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Il piacere voyeuristico

Guardare (senza toccare): il piacere voyeuristico

C’è chi ama essere accarezzato, chi leccato, chi frustato, chi appeso a testa in giù con una pallina in bocca e un’asta tra le cosce (o peggio). E poi c’è lui: il voyeur! Discreto, silenzioso, che riesce a mimetizzarsi nell’ombra col fiato sospeso o fingersi un animaletto sbirciando da un cespuglio una coppietta che scopa inconsapevole in auto. Mimetizzato nell’ombra o tra la carta da parati a fiorellini della nonna, il voyeur non tocca, non parla. Guarda. Con desiderio, con foga, con una fame tutta sua.
Il voyeurismo è quindi, tanto per cominciare, quell’eccitazione che nasce dallo sguardo. Ma non si tratta di un guardare qualsiasi. È uno sguardo affamato, ancor più eccitante se rubato, clandestino, quello che si insinua attraverso una tenda socchiusa o dal buco della serratura del bagno dove la zia tettona sta facendo la doccia. È il brivido dell’invisibilità, l’ebbrezza del proibito, l’adrenalina dell’accesso non autorizzato (ma su questo aspetto faremo qualche precisazione).

Voyeurismo: definizione clinica e realtà sensuale

In termini clinici, il voyeurismo è definito come una parafilia, ovvero una deviazione sessuale, quando l’eccitazione deriva principalmente dall’osservare persone ignare di essere guardate durante atti intimi. Questa definizione, per certi aspetti rigorosa, non racconta tutti gli aspetti di questa storia. Al di là dell’aspetto medico, il voyeurismo ha radici che si immergono nell’esperienza erotica e culturale, rappresentando un desiderio sensoriale e mentale che può essere vissuto, oggi più che mai, in modo sano e consensuale.
Lasciamo da parte la psicopatologia e guardiamo quindi all’essenza erotica, culturale, sensoriale del fenomeno. Molti di noi potrebbero affermare di non aver mai sbirciato un corpo altrui con un certo fremito? E, dall’altro lato, chi non si è mai eccitato un po’ di più all’idea di essere spiato in atteggiamenti intimi col proprio partner o con la propria sessualità? Spesso, una situazione ambigua, riesce ad accendere la nostra voglia più di una notte di sesso con la persona più eccitante del mondo.
Il voyeurismo, nello specifico, non è solo “guardare”. L’eccitazione è data più dall’immaginare di entrare senza bussare, con gli occhi, una forma sottile di possesso mentale e carnale. E, se vissuto con consapevolezza e consenso, può diventare uno degli afrodisiaci più potenti del repertorio erotico umano, trascendendo il mero guardare. Perché?

Il piacere dello sguardo

Perché guardare è già un atto erotico. Non lo dice solo la semiotica, lo dice anche il nostro corpo quando si accende senza essere sfiorato, solo per aver indirizzato lo sguardo su qualcosa di particolarmente gradito ai nostri ormoni. Lo sguardo non è mai neutro, ma ha direzione, peso, intenzione. Può spogliare più di quanto riesca a fare una mano, può entrare sotto pelle, tra la pelle.
Il voyeur trasforma lo sguardo in orgasmo. Non ha bisogno di toccare. Gli basta esserci. Immobile, silenzioso, presente. Ogni dettaglio è suo. Ogni movimento diventa parte di un suo film interiore, girato solo per lui. A volte il corpo accompagna (una mano, un respiro…), a volte è solo la testa che parte e non torna più.
C’è chi guarda per gioco, chi per trasgressione, chi per solitudine. C’è chi lo fa dal vivo (dal balcone, da una fessura, da dietro una tenda) e chi preferisce l’esperienza digitale, per vivere l’emozione di osservare senza nessun timore di essere visti, magari perché dopo quella denuncia della vicina di casa che lo ha beccato col binocolo…

Voyeurismo consapevole: si può fare

Però no, non tutto il voyeurismo è molestia. Esiste una dimensione erotica consapevole e condivisa, lo abbiamo accennato. Non solo è ormai ampiamente possibile, ma a quanto pare anche molto eccitante. Ed è molto flessibile, diciamo così, come “applicazione”.
In molte pratiche BDSM, per esempio, il voyeurismo serve a potenziare il desiderio. C’è chi ama farsi guardare, chi gode a restare nell’ombra, ma entrambi sanno cosa fanno, entrambi ne traggono piacere. Non c’è invasione, c’è gioco, un gioco in cui il livello di perversione è nelle tue mani.
Immagina: una donna nuda al centro di una stanza. Intorno a lei, altri corpi che la osservano, senza toccarla. Lei è l’oggetto del desiderio: osservata, non invasa. Ed è proprio questa distanza a eccitarla, sul serio.
Oppure sei proprio tu a guardare dal vivo: due sconosciuti che si accoppiano davanti ai tuoi occhi, anche tu, per loro, un perfetto sconosciuto di cui non riescono nemmeno a scorgere il viso, ma tu sei lì, coinvolto, e questo ti infuoca e infuoca la coppia che finge o no di non essere osservata.

Voyeurismo 2.0: il digitale tra frontiere abbattute e frontiere da rispettare

Se un tempo si spiava dai buchi delle serrature, dai cespugli o dalle tende, oggi invece basta una connessione internet.
Il voyeurismo digitale si manifesta attraverso contenuti condivisi in tempo reale e non, cam erotiche, piattaforme a pagamento, aree segrete (a proposito, hai già dato un’occhiata alle foto sexy nella pagina dello Shop?). Sei comodamente a casa, con una mano tra le cosce e l’altra sul mouse, mentre guardi arrapato degli scatti di alcune delle ragazze sexy di LuxuryLine che si mostrano, si offrono a te e alle tue perversioni. Il gioco del vedere e non essere visti diventa ancora più potente, soprattutto se poi puoi anche chiamare al telefono quella ragazza.
È sempre bene tener presente che, nell’esperienza generale del web, deve esistere un confine invalicabile. Quando si parla di fantasie, tutto (sapete a cosa ci si riferisce) è consentito, ma attenzione, perché, nel web, i video rubati, i contenuti “leaked”, e le pubblicazioni senza consenso sono violazioni gravi. Qui finisce l’erotismo e comincia la violenza.
Spiare qualcuno senza il suo consenso può essere particolarmente eccitante, siamo d’accordo, ma è una violazione. Punto.
Il voyeurismo può essere una fantasia potente, ma deve restare fantasia o diventare un gioco condiviso tra adulti consapevoli.
I guardoni non devono preoccuparsi però, perché esistono spazi sicuri, anche dal vivo: club privati, community online, giochi di ruolo in coppia. Basta saper dire cosa si vuole, cosa no, e con chi. Da lì si può esplorare uno dei piaceri più raffinati della psiche erotica.

Letteratura, cinema, cultura pop: il voyeurismo è dappertutto

Non è certo di un fenomeno nuovo quello di cui ci siamo occupati. È ormai ovunque. Lo avete notato? Eccone degli esempi allora. Hitchcock ne ha fatto un capolavoro sul tema con “La finestra sul cortile”, ma la lista è lunga: “Eyes Wide Shut”, “Shame”, “L’uomo che guarda”, certi episodi di “Black Mirror”. Il voyeurismo è uno specchio del nostro tempo. Siamo una civiltà che guarda e si fa guardare. I social sono una forma accettabile e sterilizzata di esibizionismo. Le stories di Instagram sono finestre sul desiderio altrui, solo meno sudate.
Anche la letteratura non scherza: Bataille, Anaïs Nin, Nabokov. Tutti, a modo loro, hanno raccontato l’ebbrezza dell’occhio che spia e gode.
Resta allora una domanda da porsi, infine.

Perché il voyeurismo ci accende così tanto?

Perché è una tensione perfetta tra lontananza e intimità. Ti ecciti senza esporti, ti senti parte di qualcosa senza esserne coinvolto fisicamente. È desiderio puro, non filtrato. Nessuna dinamica di coppia, nessuna performance. Solo un occhio che guarda, un corpo (o più) che si muove, un desiderio che cresce.
Guardare senza toccare è una forma altissima di autocontrollo erotico. Un esercizio di tensione. Un gioco di potere. Chi guarda ha il dominio. Ma anche chi si fa guardare ha il controllo della scena. È un equilibrio che funziona e che diventa sublime.
E tu? Hai mai guardato qualcuno in silenzio, con l’aria di chi sta per fare qualcosa…ma non la farà?
Oppure ti sei mai spogliato lentamente, sapendo (o sperando) che qualcuno ti stesse osservando?
Raccontaci le tue esperienze e fatti sorprendere da quelle delle calde ragazze di LuxuryLine. Ti aspettano.

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