Racconti erotici di tradimenti – La notte in cui ho perso il controllo
Guardai il mio compagno addormentato accanto a me, e il senso di colpa mi pervase.
Avevo tradito lui — l’unico uomo capace di farmi perdere la testa, l’unico con cui avevo immaginato un futuro.
Avete presente quelle relazioni da sogno? Mille interessi in comune, lo stesso senso dell’umorismo, un sesso appagante, libertà reciproca. Eppure, da qualche tempo, mi sentivo poco desiderata.
Era per lui un periodo lavorativamente stressante, e io l’avevo sempre sostenuto. Ma un “Come sei bella stasera” o un “Quanto ti voglio” mi mancavano da morire. Per me quelle parole sono ossigeno.
Purtroppo, il mio ego aveva fame di attenzioni. All’inizio era solo un bisogno di sentirsi vista, di ricevere qualche complimento… poi è diventato altro. Una necessità di essere desiderata, toccata, guardata come una donna e non solo come un’amica.
Così è iniziata la mia storia erotica di infedeltà, una di quelle avventure extraconiugali necessarie per far scorrere l’adrenalina.
Non cercavo amore, cercavo solo un brivido.
Cedere alla tentazione irrefrenabile
A parte con chi ho già confidenza, ho sempre trovato poco eccitanti le chat e il sexting, in particolare le foto dei membri maschili senza contesto.
Eppure, quello scatto, accompagnato dalla scritta “Questo è l’effetto che mi fai ogni volta che ti vedo”, accese qualcosa in me.
Iniziammo a scriverci, limitandoci a messaggi erotici, finché quella sera lui mi disse di raggiungerlo al bar.
Chiamai il mio uomo per avvisarlo che avrei fatto aperitivo con un’amica e che quindi sarei arrivata a casa tardi.
Odiavo mentire, ma l’avevo ormai fatto. La tentazione era irrefrenabile.
La saracinesca era abbassata. Confusa, stavo per mandargli un messaggio quando lui sbucò dall’ingresso laterale.
Ok, non si trattava di un aperitivo, ma di un incontro a porte chiuse. Ero agitata, pervasa dall’adrenalina.
«Ciao» — gli dissi.
«Ciao… dio, quanto sei bella» — rispose.
Ecco la formula magica che mi serviva.
Misi le mani attorno al suo collo e lo baciai. Lui mi strinse a sé, toccandomi le natiche, e io ne approfittai per saltargli letteralmente in braccio, avvinghiandomi con le gambe alla sua schiena.
Mi fece appoggiare sul bancone del bar, e in quel momento sentii che ogni mio confine stava per cedere a un desiderio incontrollabile, a quel brivido del proibito che mi mancava da troppo tempo.
Sesso nascosto e segreto
Mi aprì le cosce e, dopo avermi sfilato le mutandine, affondò il viso tra le labbra della mia figa. La leccò e baciò e un pensiero volò al mio fidanzato, al modo in cui si concentrava sul mio clitoride, al modo in cui mi faceva venire voglia di avere di più. Ma mi trovavo lì proprio perché mi stava trascurando quindi decisi di cancellarlo momentaneamente dalla mia vita e godermi appieno questo tradimento passionale.
“Sai che ho sempre sognato di farmi sbattere sul bancone di un bar?” Mugugnai mentre lo afferrai per il bavero per farlo raddrizzare. Gli sbottonai i pantaloni e tirai fuori la sua erezione. Sputai sul palmo della mano e lo segai vigorosamente limitandomi a guardarlo negli occhi. Volevo portarlo al limite, volevo che mi prendesse con forza e fu proprio così.
Mi fece girare e piegare sulla lastra di marmo freddo. Mi ficcò dentro due dita e, dopo averle fatte muovere su e giù tre o quattro volte, le sostituì con il suo uccello. “Cazzo, mi fai diventare matto, mi fai uscire di testa” “fammi sentire quanto mi vuoi, scopami, dio si, scopami così”. I gemiti erano tramutati in urla di piacere ma ora volevo io le redini di questo intenso sesso nascosto.
Lo invitai a sedersi su una delle sedie, chissà chi si sarebbe poi accomodato per bere un caffè ignaro di tutto. Mi accomodai sul suo membro e, dopo aver sollevato la maglietta per farmi succhiare i capezzoli, lo cavalcai fino a venire. L’orgasmo fu così intenso che mi dovetti fermare qualche secondo per riprendere fiato. Ah, cazzo, quanto mi era mancato trombare.
La lucidità però stava tornando ad impossessarsi di me, finire così Non mi sembrava carino, perciò mi accucciai, strinsi il suo pene tra le tette e sborrò grazie alla mia infallibile spagnola.
Andai in bagno per ripulirmi e ricompormi e dopo averlo salutato, quasi timidamente, lo ringraziai e tornai a casa ma… Ops! Che sbadata, dimenticai La le mutandine e il giorno dopo tornai a prenderlo, no, volevo dire prenderle.
Hai mai desiderato scoprire cosa si prova in una scappatella proibita? Parla con una delle nostre ragazze e lascia che la tua fantasia prenda vita.
Volpina