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LUXURY SHORT STORIES: Un incontro eccitante… Da morire

Gonnelline da scolarette e capelli di tutti i colori, tute aderenti da supereroe e creature magiche, dove mi trovo? Ad una fiera cosplay nei panni di Catwoman ma no, non sto aspettando Batman, no, neanche il Pinguino bensì Ghostface. Cosa unisce la donna gatto ad uno spietato omicida? Il sesso!

Ho conosciuto C. Al Lucca comics, mi ha fatta morire di paura avvicinandosi di soppiatto alle mie spalle per fingere di accoltellarmi e, rallentati i battiti, siamo scoppiati a ridere. Si è tolto la maschera e si è presentato. “Hey dobbiamo andare!” La mia amica, nei panni della principessa Leila, mi chiama a rapporto e io la raggiungo ma non prima di avere scambiato il numero con l’assassino.
In questi mesi ci siamo sentiti quotidianamente e il rapporto si è fatto più intimo seppur a distanza. Sexting, chiamate erotiche, video e foto eccitanti hanno fatto aumentare notevolmente la tensione sessuale tra di noi. La voglia di vedersi era tanta ma gli 800 km che ci separano e il lavoro non ci permettevano di organizzare un secondo incontro, fino ad oggi.

Sarei voluta andare in aeroporto a prenderlo e farmelo nella prima nicchia isolata disponibile, appoggiarmi al muro, alzare la minigonna e farmi sbattere o segargli e succhiargli il cazzo in auto e invece mi tocca aspettare. Il bel signorino ha deciso che devo riconoscerlo e come premio mi regalerà un abbondante sborrata in faccia. Facile, direte voi, e no! C’è il raduno nazionale a tema Scream, questo vuol dire centinaia di Ghostface e, per quanto mi potrei prendere ogni singola eiaculazione, io voglio la sua, come prima almeno.

Infilo i guanti e la maschera, ritocco il rossetto e mi avvio al padiglione di ingresso.
“Bella gattina fai le fusa?”, “micetta miao”, “vieni sulla mia batmobile?” Sono solo alcune delle frasi che mi accompagnano durante la mia ricerca tra gli stand. Lo so, con questa tutina aderentissima sono uno schianto ma… Giù le mani, queste curve feline non sono per voi.
Guardo il telefono, niente, neanche un messaggino. Che ci abbia ripensato? Intanto passa un’ora e io comincio a spazientirmi.
Un uomo pipistrello mi chiede di fare una foto con lui all’esterno, accetto tanto ormai 5 minuti in più o 5 minuti in meno non fanno la differenza. Gli scatti diventano ovviamente 3,4,5 ed è proprio durante l’ennesima posa che intravedo il gruppo all’interno del capannone. Mi congedo dopo avergli lasciato il contatto Instagram in modo tale che mi possa passare le fotografie.

Entro, suona il mio dispositivo, è un numero che non conosco. “Pronto” “il problema non è dove sono ma chi sono” rido, si era fatto prestare il telefono e ha cercato di camuffare la voce ma quell’accento e quel timbro vocale sono indimenticabili. “Mmmm non era al contrario? Quindi ora mi basta trovare uno sgabuzzino senza vie di fuga, aspetto di sentire la porta sbattere, mi giro e voilà ecco l’assassino giusto?” Mentre parlo cerco di capire chi sta usando il cellulare ma diamine! La metà ce l’ha in mano.
Mi avvicino, chiudo la chiamata e immediatamente faccio partire quella a C. prima che abbia il tempo di mettere il silenzioso o allontanarsi.
Beccato!

Sono agitata e eccitata, aspetto questo momento da così tanto tempo che mi sento avvampare ma cerco di mascherarlo camminando con passo sicuro verso di lui, sono Catwoman dopo tutto.
“Ciao bell’uomo” e intanto prego di non fare una figura barbina sbagliando persona. “Ciao bellezza, mi hai trovato subito” dio mio, dio mio, dio mio mi sento come quelle stupide ragazzette da romanzo rosa che ansimano solo perché sono state sfiorate, basta, diamoci una mossa o mi potrei trasformare nel joker.
” Mi spetta un bel premio ora, se non ricordo male, ragazzi ve lo porto via per un po’, non uccidetemi per questo vi prego”.

Se tra di voi si nasconde qualche cosplayer già saprà che in queste manifestazioni vengono messe a disposizione delle stanze ad uso di Camerino, ecco, noi andiamo lì.
Baci appassionati, palpatine bramose, no signor*, lui si appoggia contro il muro, alza la tunica e io mi affretto a tirargli fuori il cazzo. È mooolto più bello dal vivo e vi assicuro che già rendeva bene dietro allo schermo.
Mi inebrio del suo profumo mentre percorro la lunghezza con la lingua e lo sento diventare durissimo. Lo guardo emmm dove credo ci siano i suoi meravigliosi occhi scuri e lentamente lo faccio scivolare tutto in bocca godendomi ogni centimetro. Lui mi accarezza la guancia con la punta del coltello (finto) e io muovo la lingua sulla cappella prima di iniziare a spompinarglielo.
I suoi gemiti, anche se ovattati, mi fanno impazzire, mi fanno sentire così troia che non posso fare altro che aumentare il ritmo, voglio sentire il suo uccello scoparmi la gola, a seconda i miei movimenti facendolo arrivare in profondità e io continuo instancabile, fino a portarlo al limite.
Si masturba giusto qualche secondo prima di riempirmi il viso di schizzi cremosi che io prontamente raccolgo con le dita e assaporo.
“Piaciuto il regalo?” “Da morire, no, direi che questa non è l’affermazione giusta da usare visto il contesto, tantissimo, ecco si, mi è piaciuta tantissimo e ne voglio ancora” ” sapevo che ne avresti voluta ancora. Potete venire!”

A questa sua affermazione sei suoi sosia entrano e si posizionano in piedi di fronte a me, sollevano l’abito e iniziano a toccarsi il membro.
Io, ancora in ginocchio, sorrido a C., abbiamo fantasticato diverse volte sul bukkake ma mai avrei pensato ad un risvolto del genere. Vorrei sfilarmi la tuta e farmi fottere a turno ma, tutto sommato, meglio una prima volta soft.
Li incito a riempirmi il volto di sborra, a darmi tutto il loro seme, ad avvicinarsi per sbocchinarli.
Il primo accosta il cazzo alla mia guancia destra e viene copiosamente, nel giro di poco lo imitano anche gli altri.

Non so se sia più bagnata la mia faccia o la mia figa, quello che è certo è che non posso uscire in quelle condizioni.
C. mi prende per mano e mi aiuta ad alzarmi, mi accompagna davanti ad uno specchio e ciò che vedo mi piace molto. Viso e maschera sono quasi completamente imbiancati. “Non possiamo farti girare per la fiera così” “no decisamente no” rispondo “ma non voglio sprecare con l’acqua questa prelibatezza”.
Si toglie il travestimento, mamma mia quanto è bello, e, inaspettatamente, lecca la sborra e me la passa baciandomi, fino a ripulirmi completamente.
Non mi era mai capitato niente del genere e posso dire che questo gioco e complicità siano la cosa più erotica mai provata.
“Ora però ti voglio tutta per me, voglio scoparti ovunque troia” “si, ti prego, sono così eccitata che potrei impazzire”.
Salutiamo i sei ignoti e saliamo sulla mia auto. No, non siamo arrivati in hotel e, siccome sono cattiva, tutto il resto ve lo faccio immaginare. Vi dico solo che è stata la serata di sesso migliore della mia vita.

Selina