Racconti erotici lesbiche: la coinquilina che non sapevo di volere
Io e Martina siamo amiche da anni, quasi dieci, e da un paio di mesi sto vivendo a casa sua mentre fanno dei lavori di ristrutturazione nella mia. Entrambe lavoriamo in smart quindi passiamo tantissimo tempo insieme e qualche volta mi è capitato di partecipare alle sue chiamate erotiche. Certo, l’ho trovato divertente, a tratti stuzzicante, ma mai avrei pensato ad un’esperienza saffica, eppure…
Sarà stato a preparare insieme le arancine, sarà stato qualche bicchiere di Marsala di troppo, sarà stata la playlist degna di un porno lesbo ma quella sera c’era qualcosa di diverso.
La partita dell’Inter ebbe inizio e noi ci accomodammo sul divano, le cosce e le braccia a contatto e i nostri sguardi che indugiavano l’una sull’altra.
“Hai mai pensato a…” disse lasciando la frase in sospeso.
Primo bacio tra donne
“A cosa?” domandai e lei sorridendo “a noi in un altro modo”. Le parole restarono a mezz’aria, come un sussurro erotico in una stanza ferma, nessuna delle due si mosse, forse per paura che il desiderio di intimità femminile potesse spezzare qualcosa.
Allungai la mano verso la sua coscia, un gesto apparentemente semplice ma bastò per accendere la scintilla.
Lei mi prese il polso e mi guidò sul suo corpo. “Non so ancora bene cosa voglio ma di certo so con chi” mi sussurrò all’orecchio e in quel preciso istante capii l’effetto che la sua voce aveva sulle lesbiche e sui clienti del telefono erotico: era come il ghiaccio sulla pelle d’estate, un brivido percorse la mia schiena. Volevo ancora che mi parlasse così.
Invece mi baciò, fu lento, un po’ timido ma pieno di curiosità. Non avevo mai pensato di baciare una donna ma in quel momento mi sembrò la cosa più naturale del mondo, avevo solo voglia di assaggiarla, assaggiarla dappertutto.
Il ritmo cambiò in fretta, le labbra si cercavano e le lingue si intrecciavano come se si conoscessero da sempre.
Visto che il desiderio di quel bel corpo femminile stava aumentando in modo esponenziale decisi di farmi più audace.
Coinquiline e passione
Le sfilai la maglietta e, dopo averla ammirata per qualche istante, baciai la sua pelle morbida, proprio come si legge nelle storie erotiche tra lesbiche, mmm sapeva di buono.
La leccai dal seno verso l’addome, mi bloccai sul bordo dei suoi pantaloncini sentendola tremare. Tremava, sì, ma per il desiderio.
“Ti voglio” disse, così, crudo e semplice, perché bastano due parole a trasformare una fantasia erotica in una vera e propria esperienza saffica.
Andammo in camera da letto, mi fece stendere dolcemente e si mise sopra di me. Mi sentii scoperta ma al tempo stesso bruciavo dalla voglia.
La sua lingua ha disegnato traiettorie che non dimenticherò mai e quando arrivò tra le mie cosce ogni timore svanì.
Le sue dita erano lente e sapienti, trovarono subito il mio ritmo, il mio bisogno.
E la sua bocca, dio la sua bocca, mi assaggiava come fossi stata un succulento frutto maturo e io ho gemuto il suo nome, pregandola di continuare.
Il mio corpo si muoveva al suo ritmo, senza pudore, senza vergogna e quando venni fu un’ondata travolgente.
Lei mi guardava mentre mi riprendevo e si succhiava le dita bagnate del mio piacere. “Sei bellissima così ma adesso voglio sentire cosa sai fare tu”.
Desiderio femminile
Ci scambiammo di posto, volevo riprendere da dove ero rimasta ma le sue mani affamate mi tirarono a sé, mi limitai a baciarla ma non la assecondai, volevo godermi ogni centimetro di quel bel corpo.
Scesi sui seni, morbidi e tesi, li accarezzai con la lingua poi andai più giù, verso il punto nel quale il piacere pulsava più forte. “Ti prego continua, leccami”. L’ho assaporata lentamente ma avidamente. I suoi gemiti mi guidavano, il suo corpo si arcuava sotto di me e io mi sentivo potente.
Le mie dita dentro di lei, la mia lingua su di lei e il suo respiro che accelerava. La sua intimità femminile era mia e adorai farla venire ma non contenta volli farla venire ancora. Era come una droga.
Alla fine restammo lì in silenzio, nude ed intrecciate, con le mani che ancora cercavano il contatto.
Quella notte non dormimmo, sperimentammo nuovi modi per desiderarci.
“Ma l’Inter?”
Chiama Martina per chiederle e farti raccontare tutti i dettagli, guarda nei turni e sul semaforo quando la puoi trovare.
Se invece vuoi leggere un’altra storia erotica con accenni lesbo qui (bentornato amore).
Alessia