetta delle lettere. ” E te pareva!” Dico tra i denti avvicinandomi e faccio notare che la buchetta è mia. Beh, salta fuori che la persona che ci ha venduto le case è la stessa e che ha consegnato loro un mazzo di chiavi che dovrebbe essere mio. Di male in peggio! Se non che la cara signora mi spiega Khedira al figlio di consegnarmi il mazzo completo, così potremo verificare insieme quali sono le mie e quali le sue. Continua raccontandomi che è un ragazzo giovane, solo, lavoratore e che quindi lo stanno aiutando. Me lo sta sponsorizzando? Beh, ora sono proprio curiosa.

Donne mature e ragazzi giovani

Sto passando l’aspirapolvere, mi sembra di sentir bussare quindi la spengo, si, qualcuno sta proprio bussando. “Chi è?” Domando avvicinandomi alla porta ” sono Mattia, il tuo nuovo vicino”. Merda, che tempismo di merda! Sciolgo i capelli e liscio, con un gesto automatico della mano, il top a righe e i leggins neri e apro.

Ci studiamo per qualche istante. Ha sui 25 anni, è poco più alto di me, direi circa 1.75, muscoloso, ha i capelli castani e gli occhi nocciola. Carino il cucciolo, speriamo che abbia voglia di una bella esperienza hot con una milf perché io ho proprio voglia di un sexy toyboy.
Gli stringo la mano per presentarmi e lo faccio accomodare sfoggiando il mio sorriso più seducente. Lo becco a guardarmi la scollatura, beh, come non capirlo, ho una quarta da far girare la testa e ne approfitto per accarezzarmi innocentemente. Ho visto proprio di recente un paio di video con donne mature e ragazzi giovani iniziare con la provocazione di un semplice tocco e io ho tutta l’intenzione di creare la mia personale avventura erotica, sono una donna matura si, ma ho ancora una gran voglia di scopare.

“Vuoi qualcosa da bere intanto che controllo le chiavi? Ho della birra, vino, semplice acqua…” Mi risponde che la birra va benissimo. La stappo, gliela porgo e, sfiorando con le dita il palmo della sua mano, prendo il mazzo.

Passione con una milf

Nelle fantasie erotiche di ogni milf c’è quella di chiavare con un ragazzo più giovane e questa è la mia occasione d’oro, non posso lasciarmela sfuggire.
Già che siamo in vena di cliché aderisco al più banale che mi si offre: faccio cadere le chiavi in modo tale che lui mi veda piegarmi a 90 per raccoglierle. “Vediamo se entrano, oh si, entrano proprio bene” scosto una ciocca dal viso e lo guardo negli occhi “vuoi provare anche tu?”

Sono sicura che nella sua mente si stesse già strutturando una storia erotica, con una milf che praticamente gliela sta sbattendo in faccia mi stupirebbe il contrario. E no, non mi stupisco, con uno scatto si alza e mi raggiunge.
Mi bacia e tocca con quella foga di cui sentiamo la mancanza noi donne mature ma che per i ragazzi giovani è del tutto normale.
Mi solleva la maglietta e mi palpa le tette, poi le lecca e succhia i capezzoli. Io non resto con le mani in mano e gli faccio una sega, è veramente duro e da come lo sento eccitato credo che non durerà molto. No cucciolo non verrai così.

“aspetta, fermati” gli ordino (che non si dica poi che noi donne mature seducenti non sappiamo il fatto nostro), abbasso i leggins, sposto le mutandine e uso la porta come appoggio per inarcare la schiena e allargare le gambe. “Scopami, cazzo sbattimi forte” lui obbedisce, mi prende per i fianchi e me lo ficca tutto nella figa, muovendosi con un ritmo frenetico.

Premo i polpastrelli dell’indice e del medio sul clitoride, voglio venire con questo bel martello pneumatico e non con il suo ricordo. “Si, così bravo, mmm si dai continua che mi fai venire, si, scopami” raggiungo l’orgasmo, manco avessi avuto vent’anni e mi godo quella sensazione paradisiaca che mi pervade. “Sborro, sborro!” Esclama e dopo qualche colpo sento il liquido caldo che mi riempie.

Gli lascio riprendere fiato e quando lo tira fuori Mi inginocchio per ripulirglielo, passando la lingua su quel meraviglioso membro non ancora ammosciato.
“Spero di aver presto bisogno di qualcosa, così Ho la scusa per bussarti, sei veramente una bomba!”
“Certo tesoro, quando vuoi e magari faremo con un po’ più di calma”.
Vieni cucciolo, vieni, dopotutto… Sono una milf della porta accanto.

Terry 79

Le milf ti affascinano? Allora non puoi perderti questo racconto erotico con una milf come protagonista. Se invece preferisci una donna matura dal carattere severo, lasciati intrigare dalle nostre Padrone più severe ed esigenti. E se vuoi scoprire una volta per tutte perché le donne mature piacciono così tanto, c’è un approfondimento che non puoi perdere.

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Flirt in ufficio

FLIRT IN UFFICIO

L’ufficio: i segreti per sedurre la collega (spero)

Mea culpa! Mi capita di dare per scontato che tutti voi abbiate l’opportunità di esplorare un aggraziato corpo femminile e ricercare in esso quei punti che conducono a piacere eccelso o, quantomeno, a gemiti la cui emissione non sia causata da mera pietà nei vostri confronti o, che ne so, dalla voglia della vostra partner di mettersi alla prova con le proprie doti attoriali.
Facciamo un passo indietro. Oggi vi condurrò in ufficio. Sì, quel luogo dove si trascorrono ore interminabili tra riunioni e progetti, ma dove può nascere anche un interesse speciale. Credo proprio che la maggior parte di voi sappia di cosa sto parlando.
Tu, per esempio, hai notato una collega che ti fa sognare di sbattertela e scrivere con lei un kamasutra 2.0? Il solito porco! Oh, a te, invece, fa battere il cuore più velocemente? Che tenerone! Senti, hai già escluso problemi cardiaci? Ok, allora ti aiuto io! Yeah!
Comprendo perfettamente come questo possa divenire un serio problema, sai? In ufficio, dopotutto, la concentrazione deve sempre essere al massimo (sì, ok, a questo non ci ho creduto nemmeno io) e, diciamocelo, la scollatura di quella collega separata, la sua matita tra le labbra quando è assorta nei suoi pensieri, quello sguardo da gattina sognatrice, o quel piglio da “sì, non ce l’ho solo io ma la mia è più bella” (e tu ci credi), non giocano certo a tuo favore.
Tra una riunione e l’altra, tra scadenze da rispettare e file da inviare, potrebbe capitare insomma che, all’improvviso, una nuova collega (o una vecchia collega che oggi ha deciso di guardarti per più di un nanosecondo) faccia breccia nel tuo cuore (in questa sede lo chiameremo così) e tu ti renda conto troppo tardi di aver appena allegato il documento sbagliato al cliente più importante dell’azienda. Poverino! Vedi che succede quando lasci spazio al tuo personalissimo “cliente”?

L’arte del flirt tra un meeting e l’altro

Come destreggiarsi dunque nell’approccio con la tua collega preferita? Ecco, se mentre lei si avvicina tu stai cercando nella tua mente ormai andata frasi non scontate, se per caso ti balenasse anche solo per un istante l’idea di dirle “bello quel progetto del Capo, ma io ho altri progetti per noi due bella…”! Non finire nemmeno la frase, per carità, neanche nella tua mente!!
Abbi pietà di lei, non devi sembrare il classico collega che ci prova con tutte le mammelle-dotate, ti pare? La chiave è nell’arte del “flirt professionale”, quello che nessun manuale di risorse umane ha mai osato descrivere, una sfumatura tra “ti supplico, se esci con me sarò il tuo schiavo e leccherò tutte le tue scarpe” e “ti faccio un regalo e ti mando la foto del mio biscione, baby?”.
Ecco, per non rischiare di essere licenziato (o denunciato), dovresti riuscire a trovare il giusto equilibrio tra professionalità e simpatia, evitando magari di sfoderare sorrisi che a te paiono seducenti e che invece ti fanno sembrare un clown o beh, uno squilibrato che ha fatto a pezzi la madre e l’ha conservata nel congelatore di casa.
“Martina, ti andrebbe di collaudare le nuove scrivanie facendoci su del sesso selvaggio?” mentre sfoderi il più perverso dei tuoi sorrisi è un grande NO!
“Ma Ma Ma Mart Martina checchè bebelle cacalze che hai…” magari per il secondo appuntamento, e asciugati la bavetta, please!
Andiamo al nocciolo: devi essere abbastanza vago e furbo (se ce la fai, ma non ce la fai, non ce la fai) da sembrare suggerire proposte amichevoli “ambigue”. Ma prima, caro il mio focoso collega, devi rompere un po’ il ghiaccio. Nelle fantasie a Luxuryline era stato tutto facile eh? Ma lì, tra le scrivanie reali, le cose si complicano mi pare di capire!
Io credo in te! Puoi farcela! Potresti perfino uscirne vittorioso, potresti davvero riuscire a concretizzare un incontro che ti faccia sobbalzare più della chiamata perentoria del tuo capo nel suo ufficio (mi sa che ha scoperto che hai mandato il file sbagliato al cliente toppissimo dell’azienda…spero non fosse la foto che hai photoshoppato settimana scorsa col tuo capo in autoreggenti e caschetto nero).

Regole d’oro: sii professionale, ma non fare il pesantone, sorridi!

Ti fidi di me? Ok, mettiamola così: che hai da perdere? Che tu voglia divenire il protagonista di un film romantic-burocratic o di una commedia porn-soft (poi più in là chissà amico mio!), da qualche parte bisognerà pur iniziare: un decalogo, ci sta! In fondo, chi ha bisogno di un’app di incontri quando ha me dalla sua parte? Yeah!

  1. Sorridi, ma non esagerare, ti prego: un sorriso genuino è il tuo biglietto da visita. Esercitati allo specchio magari. Ecco, e magari quando sei da solo eh!
  2. Evita approcci banali tipo “posso offrirti un caffè?” (un euro dovrebbe averlo anche lei): prova con qualcosa di più originale, tipo “hai mai provato il caffè con un pizzico di cannella?” e non fare battute sul caffè macchiato, santo cielo!
  3. Non trasformarti in Sherlock Holmes: non stalkerarla sui social e non metterla nella difficile situazione di doverti seguire a sua volta per pietà (immagina la chat con le sue amiche “madonna, il Tizio ha cominciato a mettermi cuoricini ovunque, che sfigato!”). Un interesse genuino è apprezzato, ma senza invadere la sua privacy. Questo vale sempre eh, non solo in ufficio!
  4. Partecipa agli eventi aziendali o, perché no, organizzane uno: eventi o uscite informali sono ottimi modi per conoscere meglio la tua collega al di fuori dell’ambiente lavorativo.
  5. Sii te stesso (capisco che in certi casi il problema sia proprio questo): non cercare di fare il figo per impressionarla. Se sei un appassionato di Lego o un cuoco provetto, condividi le tue passioni ma per carità, non stare lì a parlarne per ore e non è indicata la dovizia di particolari a meno che non sia lei a chiederne (se passa la mano sulla bocca non si sta grattando il naso, sta cercando di coprire uno sbadiglio probabilmente, quello sarà il tuo segnale di STOP).
  6. Mantieni la professionalità: dicevamo…evita di fare battute inappropriate (non sei su una linea erotica) o di flirtare in modo eccessivo.
  7. Leggi i segnali: come accennavamo prima, se noti che la collega ricambia il tuo interesse con sorrisi e conversazioni prolungate, tutto ok, puoi andare allo step successivo, altrimenti non essere insistente!
  8. Evita il gossip: in nessun caso! Non parlare delle tue intenzioni con altri colleghi e non fare gossip con lei a meno che tu non voglia apparirle subito come un amico gay.
  9. Sii paziente: se davvero ti interessa…dai tempo al tempo e poi oh, se le rose non rosano, prova le margherite, che te devo di’!
  10. Non dimenticare il tuo lavoro: è già arrivata la strigliata del capo, ricordati che un’altra distrazione può costarti cara!! Sono troppo catastrofica? Va beh, dai, non trascurare le tue responsabilità professionali. Eh, a proposito, chiedi scusa al cliente megagalattico per quel documento sbagliato.

Direi che è tutto semplice, no? Impegnati!
Oh, la sottoscritta non risponde di eventuali fallimenti sia chiaro! Però, se hai sbagliato qualcosa, se ne può parlare. Racconta tutto a noi. Le mie amichette di Luxuryline saranno ben liete di consolarti e mandare a quel paese, insieme a te, Martina 103!

Martina

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Sara 119

Ciao a tutti, sono Sara, una ragazza dolce e sensuale. Il piacere è la mia passione! Adoro il sesso in ogni sua forma e amo, in particolare, i giochi di ruolo.
Posso essere la tua docile e ubbidiente schiavetta ma attenzione perché nell’armadio nascondo un fantastico corredo BDSM da padrona e, se lo tiro fuori, sarai tu a doverti mettere in ginocchio ai miei piedi.
Insieme ci divertiremo e non solo…

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Specialità
  • dirty talking
  • fetish
  • blasfemia
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Morgana 115

Ciao sono Morgana, trentanovenne bionda incantatrice. Vogliosa di esaudire ogni tua oscura fantasia. Con la mia voce calda e sensuale ti farò provare un piacere inebriante. Con me potrai parlare di tutto (rimarrà il nostro piccolo segreto), mi piace provocare e giocare chiamami e ci divertiremo insieme.

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Specialità
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  • fetish
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  • blowjob
  • Extreme
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Racconti erotici: la suocera calda

Racconti erotici: la suocera calda

In tutte le famiglie si nascondono segreti hot, io stessa ho contribuito a crearne uno, ricordate il dialogo tra me e Martina nel quale parlavamo di cazzo e genetica? Beh, se non sapete che cosa ho combinato vi consiglio di leggerlo e sono sicura che anche voi custodiate gelosamente qualche avventura erotica in famiglia, non mi sbaglio vero?
Non sono qui però ne per parlare di me né per parlare di voi, bensì della confessione piccante fattami da un amico durante una chiamata erotica. Siete curiosi? Non avevo dubbi, procedete allora con la lettura.

Un desiderio segreto: la suocera

Alessia: “pronto”

Matteo: “Ale! Ho fatto una cazzata colossale, cioè una gran bella cazzata però sempre una cazzata rimane”

A: “hey, hey, calmati e dimmi cosa hai combinato”

M: “ho realizzato una delle mie fantasie erotiche”

A: “ovvero? Hai convinto Katia a fare scambio di coppia?”

M: “magari! Ma non sarebbe una cazzata, io invece l’ho combinata grossa”

A: “ti devo pregare di parlare o lo fai di tua spontanea iniziativa?”

M: “va bene, va bene, mi sono scopato Diletta”

A: “COSA? Mi stai dicendo che sei andato a letto con tua suocera?”

M: “si, esatto, però non siamo stati a letto ma sul tavolo, poi sul pavimento, poi…”

A: “no, no bello, adesso fai un passo indietro e mi racconti tutto dall’inizio”

L’esperienza erotica con la suocera

M: “ok, allora, siamo stati a pranzo da lei come ogni domenica e, come ogni domenica, era impeccabile. I capelli biondi che le cadevano sulla scollatura, le labbra leggermente colorate di rosso, un vestito a fiori lungo fino al ginocchio che esaltava le sue curve e i sandali con il tacco, non alto, diciamo una via di mezzo”

A: “ammazza le hai fatto la radiografia”

M: “non puoi capire, è un sogno erotico mia suocera”

A:  “un sogno erotico, certo, come non capire, come resistere alla meravigliosa suocera calda”

M: “ti ricordo che non sei nelle condizioni di poter sfottere”

A: “touché! Dai vai avanti”

M: “finito di mangiare io e Katia torniamo a casa ma lei si accorge di aver dimenticato là gli occhiali e mi chiede di andare a prenderglieli. Durante il tragitto non ho fatto altro che pensare a quell’abito, morale mi è venuta un’erezione della Madonna. Aspetto un attimo in auto per vedere se si tranquillizza ma niente, quel bel culo è un chiodo fisso e più cerco di non pensarci più il cazzo mi diventa duro. Amen, mi dico e scendo dalla macchina. Beh, sai cosa fa quella porca di mia suocera quando mi vede?”

A: “ti fa notare il rigonfiamento?”

M: “no, peggio, mi abbraccia, mi da un bacio sulla guancia e mi dice che sono proprio un bravo ragazzo”.

Non resisto, scoppio a ridere e lo esorto a proseguire. Si, sono parecchio divertita dalla situazione ma al tempo stesso sono anche eccitata da questa storia erotica un po’ fuori dagli schemi.

La relazione proibita con la suocera

M: “ti giuro che non so cosa mi sia preso ma l’ho abbracciata anche io e… E le ho palpato il sedere. A quel punto mi sono venute alla mente tutte le fantasie erotiche che mi sono fatto negli anni, tutte le volte che mi sono segato pensando a lei e l’ho baciata. Poi è degenerato tutto molto in fretta. Le ho abbassato lo spallino del vestito, non indossava il reggiseno quindi mi sono trovato quel ben di Dio davanti e che potevo fare? Le ho succhiato quel bel capezzolone turgido. Lei gemeva e il sangue non mi è più arrivato al cervello, toccandoci e baciandoci abbiamo raggiunto il tavolo come per magia. L’ho fatta sedere, le ho sollevato il vestito, allargato le gambe e, dopo averle sfilato le mutandine, le ho leccato la figa. Capisci? La figa di mia suocera! Era così calda, così buona…”

A: “e poi?”

M: “poi mi prende il colletto della camicia e mi fa alzare, scende dal tavolo e me la sbottona con una lentezza infinita fino ad arrivare ai pantaloni. Si mette in ginocchio e li slaccia. Pensavo di schizzarle in faccia senza che neanche mi toccasse tanto ero eccitato. Per fortuna figura di merda scampata. Sputa sul mio uccello e se lo ingoia tutto. Dio mio, il paradiso, cioè quanti uomini hanno il sogno proibito della suocera che li spompina? “

A: “tanti, sei un porco fortunato!”

M: “puoi dirlo forte ma… Ho fatto 30 non potevo non fare 31, quindi sfilo il cazzo dalla sua bocca e, come se fossi a casa mia, mi siedo sul divano e la invito a cavalcarmi. Zio can, era infoiata di brutto, dovevi vedere come si muoveva la mia bella suocera calda e quelle tettone che mi sbattevano in faccia. Per distrarmi un po’ le faccio succhiare il mio dito indice e glielo ficco in culo, era così stretto, chissà se si era mai fatta inculare prima”

A: “prima?”

M: “eh, si, me la sono fottuta per bene la sciura. L’ho fatta mettere a quattro zampe sul pavimento e, dopo averle leccato il buchetto, glielo ha aperto. Mi sembrava di stare in un film, e che film! Comunque non ho resistito molto, ero indeciso se sborrarle dentro o sul viso, poi mi son detto: quando cazzo mi ricapita un’occasione così? Quindi le dico che sto per venire e lei si gira, mi sega con la mano mentre mi ciuccia i coglioni. Non ho fatto in tempo a contare fino a 5 che le ho riempito le guance e le labbra. Ma sai qual è la cosa più divertente? Che mi sono dimenticato di prendere gli occhiali”.

E voi avete avventure erotiche in famiglia o storie hot con la vostra suocera da raccontarci? Chiamaci per renderci partecipi oppure per creare una fantasia erotica insieme a noi.
Se invece siete curiosi di leggere altri racconti cliccate qui.

Alessia

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La ricerca del punto G

LA RICERCA DEL PUNTO G

Il Punto G: le coordinate per trovare il piacere!

Magellano, Cook, chi sono loro dinanzi a tutti quelli (come alcuni di voi) che si sono concentrati in maniera spasmodica alla ricerca del Santo Graal del piacere femminile?
Il punto G: quella zona mitologica che spinge i nostri partner sessuali ad armarsi di dita, lingua, labbra, strumenti a cui non voglio nemmeno pensare (altro che Nina, Pinta e Santa Maria), che li porta a toccarci per ore intere nella speranza di poter raggiungere quella chiave che aprirebbe loro gemiti a profusione, urletti, ululati. Una soddisfazione che si tramuta in esaltazione mistica.
Volete anche voi entrare nel novero di quei pochi eletti che hanno detto “l’ho trovato!”? E beh, allora continuate la lettura e preparatevi però a scoprire che, come tante cose nella vita, non esiste una mappa precisa per trovarlo (e niente GPS, sigh).

Perché si chiama Punto G?

Partiamo dalle basi. Il nome “punto G” deriva dal medico tedesco Ernst Gräfenberg, che nel 1950 per primo lo identificò come una zona erogena particolarmente sensibile, capace di scatenare forti sensazioni di piacere. Ecco quindi che “G” nel punto G non sta per “Graal”, né per “Goduria”, né a quanto pare per “Ginecomania” (questa non ve la spiego e ma la tengo per il prossimo cruciverba). Gräfenberg potremmo immaginarlo un po’ come il primo colono di quest’isola sperduta, mai mappata nemmeno da coloro che si ritenevano grandi esploratori del corpo umano femminile.
Avete già imparato una cosa, contenti? Nell’attesa di portare a termine la vostra missione principale, potreste iniziare a vantarvi di questo al bar con gli amici. La prossima volta che qualcuno vi parla del punto G, rispondete con aria esperta: “Ah, sì, il punto Gräfenberg, certo!”, no? Oh, raga’, io propongo le idee, poi non siete mica obbligati a fare tutto ciò che vi consiglio, benché vi consigli anche questo: vi consiglio di seguire il mio consiglio e…ok, torno al punto G, seriamente!

Come iniziare la ricerca.

Esiste o non esiste? Questo è il dilemma. Iniziamo dalla scienza! Che dice?
Il punto G, scientificamente parlando, è una zona erogena situata sulla parete anteriore della vagina, a circa 5-8 cm dall’ingresso. Sembra facile detta così, o no? Illusi! Pensare di trovarlo subito come se fosse una X su una mappa è un po’ una fantasia da film, quelli che vedete voi, sì, quelli lì in cui pare che tutti siano sommi maestri a cui Vespucci spiccia casa.
Questa è più una caccia al tesoro (e che tesoro!) senza una bussola e senza stella polare. Ma tranquilli, per carità, non vi fate prendere dal panico e aggiungete alle vostre armi anche un po’ di pazienza e, perché no, il coinvolgimento della proprietaria del corpo potrebbe anche essere utile (sempre che non siate ancora alla bambola gonfiabile, ma in quel caso mi sa che cercherete per tutta la vita senza ottenere risultati).
La scienza, dopotutto, ci dice che è una zona particolarmente sensibile, con un’alta concentrazione di terminazioni nervose, che, se stimolata correttamente, può provocare un piacere intenso. Dovete mettervi in testa però che non tutti i sentieri portano alla stessa meta e che non è detto che tutte le donne lo sperimentino con la stessa intensità (insomma, potreste anche averlo già trovato con la vostra ex frigidina).
Studi recenti hanno anche suggerito che la percezione del punto G potrebbe essere legata a fattori psicologici e fisici. Insomma, il piacere non è solo una questione di “punto”, ma anche di “attitudine”. E qui ci stiamo avvicinando al nocciolo della questione: non basta cercare, bisogna saper esplorare e restare con le orecchie tese ad ascoltare i benefici del vostro impegno. Vi prego, fatelo bene!!! E se la ricerca non dà subito frutti? Beh, si sa, “non è il punto d’arrivo che conta, ma il viaggio”. E, credimi, mi sa proprio che tutte le ragazze di Luxury sarebbero d’accordo.
Certo, ci si può anche impegnare per la scienza (pensate come sono contente le mogli dei ricercatori che si occupano ancora di questa questione) e si potrà magari non arrivare mai a un consenso unanime sui modi e i motivi per intraprendere questo viaggio.
Le evidenze, ragazzuoli, suggeriscono che stimolare la zona anteriore della vagina possa provocare sensazioni uniche. Quindi, sì, il punto G potrebbe essere davvero lì…ma ricordiamoci che ogni corpo è diverso, e il piacere è qualcosa che si deve scoprire in modo personale.
Credo che ci possa chiedere anche un’altra cosa sull’argomento. Io, vi assicuro, me la sono fatta spesso questa domanda quando ho avuto a che fare con gente che ne pareva ossessionata.

Perché raggiungere la X è per molti uomini così importante?

In altre parole, perché il punto G è così intrigante? Da un certo punto di vista, femminile, si potrebbe pensare, in un certo senso, a una sfida: l’incontrollato versus la nostra capacità di mantenere un contegno per non urlare e gemere troppo quando è arrivato ieri il nuovo orribile vicino. È come quel “punto di non ritorno” che, se trovato nel modo giusto, può mandarti in orbita. Per voi maschietti, è sempre una questione di orgoglio mi sa, eh? Per voi la vostra mascolinità si misura in decibel femminili, ditela tutta. Raga’, non vorrei deludervi ma… Taccio, taccio. Continuate pure il vostro percorso. Anche perché è qui che sta il bello: anche se non lo trovate subito, il percorso è spesso così piacevole che forse vi dimenticherete che l’obiettivo è il punto Gräfenberg e il vero “punto” sarà Goduria!! E chi lo sa, magari lungo la strada vi potreste imbattere in altre zone erogene che non avevamo nemmeno preso in considerazione.

Conclusioni: cosa abbiamo capito?

Alla fine, il punto G è davvero una conquista per pochi eletti, ma il piacere non si misura solo su coordinate geografiche. Non preoccupatevi, non scoraggiatevi, non fermatevi. Parola d’ordine: divertiamoci!! Perché, come diceva Marco Polo, “Il viaggio è la ricompensa”. E in questa ricerca, ogni “passo” dell’esplorazione vale tanto quanto il traguardo finale.
Se poi credete di avere la risposta in tasca, beh, noi siamo pronte a lasciarci guidare da voi!

Martina

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Il mio pacco di Natale

luxury short stories: il mio pacco di natale

Ho sempre odiato e evitato i pranzi natalizi nei quali si radunano parenti che ostentano cortesia e palesano le loro curiosità: ma il fidanzato, ma il matrimonio, ma i figli? Vorrei solo dirgli la verità: zietta cara se mi fidanzassi il povero malcapitato diventerebbe un cervo cornuto perché mi piace scopare, scopare e ancora scopare e non con una persona sola per tutta la vita ma con uno diverso ogni settimana e cuginetta adorata a portare avanti la specie vedo che ci pensi tu, io lo sperma lo preferisco per altre cose.

L’anno scorso però mio padre mi trascinò di peso con la scusa che potrebbe essere l’ultimo natale con la nonna, come dire di no.
Varco la soglia e vedo che tutti sono già seduti a tavola bevendo vino, almeno quello non manca mai.
Tolgo il cappotto e ondeggiando nel mio vestitino di velluto rosso mi siedo nell’unico posto rimasto libero. Mio zio provvede a riempirmi il bicchiere di bollicine dorate, sorseggio e solo in quel momento mi accorgo di avere di fronte il nipote della vecchia zia Sara. Mmmm niente male, il ragazzino spocchioso e grassottello è diventato un uomo mooolto sexy. Appoggio il bicchiere e gli sorrido mentre penso a come sarebbe andare sotto il tavolo con la scusa di raccogliere il tovagliolo e dare un’occhiata e magari una palpatina al suo cazzo.
Osserva ogni mio movimento e fa di tutto per farsi notare, mi godo la scenetta ancora un po’ poi decido di essere intraprendente e gli accarezzo il polpaccio con il piede. Lui non si scosta anzi asseconda il mio movimento. Bene, continuo e, guardandolo negli occhi, prendo un grissino e lo addento mettendone un bel pezzo lungo in bocca. Fa cadere la forchetta ed è quindi lui che si deve abbassare e andare sotto il tavolo, colgo l’occasione e allargo le gambe mostrandogli così autoreggenti e mutandina di pizzo.
Riappare, il suo viso è arrossato e la sua espressione è di desiderio.
Io non faccio più nulla.

Finalmente è il momento del panettone, prendo una fetta ma mio zio mi dice di andare al piano di sopra a scegliere una grappa e chiede alla mia preda di accompagnarmi per aiutarmi a portare i bicchieri. In un altro momento avrei sbuffato ma ora mi stava regalando una chiavata su un piatto d’argento.
Non lo vedo ma so che mi sta guardando il culo e io me lo accarezzo con la mano. Vorresti farlo anche tu vero? Penso e salgo gli ultimi gradini. Mi giro per vedere finalmente la sua figura intera, si, confermo, l’anatroccolo è diventato un bel cigno e ben dotato a giudicare dall’erezione che si intravede dai jeans. Questo è per me come una goccia di sangue per uno squalo, mi avvicino e lo spingo sul divano. Gli slaccio i pantaloni e li faccio scivolare alle caviglie insieme ai boxer, sollevo il vestito, sposto il perizoma e mi siedo sul suo membro. È così duro e io così bagnata… Inizio a cavalcarlo, perché è così bello scopare? Le sue mani mi stringono le chiappe aiutandomi nel movimento. Siamo così attaccati che la sua camicia mi solletica il clitoride. Vorrei solo urlare di piacere invece lo bacio per soffocare i gemiti. Non vorrei staccarmi per nulla al mondo ma rischiamo di fare un disastro quindi mi inginocchio e gli succhio l’uccello fino a farlo venire completamente nella mia bocca. Sorride soddisfatto mentre ingoio il suo seme per non lasciare tracce.
Sto lisciando il vestito e lui allacciando i pantaloni quando sulla porta… ” Zio hai troppe bottiglie non riesco a decidere”.

Stefy

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Come si flirta al telefono

COME SI FLIRTA AL TELEFONO?

Viviamo nell’era di internet e dei social, nell’era in cui virtuale e reale non solo camminano su due binari paralleli ma spesso, addirittura, si intersecano. Questo vale per la sfera lavorativa, amicale, hobbistica, sentimentale e chi più ne ha più ne metta. Come si parla dal vivo si parla su una chat, come si fa un colloquio dal vivo si fa via webcam, come si flirta dal vivo si flirta al telefono, ed è proprio su quest’ultimo aspetto che concentriamo la nostra attenzione in questo articolo.
Flirtare significa intrattenere una relazione in modo superficiale, amoreggiare senza approfondire la conoscenza, guarda guarda esattamente ciò che accade chiamando una linea erotica, detto in soldoni: divertimento senza sbattimento.
Prima di procedere consigliamo anche la lettura di “parlare sporco: 16 frasi per far eccitare un uomo e una donna” e “come fare sesso al telefono e provare piacere”, variazioni e integrazioni al tema di oggi.

A differenza dell’approccio di persona, dove gli sguardi e i gesti sono il perno del gioco, al telefono erotico l’unica chiave di lettura è la voce. Sorrisi, intonazione, battute, sono fondamentali per capire l’andazzo del flirt.
La parola d’ordine, sia che si tratti di flirt al telefono sia che si tratti di flirt in un locale, è spontaneità. Non bisogna avere fretta né forzare i tempi, tutto arriva dunque pazientiamo e saremo ripagati.

Come iniziare una conversazione

Iniziare a flirtare al telefono e rompere il ghiaccio è indubbiamente lo step più complicato, anzi l’unico aspetto complicato, ma, una volta superata questa barriera, tutto procederà naturalmente e sarà come andare in bicicletta in una strada in discesa.
Il pregio del flirtare su una linea erotica è che le ragazze sanno come mettere a proprio agio l’interlocutore, eliminando gli imbarazzanti momenti di silenzio e facendo sentire chi parla libero di esprimersi senza preoccuparsi del giudizio altrui.
Se avete già chiamato il telefono erotico e avete già una preferita, cominciare sarà semplicissimo. Meglio evitare di dire frasi come:

  • “ti ricordi di me?”
  • “ti ho chiamata un annetto fa”
  • “vabbè visto che non c’è la tua collega mi trovo bene anche con te”
  • “dovresti già sapere cosa voglio”

Meglio sprecare due minuti in più e optare per un approccio più educato, tipo:

  • “ciao sono X, come stai? Sono il ragazzo a cui piace…”
  • “ciao, è da tanto che non ti chiamo e avevo voglia di sentirti”
  • “tu e Y siete le mie preferite, riuscite a capirmi al volo e mi fate impazzire ogni volta”
  • “l’altra volta abbiamo giocato in questo modo, ti va se lo facciamo ancora?”.

Il risultato non cambia ma la differenza di tono farà sì che l’operatrice di numeri 899 sarà molto più ben predisposta a flirtare al telefono con voi.
Se invece non avete mai telefonato ad una hotline ecco alcune frasi che vi possono dare il giusto input:

  • “ciao, sono X, ho ** anni e sono così, tu invece?”
  • “ciao, sono X, è tutto il giorno che penso a questa fantasia, ti va se ce la immaginiamo insieme?”
  • “ciao, ho sentito la tua voce sul sito e le risposte che hai dato ai commenti mi hanno incuriosito perché a me piace … E sembra che tu sia bravissima in questo”
  • ” ciao, sono in pausa/a casa rilassato e avevo voglia di un po’ di compagnia, mi dici qualcosa di te?”.

Non tirate il freno a mano ma lasciatevi andare, siate voi stessi. Nessuno vi vede, nessuno vi giudica, solo bisogna godersi il momento.

Scegliere la ragazza hot per flirtare al telefono

Altro pregio, non da poco, del flirtare al telefono erotico è che potete scegliere prima con chi farlo. Sui siti dei numeri 899, e su Luxurylines in particolare, potrete trovare sexy ragazze che accontenteranno tutti i gusti e soddisferanno ogni fantasia.
Cosa vi aiuterà a selezionare con chi flirtare?

  • l’età: giovane, milf o, perché no, entrambe. Sulla linea erotica potete flirtare con la vostra ragazza e la sua mamma, con la ragazzina che vi fa da segretaria o con la donna matura e in carriera che vi fa il colloquio di lavoro.
  • le specialità: su ogni profilo è presente una tabella che riassume in cosa eccellono le varie ragazze. Siete blasfemi ed estremi o slave feticisti? Vi piace il sesso orale o fare i master? Qualsiasi cosa, o quasi, vi passi per la testa la potrete concretizzare e questo specchietto vi aiuterà.
  • l’accento: Ascoltate in anteprima la voce delle Luxury girl o leggete la loro descrizione per capire di dove sono. Potete flirtare sia con una donna del Nord che del sud, con lombarde o siciliane, con campane o pugliesi. Spostatevi di regione in regione e godetevi un tour virtuale del piacere.

“se non flirti probabilmente sei morto dentro”  dice l’attrice Katharine Towne, noi non possiamo che essere d’accordo e sposare questa citazione, voi provate a flirtare al telefono e non potrete che darci ragione.

Alessia

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